Capitolo 3

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Buon pomeriggio e buona domenica a tutti!
So che un po' mi odiate per come sta procedendo questa storia e dopo questo capitolo mi sa che mi odierete un pochino di più...

In ogni caso, vi chiedo di essere pazienti, giuro che le cose migliorano!

Ringrazio chiunque abbia dedicato un po' del suo tempo per leggere, commentare e votare la storia e vi lascio con il capitolo!

Un bacio
Sil


«Quindi li hai sentiti scopare nell'ufficio di fianco?» mi chiese Brooke in conferma di ciò che le avevo appena raccontato mentre, distrattamente, osservava i due vestiti che aveva di fronte.

«Sì, Brooke, te l'ho detto» sbuffai non realmente interessata a guardare i capi d'abbigliamento posti sugli scaffali di quel negozio.

Quando Brooke mi aveva invitata ad un meraviglioso pomeriggio di shopping tra donne, non avevo avuto il coraggio di rifiutare. Non passavamo quasi mai del tempo insieme e, per quanto odiassi andare in giro per negozi, mi mancava poter parlare con lei ed in generale stare assieme.
Mi pentii però di non averla convinta a stare a casa dopo appena dieci minuti in cui avevamo messo piede in un negozio, a volte mi dimenticavo di quanto potesse essere sfiancante andare a fare compere con lei.

«Ma sei sicura che stessero proprio scopando?» chiese alzando un sopracciglio mentre rimetteva a posto uno dei due vestiti e lanciava l'altro dentro la shopping bag appesa alla sua spalla.

«No, ora che mi ci fai pensare stavano probabilmente facendo la lotta – alzai gli occhi al cielo – certo che stavano scopando, pensi che sia così idiota?» borbottai infastidita dal suo essere così scettica.

Mi guardò per qualche secondo prima di voltarsi e continuare a camminare, tirando fuori di tanto in tanto qualche vestito o qualche maglioncino per capire se le interessasse comprarlo o meno.
Era la persona con più vestiti al mondo, probabilmente, ma ogni volta riusciva sempre a trovare infiniti capi da comprare, era incredibile.

La seguii e buttai a caso vestiti nella mia borsa quando me li passava, più per accontentarla che perché fossi davvero interessata a fare acquisti.

«Ti ha dato fastidio?» chiese poi.

Alzai le spalle trovando improvvisamente interessante un paio di jeans che avevo di fronte quando non seppi esattamente cosa rispondere.
Non avrei mai ammesso con lei che era stato addirittura eccitante ascoltare e avevo già decretato che non fosse corretto che mi permettessi di morire di gelosia ogni volta che lo vedevo con un'altra donna.
Una delle cose che mi dava più fastidio, comunque, non era che stesse con Allison, anche perché sarebbe stato ingiusto da parte mia pretendere che in quegli anni non avesse avuto una ragazza, ma che fosse estremamente gentile e cordiale con qualsiasi altra donna che si trovava sul nostro piano tranne che con me.

Lo avevo visto portare un caffè a Jessica, consolare Madison quando si era presentata in ufficio piangendo perché Ted, il ragazzo che aveva conosciuto online, era un idiota e persino offrire il pranzo a Stephanie un giorno che il capo le aveva fatto una ramanzina di un quarto d'ora quando lei si era persa una telefonata perché era dovuta andare urgentemente in bagno.
Piccole attenzioni che a me non aveva mai regalato. Non si era preoccupato di venire ad aiutarmi quando la macchinetta del caffè aveva deciso di fare i capricci e mi aveva sporcato la camicetta, né di dirmi qualche parola di conforto quando ero arrivata in ritardo di dieci minuti perché la metropolitana si era bloccata e Montgomery mi aveva fatto un richiamo.

Ma, comunque, non potevo sul serio lamentarmi né pretendere che mi trattasse come trattava tutti gli altri colleghi perché, di fatto, io non ero una persona qualunque e sicuramente non mi meritavo un trattamento gentile e premuroso da parte sua.

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