13. Il piccolo Orochi

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In Giappone viene avvistato un mostro, un serpente enorme che semina panico e distruzione prima di sparire nel nulla.
Nick Fury è deciso a risolvere il problema e manda gli Avengers a combatterlo. In una cittadina della California chiamata Beacon Hills.

Warnings: Sterek, Stony, Crossover, MCU, Comedy.




Il primo avvistamento era avvenuto in Giappone. Kaiju, lo avevano chiamato i nipponici, e in effetti a grandezza non aveva nulla da invidiare a Godzilla. Si era scatenata l'isteria di massa, come era ovvio che fosse, e già tutti parlavano dell'ennesima invasione aliena. Nick Fury, però, non la pensava così: c'erano troppe cose che non gli tornavano. Perciò aveva sguinzagliato i suoi agenti e in poche ore avevano scoperto che il Kaiju era perfino più terrestre di loro, a voler sentire Darwin. Era venuto fuori che alcuni scienziati avevano da tempo iniziato una serie di esperimenti sugli effetti dei raggi gamma sugli animali. Banner non era stato per niente felice di sentirlo, e Fury non poteva dargli torto. Uno di questi esperimenti, che coinvolgeva un grosso serpente e non si sa bene che cos'altro, era sfuggito loro di mano. Erano letteralmente riusciti a perdersi cento metri di anaconda sotto steroidi. E avevano pure provato a giustificarsi dicendo che era stata lei ad allontanarsi di soppiatto dal laboratorio.
Il problema più grosso, però, era che il Kaiju aveva fatto perdere le sue tracce. Aveva attraversato il Giappone seminando panico e distruzione - e due morti per infarto che Fury non sapeva se doveva imputare al mostro o alla scarsa tempra di quei particolari nipponici - e poi era come sparito nel nulla. A naso, doveva aver attraversato l'oceano per arrivare sulle coste americane, probabilmente in California, ma nessuno lo aveva visto.
Fury si rifiutava di permettere a un mostro del genere di vagare libero per il mondo, figurarsi se gli avrebbe permesso di scorrazzare per il suo Paese, perciò fece la cosa più ovvia in simili momenti: convocò gli Avengers.

Erano due giorni che le cose, a Beacon Hills, erano strane. O quantomeno più strane del solito. A parte i leggeri terremoti, che vivendo in California non erano certo una novità, il problema era la Riserva. Il primo ad accorgersene era stato Derek, e per una volta la sua brutta abitudine di correre mezzo nudo per i boschi era servita a qualcosa. Poi la stranezza della situazione era stata confermata da tutti i membri del branco, perfino Stiles lo aveva notato, nonostante fosse un semplice umano. La Riserva era muta. E deserta. Sembrava come se tutti gli animali fossero fuggiti, di punto in bianco, senza guardarsi indietro.
Le spiegazioni per un simile comportamento potevano essere solo due. La prima era che i terremoti che avevano avvertito negli ultimi giorni fossero solo il preludio a qualcosa di molto più grosso, ed era risaputo che gli animali avvertissero certi tipi di pericoli molto prima degli uomini. La seconda era che nella foresta si fosse insediato un qualche tipo di predatore che li aveva spaventati a tal punto da spingerli a fuggire.
Per una volta i membri del branco furono tutti d'accordo, ed evitarono di partire all'arrembaggio. La situazione era seria, nessuno di loro aveva mai visto una cosa del genere, perciò era saggio cercare informazioni prima di fare qualunque cosa che potesse mettere i pericolo loro, la loro ridente cittadina o il mondo intero. Motivo per il quale tornarono in città e iniziarono a consultare diversi testi dalle biblioteche degli Hale, degli Argent e di Deaton. Senza purtroppo scoprire nulla di utile.

Il giorno dopo, senza nessun preavviso, Beacon Hills diventò il centro del mondo. Che era più o meno quello che succedeva a ogni città degnata della presenza degli Avengers. La squadra era arrivata al gran completo, per quanto con diversi gradi di entusiasmo. Captain America era subito andato a presentarsi allo sceriffo, proprio mentre Stiles era alla centrale per aggiornare il padre su quello che avevano visto alla Riserva. Fu un arrivo talmente inaspettato che nemmeno lui trovò le parole adatte a esprimere lo stupore che aveva colto tutti i suoi concittadini.
Da bravo ragazzo qual era, Stive spiegò la situazione allo sceriffo, nei dettagli. Stiles, che sapeva bene quando era il momento di smettere di essere un bravo ragazzo, origliò tutta la loro conversazione senza la minima vergogna. Cap raccontò della creazione del Kaiju e di come avessero stabilito che si trovasse da quelle parti grazie a un macchinario inventato dal dottor Banner e dal signor Stark, che poteva rintracciare i raggi gamma anche a grandissime distanze.
Lo sceriffo fece notare che, senza voler mettere in dubbio le loro capacità, era difficile non notare un serpente di cento metri, e fino a quel momento nessuno aveva avvistato nulla, in terra o in cielo, né nella loro città che in quelle vicine. Cap lo rassicurò dicendo che avrebbero pensato loro a difendere i civili e a risolvere il problema, e Stiles a quelle parole iniziò a preoccuparsi seriamente. Gli Avengers erano sempre stati un po' come degli elefanti in un negozio di cristalleria, e lui non ci teneva a vedere la sua casa rasa al suolo da dei paladini della giustizia troppo esaltati. Motivo per il quale decise che era ora di convocare il branco per una riunione di emergenza.
La riunione al loft di Derek, che nonostante lo sbandierato fastidio del proprietario era ormai diventato la loro base operativa, fu molto breve. Se davvero il mostro era lì, la fuga degli animali dalla Riserva aveva un senso. Perciò tutto quello che restava da capire era come fermare un'anaconda formato extralarge che avrebbe potuto divorare una mandria di elefanti in un sol boccone.
Fu Kira a dare l'idea a Stiles, senza volerlo. Raccontò di come in Giappone ci fosse una leggenda su un serpente gigante, Yamata no Orochi, e di come il dio Susano riuscì a sconfiggerlo dopo averlo fatto ubriacare. Naturalmente, Stiles non parlò del suo piano con nessuno, perché era certo che i suoi amici avrebbero fatto di tutto per fermarlo. Peter sarebbe stato probabilmente l'unico a incoraggiarlo, perché lo avrebbe trovato divertente, ma Peter era notoriamente uno psicopatico perciò non faceva testo.
Fu così che il branco si recò nella Riserva, lasciando Stiles ad aspettarli in città, perché lui non aveva zanne, o artigli, o un qualunque altro potere in grado di aiutarlo a sopravvivere se si fosse ritrovato a dover combattere contro il mostro. Stiles non si lamentò, almeno non più di tanto, e tutti pensarono che stesse finalmente maturando. Poveri illusi!

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