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Ora che ci penso, è forse il ricordo più bello del vostro matrimonio, l'unico in cui puoi dire senza problemi che siete stati più affiatati che mai.

Che volete che vi dica, se un rapporto è destinato a fallire raramente è colpa di una sola persona.

Ne sei proprio sicura?

No, non sono mai sicura di niente. 

Questo mondo mi ha reso incerta persino della mia stessa esistenza. Fatto sta che è andata come doveva andare: ci siamo liberati l'uno dell'altra. 

Era scritto nelle stelle, doveva andare così... più o meno.

Guardo Annie, la testa china sulla mia spalla, e mi sembra di sentire di nuovo i vetri infrangersi nella mia testa, così distolgo lo sguardo. 

Cerco qualcos'altro, qualunque altra cosa che sia in grado di farmi dimenticare uno dei tanti tragici momenti della mia vita, ma finisco per guardare il soffitto, nella malsana speranza che mi possa cadere in testa da un momento all'altro. 

Annie non è più nel mio campo visivo, ma il suo corpo è ancora lì, tra le mie braccia, caldo e pieno di vita.

"Ho fatto un disastro, lo so" – sussurro mentre le accarezzo una guancia delicatamente con le nocche, anche se riesco a percepire il suo fastidio ad ogni mio tocco – "Non credere che tutt'ora non riesca a dormirci su... è che a volte sento ancora la sua presenza, sai? Come se mi stesse chiamando dall'altro lato del letto, e mi volesse risucchiare verso la sua oscurità".

Ma cosa vuoi che gliene importi a quella bambina? È già molto se riesce a distingue un corpo caldo da uno freddo, non credere che solo perché tu sia in compagnia di un altro essere vivente tu abbia a disposizione un piccolo terapeuta a cui raccontare tutti i tuoi pensieri. Non è per niente così che funzionano le cose.

Sento la bocca di Annie appoggiarsi dolcemente sul mio collo. Il suo piccolo e tenero fiato mi riscalda la pelle ad ogni respiro, facendomi venire la pelle d'oca.

Ci sono momenti in cui devi semplicemente tacere, e lasciare che la vita continui il suo corso. Con o senza di te. Per favore, non fare niente che possa rovinare questo tenero momento, dubito che avrai il lusso di averne degli altri.

Appoggio la guancia sulla sua testolina e mi dondolo lentamente – "Quando ero giù di morale, papà mi avvolgeva sempre tra le sue braccia, mi diceva parole dolci, e sembrava trasportarmi un mondo completamente nuovo. Privo di tristezza e fatto solo di dolcezza e calore umano." – scandisco lentamente le parole, neanche stessi cantando una ninna nanna, stringendola a me con più forza.

"Devi sapere che papà era davvero bravo a ballare. Scommetto che se avesse potuto avrebbe fatto lo stesso anche con te, magari tenendoti in braccio proprio come sto facendo io, girando e girando fino a non riuscire a reggersi in piedi. O magari facendoti salire sulle punte dei suoi piedi, e ballando dolcemente in mezzo al salotto, con la luce calda dell'abatjour ad illuminarvi i vostri teneri visi sorridenti, incantanti dal momento e con gli occhi incastonati nei vostri rispettivi sguardi." – dico girando sul posto, fino a sentire lo stomaco salirmi in gola, lasciando il posto ad un'indescrivibile sensazione di vuoto. Sento l'energia sfuggirmi dalle mani, le ginocchia diventare sottili e instabili, sono sul punto di svenire.

"Ma cosa ho fatto?!" – cado in ginocchio. Un tuono accompagna la mia caduta, attutendo le mie urla ma non quelle di Annie. 

Prendo la bambina da sotto le ascelle e la porto davanti ai miei occhi, il suo viso a pochi centimetri dal mio – "Guardami, guardati!" – grido scuotendola. 

Annie torna a piangere, ma questa volta decido di farle compagnia – "Guarda come siamo diventate! Due donne disperate per l'assenza di un uomo. E non uno qualunque, ma del più meschino di tutti i farabutti!" – sento le braccia deboli nel sorreggere la bambina, così le lascio andare, poggiando Annie per terra.

Sogni d'oro AnnieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora