5. Risvegli

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Stiles si risveglia in un mondo diverso da quello che ricordava. Quale sarà la realtà e quale il sogno?

Warnings: What if?, Dream!AU




Stiles si risvegliò in un letto d'ospedale senza avere la più pallida idea di come ci fosse arrivato. Certo, non era la prima volta che ci finiva dentro, sia da paziente che da visitatore, per ferite più o meno gravi inflitte a lui o a uno a caso dei suoi amici dal pazzo psicopatico di turno che pensava che invadere Beacon Hills fosse una grande idea, ma in genere aveva come minimo un vago sentore del perché si trovasse in quel posto. Quella volta, invece, la sua mente brancolava nel buio più totale e lui non aveva il minimo ricordo di cosa lo avesse potuto condurre lì.
"Era ora che ti svegliassi, ci hai fatto prendere un bello spavento" lo riscosse la voce di Melissa McCall.
La madre del suo migliore amico, nonché infermiera storica al Beacon Hills Hospital, lo stava guardando dalla porta della sua stanza, le braccia incrociate sul petto e un cipiglio poco rassicurante in volto. Stiles la osservò in silenzio per diversi secondi, fino a quando lei sospirò e scosse la testa, avvicinandosi ai monitor posti di fianco al suo letto per poter controllare i suoi parametri vitali.
"Sei sempre il solito sconsiderato, prima o poi ci farai morire tutti di crepacuore" continuò a rimproverarlo Melissa.
Stiles avrebbe tanto voluto sapere di cosa lei stesse parlando, ma davvero non riusciva a ricordare nulla, e il mal di testa che lo aveva assalito praticamente nello stesso momento in cui aveva aperto gli occhi non lo stava di certo aiutando a fare chiarezza tra i propri pensieri. Per fortuna, Melissa aveva smesso di borbottare contro di lui e non sembrava aspettarsi nessuna risposta da parte sua, tutta presa com'era dallo scrivere sulla sua cartella clinica. Quando finì gli fece una carezza sulla testa e si accigliò solo un poco, nel momento in cui lo vide fare una smorfia per il dolore.
"Non ti posso dare nulla finché non ti vede il medico, ma sarà qui a momenti, stai tranquillo."
Detto questo uscì, senza però richiudersi la porta della stanza alle spalle, e Stiles la sentì annunciare il suo risveglio, di certo a sua padre e al resto del branco.
Il medico che lo aveva in cura, e che a quanto sembrava era niente meno che il padre di Liam, arrivò davvero pochi minuti dopo, accompagnato da un collega alla cui vista Stiles sussultò visibilmente. I due dottori e Melissa, che era rientrata nella stanza al loro seguito, lo guardarono perplessi, come se non capissero la sua sorpresa.
"Qualcosa non va, Stiles?" gli chiese il padre di Liam con tono professionale. "Senti dolore da qualche parte?"
Stiles, però, non lo stava ascoltando, troppo concentrato sullo sconosciuto.
"I tuoi occhi..." sussurrò, guardando fisso l'uomo che doveva avere poco più di trent'anni, pallido come un cadavere.
"Oh, sì!" rispose quello, tutto sorridente. "Sono una pantera mutaforma."
Stiles sobbalzò di nuovo e sbiancò ancora di più, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi gialli, chiaramente felini, che l'uomo non stava facendo nulla per celare.
"Ma come... perché..." cercò di articolare, maledicendo il mal di testa che rallentava le sue funzioni cognitive.
"Perché cosa?" lo incoraggiò il medico sconosciuto.
"Perché non li nascondi?" esplose a quel punto Stiles, guardandolo con fare accusatore.
"E perché dovrei nasconderli?" gli chiese a sua volta lui, decisamente sorpreso.
Stiles stava per rispondergli con qualcosa di molto sarcastico, quando si rese conto che anche Melissa e il padre di Liam lo stavano guardando con la stessa espressione confusa in viso, cosa che lo spinse a essere un po' più cauto nell'esternare i suoi pensieri.
"Ma la segretezza... e i Cacciatori..."
E sì, quel giorno la sua eloquenza non era proprio al massimo della forma, ma aveva la certezza che gli altri avessero capito quello che voleva dire, perché si scambiarono dei lunghi sguardi preoccupati. Solo che la preoccupazione che provavano, a quanto sembrava, era stata provocata da lui e non dal pensiero delle conseguenze che quello schianto di dottore avrebbe dovuto affrontare se qualcuno avesse scoperto che non era esattamente un uomo normale.
"La segretezza e i Cacciatori non sono più un problema, Stiles" gli spiegò Melissa scandendo lentamente le parole, come se stesse parlando con un bambino molto lento o con una belva pronta a saltarle al collo alla minima provocazione.
"E da quando?" le chiese Stiles, incredulo e sconcertato. Perché, davvero, non poteva aver dormito così tanto da essersi perso una rivoluzione di quella portata.
"Da almeno trent'anni" rivelò il padre di Liam, che si affrettò a prendere in mano la sua cartella clinica e a sfogliarla con attenzione, alla ricerca di qualunque cosa potesse giustificare il serio problema che a quanto sembrava affliggeva quel povero ragazzo.

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