Non so per certo da quanto tempo ero lì, so solo che avevo molto fame e questo non era normale.

Era da anni che non provavo così tanta fame e iniziai a preoccuparmi seriamente da quanto tempo fossi stato rinchiuso dentro questo buco.

Immerso nei miei pensieri non mi accorsi che la chiave stava girando nella serratura e subito dopo la porta si aprii.

"Spero che questi 3 lunghi giorni ti siano serviti per capire come comportarti" parlò la signora Miller con un tono alquanto freddo e distaccato.

3 giorni??

Ora capisco perché avevo così tanta fame

Senza il coraggio di dire niente mi alzai con fatica e mi diressi a fare colazione, mangiai 2 fette di pane con sopra la marmellata ai frutti di bosco e bevetti una tazza di thè.

Non avevo mai mangiato così tanto da quando arrivai qua.

Quando finii di sparecchiare mi diressi in camera mia per sentire il morbido del letto e vedere la luce del mattino.

Subito dopo decisi di uscire per respirare un po' di aria fresca e guardare di nuovo l'alba, sperando di non sentire ancora quel fastidioso.. violino, ecco come si chiamava.

Uscii e non appena le mie narici ispirarono quell'aria pulita e pura rilasciai un respiro profondo chiudendo gli occhi.

Ogni volta che uscivo da quella casa,
anche solo per un attimo, mi sentivo un po' più libero.
Come se tutti i miei pensieri svanissero.

Aprii e spostai gli occhi alla mia sinistra e vidi quel ragazzo di cui non mi ricordo neanche il nome, Taeheing? Taehyul?

In ogni caso stava ammirando il paesaggio lontano come ero solito fare anche io.

Quando sta in silenzio sembra più carino

Pensai tra me e me e come non detto iniziò a fare domande inutili e noiose.

"Ehi, non ti ho più visto in questi giorni.
Sai ogni mattina l'alba ha una sfumatura diversa." mi disse guardandomi per un attimo per poi continuare a guardare il cielo.

"E il violino ti è caduto dal balcone?" chiesi in modo sarcastico giusto perché non lo stava suonando come era solito fare e anche perché era solo così che sapevo conversare.

"Non fai ridere, comunque potevi chiedermelo semplicemente se volevi che ti suonassi qualcosa" questa volta mi guardò diretto negli occhi, con uno sguardo ovvio.

"No sto bene così grazie, puoi non rovinarmi sempre il momento?
Sai vorrei un po' di pace" gli diedi uno sguardo infastidito per poi focalizzarmi sulle nuvole.

Potevo sentire il suo sguardo bruciarmi addosso.

Che cazzo ha da guardare?

Sbuffando ancora di più rientrai e mi buttai sul letto. Non sapevo se aspettare il maggiordomo o andare a farmi una doccia veloce.

Così optai per l'ultima e mi diressi nel bagno. Mi svestii e senza volere mi guardai allo specchio.

Dopo tanto tempo guardai il mio riflesso.

Provai così tanto disgusto che mi accovacciai al water e iniziai a vomitare tutta la colazione che avevo mangiato l'ora prima.
Riguardarmi era l'ultima cosa che volevo fare e invece adesso che l'ho fatto mi faccio ancora più schifo.

Mi ero ridotto così, mi avevano ridotto così e non solo fisicamente anche interiormente.

Pensai subito a come cazzo mi ero fatto vedere da quel ragazzo. Il coraggio che ho avuto di uscire e godermi quei minuti.

Non me li meritavo, il mio posto è questo. Non mi merito niente se non l'essere usato per i propri scopi, perché d'altronde non avrei potuto fare di meglio.

Immerso nei miei pensieri e nelle lacrime presi le forbici e inzia a inciderle nel mio fianco.

Urlavo dal dolore, ma non delle forbici, di tutto l'odio che provavo nei confronti di me, di questo mondo, di tutto.

Dopo essermi sfogato mi lavai le mani piene di sangue e decisi di farmi un bagno gelato.

Faticavo ad entrarci ma in qualche modo me lo feci, avevo riempito la vasca apposta con acqua gelata per farmi ancora più del male. Perché era l'unica cosa che riuscivo a provare a pieno.

Il male che mi ero sempre meritato.

Dopo una buona mezz'ora uscii, mi asciugai e pulii le macchie di sangue rimaste sul pavimento.

Mi cambiai e aspettai che il maggiordomo arrivasse e mi dicesse il compito di oggi.

From my window || taekook [in corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora