Oggi era più strano del solito...
Nessuno lo aveva svegliato, neanche l'ombra di un maggiordomo.

Scese per controllare meglio ma la casa era vuota, nessuna voce irritante e gelida che gli ordinava cosa fare, niente mani che si alzavano contro di lui.

Nessuno.

La sua confusione era così tanta che dopo tanti minuti passati a camminare avanti e indietro per capire realmente la situazione, si sedette sul divano ad osservare il nulla.

Era strano perché ogni volta che si svegliava, il tempo di fare colazione che subito dopo le sue gambe lo pregavano di fermarsi dalla stanchezza a causa del troppo sforzo della giornata.

Invece quella mattina fu diversa, anche l'aria sembrava differente. Più gentile, meno rumorosa e intimidatoria.

Si sentì in ansia comunque, stare fermo per così tanto non era più normale.

Decise così di andare in cucina per dissetarsi con un bicchiere d'acqua.

Arrivato davanti al frigorifero si accorse di un foglietto appoggiato alla destra di esso.

Non avendolo mai visto prima intuii che fosse destinato a lui, così lo aprii curioso e anche nervoso.

"Siamo andati in Francia per un colloquio di lavoro del tuo patrigno.

Se ti chiedi dov'è invece il maggiordomo non preoccuparti, lo abbiamo licenziato!
Così sarai ancora più responsabile delle tue sbagliate azioni e ti saprai gestire da solo.
Torneremo non molto tardi, tra due giorni, quindi vedi di sistemare tutto quello che ti trovi davanti più velocemente che puoi, così hai un giorno libero.
Sempre se riesci certamente, non sei mai stato così veloce.

Dalla sign. e il sign. Miller"

Francia? Così improvvisamente?

Decise di trascorrere quella giornata a pulire ovunque il più veloce possibile per finalmente rilassarsi come si deve il giorno dopo.

Finalmente dopo anni sarebbe stato libero di respirare anche lui.

Iniziò a fare il bucato, prendendo i vestiti buttati nella cesta dei panni sporchi e li divise per colori. Dopo un buona mezz'ora passata a capire come azionare la lavatrice proseguì i suoi lavori concentrandosi sui letti da rifare.
Prima quella matrimoniale dei suoi genitori cercando di non lasciare nessuna piega, e successivamente il suo piccolo ma comodo letto in camera sua.

Dopo aver passato l'aspirapolvere, quasi lucidato il pavimento di quell'enorme casa, fatto ancora 2 lavatrici e 2 asciugatrici decise di andare fuori e respirare l'aria fresca di quel giorno affaticante.

Appena uscito tirò un sospiro e chiuse gli occhi.

Si focalizzò sul cinguettio dei colibrì e sul  rumore del vento che gli accarezzava dolcemente i capelli corvini.

Si mise a camminare attorno a quei mini recinti che circondavano l'enorme querce color verde tendente al marroncino.

Realizzò che non aveva mai avuto abbastanza tempo per guardare tutti i dettagli più piccoli e particolari di quel grande giardino che circondava palazzi raffinati ed eleganti.

Arrivò davanti ad una grande fontana costruita in marmo pregiato, rimase a bocca aperta quando dietro a quest'ultima si trovasse un grosso labirinto di cespugli tagliati perfettamente e con pochi ma appariscenti fiori di ogni colore.

Decise di sedersi su una panchina e ad ammirare tutta la meraviglia davanti ai suoi grandi occhi da cerbiatto.

Non aveva ancora finito di pulire, ma in quel momento la sua mente si era già staccata dal mondo reale e si era incantata nella natura e i suoi suoni confortanti.

Jungkook si sentiva più libero che mai, quasi come se tutto si fosse fermato e ora esisteva solo quel momento.

Il contatto con la natura era sempre stata come una terapia per lui. Nel momento in cui passava del tempo con essa, anche solo quel poco, lo faceva stare meglio con sé stesso.

Quel momento di pace assoluta fu spezzato però, da una voce profonda ed estremamente rilassata: "Ti piace?"

Improvvisamente il corvino aprii gli occhi e lo guardò più male che potesse.
Non gli serviva per niente una chiacchierata inutile con il ragazzo fastidioso che suona sempre quello strumento che ti inquina l'acuto.

Almeno si era seduto ad un accettabile distanza, nell'altra panchina a fianco alla sua.

"Non è male" disse senza nessun accenno di emozione, provando poi a chiudere gli occhi e rilassarsi di nuovo.

Il biondo cenere spostò lo sguardo sul corvino analizzandolo attentamente cercando di non perdersi i dettagli più importanti.

Taehyung era sempre stato un ragazzo curioso e aperto, ma sicuramente e soprattutto misterioso.
Nessuno sapeva niente di lui, diceva frasi senza senso che per lui invece avevano senso, osservava, analizzava.
Lo reputavano strano.

Ma lui non si fece ma influenzare dagli altri, continuava semplicemente ad essere se stesso anche se in maniera... Strana. Non si era mai vergognato di quello che era.
Certo, aveva anche lui tante sicurezze, ma non permetteva a nessuno di fargli odiare se stesso.

Jungkook si accorse di un paio di occhi che lo fissavano senza distogliersi un secondo.

"Cosa guardi? Vuoi un autografo?"
chiese a voce alta quest'ultimo, perplesso e abbastanza infastidito.

"Non posso? È per caso un reato?"

"No ma sai, è piuttosto inquietante e imbarazzante"

"Potresti dirmi il tuo nome o sei una spia segreta e devi tenerlo segreto?"

Il corvino lo guardò di traverso, distogliendo lo sguardo poggiandolo sulle sfumature rosee e arancioni che coloravano il cielo.

"Non capisco perché vuoi così tanto saperlo, non credo ti cambi qualcosa" disse alzando le spalle indifferente, senza distogliere lo sguardo.

"Non penso che cambi anche per te dirmelo non credi?" rispose il biondo con un piccolo sorrisetto di chi sa che ha ragione.

Jungkook alzò gli occhi al cielo dalla poca pazienza che possiede tuonando: "Jungkook! Mi chiamo Jeon. Jungkook.
Ora puoi chiudere quella maledetta bocca"

Taehyung esultò mentalmente per aver ottenuto ciò che desiderava.

Si alzò e senza dire niente si allontanò dal minore, pensando che lasciarlo da solo fosse la miglior via per non iniziare una lite.

Tornò in casa e ad accoglierlo ci fu il suo cuginetto, il quale gli saltò in braccio energicamente.

"Zio Tae!!" urlò felice suo nipote regalandogli uno dei sorrisi migliori ha 32 denti

Nel frattempo Jungkook, non si accorse dell'orario e tornato a casa erano già le 7 di sera.

Aveva trascorso quasi tutto il pomeriggio a non pensare quasi a niente, l'unica cosa negativa fu il fastidioso violinista che gli aveva fatto praticamente l'interrogatorio.

Decise di andare subito a letto, senza nemmeno mangiare, e chiudere gli occhi per tutta la notte.

Domani gli sarebbero aspettati tutte le faccende non fatte quel giorno e il ritorno dei suoi genitori.

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ASPETTATE, allora ho deciso di cambiare la persona per la narrazione della storia perché secondo me alla 1° persona è troppo superficiale e semplice, così alla 3° sembra più seria la storia.

Spero vi stia piacendo, più avanti vi regalerò dei momenti taekook più belli e succosi ovviamente.

Come vi ho già detto questa storia sarà lentina quindi mi auguro abbiate tanta pazienza HAHAHAH

Grazie ancora a ognuno di voi per il supporto... Apprezzo anche se siete in pochi ❤️

From my window || taekook [in corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora