"Abbiamo provato a sedarlo. Non la smetteva di agitarsi e temevamo fosse ferito. Non volevamo di certo che peggiorasse o combinasse disastri!" spiegò Malaphar, il demone guaritore.
"Capisco. Non è grave, spero..." borbottò Luciherus, entrando con cautela nella camera dove era stato rinchiuso il nuovo caduto.
Subito lo riconobbe come il suo gemello, steso sul letto.
"Oh, Miky! Come sei giunto fino a questo punto?" sussurrò.
"Non me lo chiedere" rispose qualcun'altro.
Il Principe si voltò verso la voce e si chiese chi fosse quel giovane demone, avvolto dall'oscurità della stanza. Dall'aspetto delle ali, deboli e rossastre, doveva essere anche lui un nuovo caduto.
Né ebbe la certezza quando né vide gli occhi, ancora esageratamente grandi come quelli degli angeli. "Gibrihel?" domandò Luciherus, cautamente.
"Esattamente. Chi non muore si rivede. Ironia della sorte...".
"Ma...cosa ci fate voi due qui? Che cosa è successo? Vi siete dati al Metal ed ai Serafini non è andato bene?". Gibrihel ridacchiò. Mihael aprì gli occhi e subito ricominciò ad agitarsi."Stai calmino, Mikino!" sbottò il Principe, puntandogli il dito contro.
"Ma tu che vuoi, demone? E che cosa ci faccio io qui? Mi avete fatto prigioniero? Voi, creature nemiche che...".
"Calmati, Mihael! Va tutto bene!" tentò di calmarlo Gibrihel.
"E tu chi sei?! Chi ti conosce?!" ringhiò Mihael, sulla difensiva.
"Non ti può riconoscere. Non riconoscerebbe nemmeno se stesso, se ora si vedesse allo specchio" parlò il Principe.
"Ti piace blaterare?! Che diavolo dici...diavolo?" sbottò Mihael ed il fratello, di risposta, gli indicò lo specchio a muro, invitandolo a riflettersi.
Il nuovo caduto si guardò e rimase di stucco: "Che razza di specchi hai in casa, fratellino?".
"Nessun trucco. Quello sei tu".
Mihael si passò una mano fra i capelli. Si erano scuriti, divenendo mori, e non erano più ricci ma mossi.
"Cos'ho sulla faccia?" chiese.
"Si chiama barba. La maggior parte dei demoni c'è l'ha. Nessun angelo...mi sembra".
"Che strana sensazione" ridacchiò il nuovo demone, passandoci una mano sopra "Gibrihel, anche tu qui!" lo riconobbe.Anche lui era cambiato. I capelli biondo chiaro e pieni di boccoli erano dritti e di un paio di tonalità più scure. Era cresciuto molto, superava di diversi centimetri il padrone di casa. Mentre, invece, Mihael si era fatto più grosso e sbatteva con orgoglio le sue ali nuove, ancora tenere.
"Mi dispiace, fratello..." cominciò a parlare Luciherus.
"Per cosa?!" lo interruppe il gemello, osservandosi.
"Ho la coda!" esclamò ad un tratto "Che figo!!! Ho sempre desiderato averne una!".
Il Principe rimase sconcertato da quella reazione. Solitamente i caduti sono furiosi per essere stati cacciati dal regno degli Angeli oppure tristi, spaventati, confusi...ma non entusiasti, come i due che aveva di fronte.
"Cosa vi è successo? Come siete giunti al punto di cadere?" volle sapere, ma i nuovi demoni non avevano idea di che cosa dirgli.
Non ricordavano il motivo della loro demonizzazione. E non ci pensavano nemmeno. Ridevano fra loro, sfogandosi con frasi sulla conquista del mondo e della libertà. Il Principe, ignorandoli, chiese al demone guaritore chi li avesse trovati e condotti a palazzo. Gli fu detto che erano stati Azazel e la sorella.
"Portali al mio cospetto. Vediamo se mi sanno dire qualcosa" poi si rivolse a Gibrihel e Mihael "Voi due, concentratevi! Fate silenzio, finitela di chiacchierare di cose che non capisco e cercate di ricordare come siete caduti. Chi vi ha maledetto? Che avete combinato?".
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LA CITTA' DEGLI DEI - LA LUCE DEI CELESTI
FantasySeguito de "La città degli Dei". Il tempo è trascorso, i bambini sono cresciuti e molte cose sono cambiate. Una lettera misteriosa viene consegnata alle divinità. Momoia, Madre Divina, convoca a sé gli Dei. Per quale scopo? Un nuovo nemico, un nuovo...