12.

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Dopo 2 giorni passati a reprimere il dolore fisico, Jungkook venne fatto uscire da quello stretto stanzino pieno di sporcizia.

Si diresse immediatamente verso il bagno di camera sua ed entrò dentro la vasca che piano piano si riempiva di acqua gelata.

Stava male, molto male e un bagno caldo era tutto quello che gli serviva, ma tutto quello che riusciva era aumentare il dolore nei confronti di se stesso.

Chiuse gli occhi cercando di pensare a quello che sarebbe successo in un futuro, se gli potesse capitare di peggio un giorno.

Vuoto.

Solo quello riusciva a percepire.

Non capiva se potesse ancora comportarsi come una persona normale, non sapeva più come comunicare, ma non era quella la cosa che lo preoccupava, d'altronde non gli piaceva e non avrebbe mai socializzato con nessuno.

Non si reputava un umano... Quasi come se tutto fosse solo un sogno e lui dovesse continuare ad andare avanti fino al risveglio.

Dopo il bagno, uscì e si guardò allo specchio: scie di macchie viola, cicatrici, bruciature segnavano il suo corpo.

Non riusciva più ad esprimere vere emozioni, per fino piangere era diventato un sentimento strano e insignificante.

Decise di andare a liberare la mente nell'unico posto in cui aveva possibilità.

Con il cappuccio della felpa che gli copriva quasi tutta la faccia, aveva però una visuale completa dell'alba arancione che gli si parlava davanti agli occhi.

Si focalizzò sul canto degli usignoli e i grilli che urlavano al posto dei galli.

Poi girando leggermente la testa, come si aspettava, trovò il biondo osservare a sua volta quel magnifico paesaggio.

"Stai... Bene?" quest'ultimo ruppe la quiete spostando il suo sguardo interamente sulla figura alla sua destra.

Jungkook sospirò girandosi anche lui verso il maggiore e lo fissò intensamente.

Nessuno glielo aveva chiesto da tempo.

Chi è lui per interessarsi così tanto?

"Vabene se il silenzio è una risposta?" dice ritornando a fissare un punto qualunque.
Già non riusciva a parlare con qualcuno, figuriamoci se riusciva a dirgli come si sentisse.

"Senti Jungkook... So che è un argomento molto delicato, ma.. Ho sentito le tue urla l'atro giorno e-" venne interrotto da un Jungkook che si girò più veloce che mai sputando:

"Non sono cose che ti riguardano." con una voce fredda e insensibile, che nasconde il panico e la sorpresa.

"Non voglio intromettermi è solo che mi sono preoccupat-"

"Che cosa? Preoccupato? Non farmi ridere" rise però istericamente, il minore.

"non sai niente di me Taehyung, meglio che ti fai i cazzi tuoi e continui a suonare quel violino fastidioso" sputò velenoso facendo per tornarsene dentro prima che il biondo non lo fermasse.

"ho parlato con la polizia"

"COSA HAI FATTO!?" gridò stupito e terrorizzato il corvino, il cuore dopo anni ricominciò a battere velocemente.

"Hai bisogno di essere aiutato da qualcuno Jungkook non è norm-"

"Ma chi cazzo ti credi di essere eh?
So solo il tuo nome e da un giorno all'altro pretendi di risolvere i MIEI problemi?" sputò arrabbiato il minore con gli occhi spalancati dalla rabbia.

From my window || taekook [in corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora