Capitolo 12

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"Ho capito". Esclamó Alex.
Lo guardai confusa.
"L'angolo estremo del nord dove il freddo non arriva mai".
"Fin qui c'ero arrivata anche io".
Commentai.
"No,non capisci". Disse lui.

"Le isole,parla delle isole".
Mi si aprirono gli occhi.
"Il numero è ventisei".
"L'isola ventisei. È li che dobbiamo andare".
"E poi?"
Lui ci pensó un momento.
"Non lo so,per ora dobbiamo arrivare li".
"Daccordo,quando partiamo?".
"Stasera,ci vorranno due giorni di cammino se ci muoviamo di notte". Calcoló lui.
"È ora che facciamo?". Gli domandai maliziosa. Lui si avvicinó a me e mi sussurró in un orecchio:"Abbiamo tutto il tempo". Mi colse un brivido. La sua mano scese lungo la mia schiena fino a cingermi il fianco,attirandomi a se. Lo lasciai fare. Amavo il contatto con il suo corpo. Lo attirai verso le mie labbra. Ci divorammo letteralmente di passione,con foga.Ci ritrovammo distessi,di nuovo a fissarci,indecisi sul da farsi. Era davvero ció che volevo?
Non sapevo rispondere a questo. Ritornammo a toccarci l'un l'altro,avvinghiati come una catena,come un puzzle. Le sue mani indugiavano sulla mia maglia. Lo invitai a non bloccarsi. Lui la sfiló. Lo stesso feci con la sua senza rifletterci troppo. "Alex". Dissi posandogli una mano sul petto caldo,vivo. Lui si avvicinó nuovamente alle mie labbra per baciarmi. Gli scompigliai i capelli divertita,lui si distese nuovamente vicino a me. Vederlo senza maglia era tutta un'altra cosa. L'attrazione aumentava in maniera quasi incontrollabile. Lo desideravo davvero,lui aspettava un mio segnale per continuare. "Allora?". Gli dissi io.
"Io sto aspettando". Risi candidamente. Lui fece lo stesso e indugió sui miei pantaloni.
"Ti amo". Mi disse mordicchiandomi l'orecchio. Allora notai il morso che gli avevo lasciato sul braccio. Mi allontanai d'istinto da lui.
"Cosa c'è?". Alex pareva perplesso.
"Ti ho fatto del male". Avevo i rimorsi per quel gesto. Avevo bevuto il suo sangue e la cosa peggiore era che mi era piaciuto un sacco.
"Non è un problema Carol". Cercó di attirarmi di nuovo a se ma io mi ribellai e mi allontanai.
"Come fai ad amare un mostro come me?".
"Forse perchè mi rendi viva. È solo grazie a te se... Se ho una speranza per co
continuare a vivere". Il mio volto si riempí di lacrime mentre tornavo verso di lui. Anche lui dava un senso alla mia vita,che aveva preso una svolta imprevista. Eravamo fatti per completarci a vicenda,non c'era altro da dire. Ritornammo avvinghiati.
"Anche io ti amo". Gli dissi.
Ci rittrovammo nella situazione di prima. Stavolta il suo obiettivo era il mio regiseno.
"Vai". Gli dissi.
Lui indugió sul laccetto.
Sapeva come toglierlo?. In quel momento la porta si spalancó. Sussultammo entrambi.
"È permesso?". Disse una voce famigliare. Sulla porta si affacció Dafne. Ma non era sola. Con lei c'erano anche Tennaz e Alice. Dafne aprí la bocca per la sorpresa. Tennaz e Alice ci fissavano sconvolte.
Alex era fermo immobile con le mani sul gancetto del mio reggiseno.
"Ciao sorellina". Disse.

Ragazzi commentate per favore. Il racconto vi piace?
Vorrei saperlo perché ritengo l'opinione dei lettori di grandissima importanza. Ve ne sarei molto grata.
Un bacione a tutti
by MarylinButterfly;)

Il segreto della valle perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora