Capitolo 2

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Ethan

Miranda Cooper...lo sapevo.
Tra le mura del college ho spesso sentito parlare di lei: così altezzosa, così stronza, così terribilmente bella. L'ho sempre reputata un grande problema e mi infastidisce il suo comportamento da reginetta del mondo, però cazzo gli occhi c'è li ho anche io. Del mio gruppo sono l'unico a cui non interessa, mentre i miei amici sono tre anni che cercano di portarsela a letto. Mi ricordo ancora quando durante il primo anno la vedevo sempre da sola e rifiutava chiunque le si avvicinasse; mi incuriosiva, ma in due anni anche lei è cambiata un sacco. Se non fosse stato per il coraggio e per quei due occhi blu sicuramente non l'avrei riconosciuta.

<<Cazzo amico ti ha steso>> esordisce Brandon alla mia destra, come se già non lo sapessi. Per quanto mi era stato possibile ho trattenuto il dolore, ma la verità è che mi ha disintegrato i testicoli.
<<Stai...zitto.>> gli lancio uno sguardo truce e scandisco bene ogni lettera in modo che capisca al meglio la mia rabbia.
<<Ethan Ryan Harris e Miranda Madison Cooper sono attesi, con estrema urgenza, in presidenza.>>
Non ci voglio credere...per colpa di quella biondina del cazzo,e di quell'ammasso di merda di suo fratello, dopo appena un'ora dal mio ritorno sono già dal preside.
<<Ci andrai?>> chiede Matthew di fronte a me, mentre Nathan se ne stà zitto continuando a sognare il culo di Miranda.
<<Certo. Non può pensare di aver vinto.>> e detto ciò mi dirigo verso l'interno, prendo in mano una sigaretta, l'accendo e tra gli sguardi curiosi dei ragazzi presenti arrivo davanti alla porta della presidenza. Lei ancora non è arrivata. Decido di restare fuori giusto per finire la sigaretta, mancheranno 10 tiri, ma non faccio quasi in tempo a pensarlo, perchè a un certo punto sento qualcuno camminare velocemente,verso di me, alle mie spalle. Rumore dei tacchi, la gente che si ammutolisce, i ragazzi che fischiano: è il solito "effetto Miranda", sta arrivando. Quando il rumore cessa, butto per terra il mozzicone, non curandomi del fatto che siamo all'interno della scuola, e con uno sguardo serio mi volto verso di lei che subito mi tira uno schiaffo e mi attacca:
<<Si può sapere che cazzo di problemi hai?!>>
<<Io?! Sbaglio o sei tu quella che mi ha tirato una ginocchiata nei coglioni?>>
<<L'ho fatto per una valida ragione, lo sai perfettamente.>>
<<La tua valida ragione sarebbe quella di difendere tuo fratello? Perchè se è così allora non sono convinto che sia una buona motivazione.>>
<<Che cosa ti avrà mai fatto di così tanto grave? Ti ha rubato le mutande mentre ti stavi facendo la doccia?>> non sà il perchè di tutto...quel codardo non le ha detto nulla.
Per un attimo rimango in silenzio, serro la mascella e a denti stretti aggiungo solo poche parole:
<<Non è un santo come credi.>>faccio un passo verso di lei, e capisco subito che si sta innervosendo parecchio. Meglio così.
<<Ascoltami molto bene; io non sò che cazzo ti abbia fatto quel deficiente, ma sono certa che sia una cazzata. Conosco lui, e mi è bastato poco per capire che tu sei solo un cazzone che non sà più che minchia fare della propria vita.>>
La fisso in un silenzio di rabbia. Sò che se inizio a parlare,potrei perdere il controllo e farle davvero male.
<<Che ti succede Harris? In riformatorio ti hanno tagliato la lingua per punizione?>> scoppia in una risatina maligna. E a quel punto scoppio anche io.
La afferro per il collo, la sollevo da terra e la sbatto con forza contro il muro. La mia mano circonda tutto il suo minuscolo collo e con l'altra mano le blocco le braccia sopra la testa tenendole i polsi. Sò di farle male, ma lei non oppone resistenza, rimane ferma.
<<Adesso ascoltami bene tu: non sei un cazzo di nessuno per permetterti certi toni con me, e soprattutto non provare mai più a interferire nei cazzi miei. È una questione tra me e tuo fratello, e tu non sei compresa. Perciò chiudi quella boccaccia di merda che ti ritrovi.>> sono a tre centimetri dal suo viso e lei ha gli occhi chiusi ma sorride compiaciuta. Non dice nulla, né urla per il male. Dopo qualche secondo, riapre i suoi occhi azzurro mare e sono lucidi. Cazzo...allento la presa sul suo collo e le permetto di appoggiare i piedi al suolo.
<<Devi sapere una cosa di me..>> dice con voce soffocata dopo aver ripreso fiato.
<<...non mi piace essere esclusa dai giochi. Hai ragione, non è affar mio quello tra te e Joshua..ma ormai, infastidirti è diventato il mio nuovo hobby preferito, perciò io sono parte del tuo problema.>>
Lo dice con una voce sussurrata, la stessa che ho usato io prima affinché gli studenti attorno a noi sentissero il meno possibile. Usato da lei questo tono è peggio del canto di una sirena.

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