"Ti vedo pensieroso, mio caro. C'è qualcosa che ti tormenta?".
La Dea della Memoria si avvicinò al marito, il Dio del Tempo, che guardava fuori dalla finestra a braccia incrociate. Gli occhi di lui, color della sabbia, non si girarono verso la consorte ma continuarono ad osservare il panorama esterno. Pioveva forte e tirava vento.
"Marito mio...mi degneresti di una risposta?" incalzò la Dea, appoggiandosi alla schiena del Dio.
"Non ho nessun problema...è solo che...ricordi il piccolo Kasday?".
"Certo. Che domanda stupida! Sono la Dea della Memoria, non dimentico niente! Perché me lo chiedi?".
Il Tempo sospirò, chinando il capo e sciogliendo le braccia: "Niente...sono passati tanti di quei secoli che...".
Si sentì bussare alla porta ed il Dio ne fu rincuorato: era stanco di sentire solo il ticchettio dei suoi molti orologi e le domande della moglie!
La Dea, che parlava sempre e solamente con dei sussurri, si avviò verso l'ingresso.
"Chi mai può essere a quest'ora e con questa pioggia?" si chiese, mentre lasciava la stanza dove stava il consorte e attraversava il corridoio che conduceva all'entrata principale.
Passò oltre i numerosi orologi a pendolo che si misero a suonare, ricordando a tutti l'ora tarda, ed aprì il pesante portone in legno massiccio e decorato. Sull'uscio stava una piccola figuretta avvolta in un mantello scuro con cappuccio.
"Desidera?" chiese la padrona di casa, sorridendo.
"Sono un Angelo Messaggero" rispose l'incappucciato "Gli Dèi Alti mi hanno incaricato di consegnare questa lettera a tutte le divinità, maggiori e minori, di tutti i regni e gli Universi. Questa comunicazione è perciò rivolta a Lei, Signora della Memoria, a Vostro marito il Dio del Tempo ed ai vostri figli".
La Dea allungò il braccio e prese la busta, che le porgeva l'angelo, con la sua mano affusolata e sottile.
"Grazie. Vuole entrare, Messaggero? Sarà sicuramente infreddolito e bagnato con questo brutto temporale".
"Non importa Signora. La ringrazio per il disturbo, ma ho ancora alcune case da visitare. Inoltre, ho una certa fretta di rientrare dal mio padrone".
L'angelo, senza aspettare risposta, fece un rapido inchino con il capo e si allontanò, lanciando solo un ultimo sguardo alla Dea. Lei non poté fare a meno di notare gli occhi color dello smeraldo della creatura angelica che se ne stava andando.
"Chi era, amore?" volle sapere il Tempo, non lasciando il salone in cui stava.
"Un Angelo degli Alti. Ha portato una lettera per noi e per i piccoli"rispose la consorte.
Il Dio si affacciò sul corridoio ed andò verso la moglie, protendendo la mano verso la busta che lei teneva in mano.
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LA CITTA' DEGLI DEI - LA LUCE DEI CELESTI
FantasySeguito de "La città degli Dei". Il tempo è trascorso, i bambini sono cresciuti e molte cose sono cambiate. Una lettera misteriosa viene consegnata alle divinità. Momoia, Madre Divina, convoca a sé gli Dei. Per quale scopo? Un nuovo nemico, un nuovo...