XXI - Preservatori, creatori, distruttori

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Nosmagiés sbadigliò.

"A quanto sembra, stasera ci sarà un piccolo party da queste parti..." disse, con poco entusiasmo ed a braccia incrociate.

"Ci dispiace molto dare fastidio..." iniziò Vereheveil.

"Non mi date fastidio! Anzi...".

L'angelo sorrise e chiese se i tre desideravano una camera per dormire.

"Non abbiamo sonno" fece sapere la Guerra.

"...ma una doccia la gradirei" concluse Luciherus, tentando di togliersi il sangue magico incrostato sulla pelle con la punta della lingua.

"Le anime vi hanno aiutato...non siete feriti, vero?" domandò il Messaggero. "Li hai visti anche tu?" si stupì il demone.
"Ovvio...".
Nosmagiés aprì le tende, facendo entrare la luce della Luna.

"Se volete fare un bagno potete venire con me, prego. Seguitemi".

Li condusse in stanze poste in androni vari dell'edificio. Ogni sala aveva uno stile differente, segno che avevano diversi proprietari che la utilizzavano.

"Tu, Vereheveil, vorrei usassi le mie stanze per rinfrescarti e cambiarti. Siamo simili, come fisico e come gusti. Per lei, Signora, preparo le sale degli ospiti, quelle più adatte ad una donna. Infine, Luciherus, questa è l'ala del mio Signore. Ti prego di non toccare niente al di fuori di ciò che ti sarà strettamente necessario".

Il demone annuì.
"Non dai mai del Lei? Dopotutto sei solo un Messaggero...noi siamo divinità..." disse Vereheveil. "Io do del Voi e del Lei solo al mio Signore" fu la risposta.

La Guerra entrò in una camera deliziosa, con le pareti magenta con dei bei quadri. Dalla finestra poteva scorgere tutta la valle. Nel bagno privato, anch'esso per lo più magenta, trovò delle sostanze profumate da mettere nell'acqua della vasca e ne versò un po'. Quando vide bolle a sufficienza, si spogliò e si immerse nella vasca, rilassandosi e togliendosi ogni segno della battaglia. Sapeva che, quando sarebbe uscita, avrebbe trovato delle vesti pulite e nuove da mettere.

Vereheveil continuava a sentirsi nervoso ed a disagio. Quel palazzo non gli piaceva.

La camera di Nosmagiés era strana. Principalmente presentava colori pastello, dolci e morbidi.

Ma, qua e la, spuntavano punte e zone di colore vivo, a motivi geometrici. Vide che il messaggero disegnava ed aveva realizzato dei bei ritratti di Kasday. Il Dio si chiese, osservandoli, cosa provasse in realtà l'angelo nei confronti del suo Signore. Dopo poco decise di non pensarci più ed andò a fare il bagno, nella vasca azzurra e verde.

Luciherus fu condotto direttamente nel bagno, collegato alla camera dell'Alto, ma da un'altra porta, che lo rendeva accessibile dal corridoio. Questo permise al demone di entrarvi senza passare per la camera da letto. Vide che era piuttosto tetro come locale. La prima cosa che notò, oltre che alla prevalenza del colore nero, era il fatto che ci fossero due vasche da bagno. Si chiese per quale motivo. Forse, ipotizzò, si dilettava a lavarsi in compagnia. Sorrise, aprendo l'acqua. Fu felice di togliersi le vesti usate nella battaglia. Nosmagiés gli aveva dato un nuovo abito da indossare.

Guardò fuori dalla finestra, che dava sul cortile interno, e sospirò. Che bella questa casa, pensò. Così simile alla mia...

Aprendo un cassetto, trovò diverse boccette senza scritte. Ne aprì una e ne annusò il contenuto. Storse il naso. Usi roba forte, Kasday si disse, leggermente preoccupato.

Si immerse nella vasca, interamente, e chiuse gli occhi, cercando di far tacere tutti i pensieri che aveva in testa, ma, come sempre, non ci riuscì.

Quando i tre ospiti si furono lavati e cambiati, tornarono al piano inferiore, dove Nosmagiés stava facendo un solitario con le carte. Per ultimo arrivò Vereheveil, sempre lentissimo in bagno.

LA CITTA' DEGLI DEI - LA LUCE DEI CELESTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora