Sono passati due anni.
Due anni di inferno.
Due anni in cui non ho mai visto la luce completamente. Due anni che mi avevano creato cicatrici, traumi e odio verso me stesso.
Avevo capito che la vita ormai non aveva un senso, che io ero solo un oggetto che veniva usato a proprio piacemento.
Non ricevetti mai affetto in questi due anni, solo odio e odio. Parole che facevano ancora più male delle ferite vere e proprie.Ero inutile, tutto quello che facevo era inutile, non facevo mai felice nessuno.
Iniziai a non mangiare, a farmi del male nei momenti in cui mi facevo schifo.
Così iniziò la mia depressione.
Non riuscivo neanche a guardarmi allo specchio, sarei solo rimasto deluso della persona che sono diventata.
Il generoso, affettuoso, gentile, spiritoso Jungkook se ne era andato via ormai.
Era rimasta solo una persona senza valore, con uno scopo di vita senza significato.
Quel giorno ero stranamente nella mia camera, non in uno stanzino buio e stretto, e sentii uno strano provenire dal balcone.
Curioso da questa melodia mi alzai e zoppicando a causa dei vari dolori, intravidi una figura ai miei occhi nuova.
Essa suonava un oggetto strano, mai visto nella mia vita.
So solo che era rilassante e mi faceva sentire in un modo strano.Me ne ritornai in camera e decisi di evitare qualsiasi sentimento che provavo e di approfittarne di dormire, finché mi fosse permesso.
Come sempre, venni svegliato in maniera brusca e cattiva dal maggiordomo che mi disse di andare a fare colazione.
Non avevo fame.
Ma non avevo il diritto di dire quello che pensavo quindi scesi comunque e mi andai a sedere a tavola.
Non c'era nessuno quindi approfittai per mangiare solo un biscotto che feci fatica ad ingoiare.
Ormai provavo disgusto anche per il cibo.
Sparecchiai tutto e lavai i piatti per poi andare a sedermi su una sedia in sala.
Strani non ci fosse nessuno, di solito sono sempre pronti a darmi l'ordine della giornata.
Aspettai una decina di minuti e poi la mia matrigna aprii la porta molto tra i suoi pensieri.
Non appena mi vide si avvicinò, sempre con la sua faccia, da superiore."Una nuova famiglia si è trasferita ieri nel palazzo di fianco al nostro, li ho invitati a mangiare questa sera... Se ti azzardi a spicciare una parola ti faccio vedere io." disse minacciosa.
Annuii e basta, ormai abituato alla frase "Ti faccio vedere" "Vedi te".
"Ora vai a pulire la soffitta, la metà che non avevi fatto ovviamente." concluse fredda senza neanche degnarmi di uno sguardo.
Mi alzai e mi diressi immediatamente nella soffitta. Appena entrati sentii una puzza provenire dalla parte che non avevo ancora pulito, visto che è un pisto grande.
Tanta polvere, è questo significava sempre solo una cosa: mancanza di ossigeno.
Non mi ricordavo mai niente su di me, ma il fatto che ero allergico alla polvere ormai si faceva sempre sentire.
Così sistemai tutti i libri rovinati in una scatola, pulii gli scaffali e le ragnatele.
Avevo quasi terminato finché non sentii ancora quel fastidioso rumore proveniente da fuori.Mi affacciai completamente e inziai a fissare quel ragazzo giovane, il quale suonava quello strano strumento.
Quest'ultimo si accorse che lo stavo fissando così smise e dopo qualche secondo disse a voce piuttosto alta:
"Ehi! Io sono taehyung, tu saresti?""Non ti riguarda" dissi semplicemente io ritornandomene dentro impassibile.
Ma le persone come fanno ad essere così di buon umore?
Mi domandai annoiato prima di scendere e prepararmi ad un'altra possibile sgridata.
Quel giorno però ero abbastanza fortunato, i miei genitori erano troppo impegnati per preparare la cena per i nuovi vicini, così corsi in camera mia e chiusi gli occhi.
Il momento in cui mi sentivo meglio era quando dormivo e mi dimenticavo di tutto il mondo.
Mi focalizzavo solo sul dormire.
Non passavo la mia giornata in ansia.
Dormivo e basta.Due orette dopo il maggiordomo come di regola, mi venne ad avvertire, più che altro a svegliare.
Così cercai di vestirmi con i vestiti migliori che avevo, jeans neri attilati e una camicia anche essa nera ma con delle sfumature viola scuro.
Scesi e mi misi a tavola aspettando gli ospiti.
Dopo circa una ventina di minuti arrivarono e presero posto.La situazione era molto strana, non vedevo volti nuovi e non interagivo da tempo.
Mi sentivo... Solo strano.Non avevo il coraggio neanche di alzare la testa perché sapevo che mi avrebbero chiesto qualcosa a me direttamente e non potevo.
Così dopo tante chiacchierate tra gli adulti era arrivato il momento del dolce.
Fin lì andò tutto bene, fino a che quel ragazzo non mi parlò.
"Perché non mi volevi dire il tuo nome?"
mi chiese interrogativo.Sentii i brividi attraversarmi la schiena e sperai con tutto il mio cuore che nessuno lo avesse sentito.
Lo ignorai semplicemente, non volevo farmi picchiare a causa sua.
Lui capii che non volessi parlare così decise di ascoltare quelle noiose tematiche dei grandi.
Dopo la cena se ne andarono ringraziando e dopo un po' mi lasciarono andare in camera senza le solite ramanzine.
Non mi avevano fatto niente oggi, ma sicuramente domani avrebbero ricominciato e anche la mia vita sarebbe stata la stessa.
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From my window || taekook [in corso]
FanficJungkook a soli 4 anni dopo la morte dei suoi genitori, viene portato in un orfanotrofio nel quale ci resta fino a quando una severa famiglia lo adotta. Jungkook verrà maltrattato e usato da loro per anni e questo lo porterà a non provare più nient...