Buongiorno a tutti!
Ok, lo so che lo scorso capitolo è stato un po' pesante, ma prometto che i prossimi lo saranno un po' meno.Detto questo volevo avvertirvi che abbiamo passato il giro di boa, ossia siamo a metà della storia. Sinners avrà solo venti capitoli compreso l'epilogo, non credo fosse necessario andare troppo avanti con la storia di May ed Harry.
Sto lavorando a un'altra storia già da un po', non sono sicura di come verrà fuori né di quando verrà pubblicata se mai verrà pubblicata, ma volevo farvelo sapere.
Vi lascio al capitolo, come sempre ringrazio chi legge/vota/commenta.
Un bacio
Sil
Tutta l'euforia che avevo provato nel festeggiare il mio compleanno con le persone che mi erano più care al mondo era ormai un ricordo lontano.
Di momenti infelici nella mia vita ne avevo avuti forse anche troppi, ma nulla era paragonabile alla sensazione di vuoto che stavo provando in quel momento.
A differenza di quando avevo lasciato Harry, in cui avevo avuto il tempo almeno di metabolizzare e di pensare a quello che stavo facendo, quella volta tutto era successo troppo velocemente e non riuscivo nemmeno a registrare con esattezza il corso degli eventi.Non ricordavo molto di cosa fosse successo dopo averlo visto uscire dalla mia camera. Ricordavo James che non faceva altro che scusarsi per essere stato inopportuno, Niall che agitato provava a chiamarlo senza ovviamente ricevere risposta e le braccia della nonna che mi stringevano.
Erano comunque dei momenti confusi che si ripetevano nella mia testa perché, in realtà, non avevo percepito assolutamente più nulla dopo che Harry se n'era andato via in quel modo.
Ero sicura che una parte di me fosse definitivamente morta quando presi consapevolezza di aver mandato per l'ultima volta all'aria l'unica cosa bella della mia vita.Mi svegliai di controvoglia quella mattina, la testa pulsava di conseguenza al fatto che non avessi dormito molto e che mi ero addormentata solo dopo aver pianto praticamente tutte le mie lacrime.
Ero uno straccio e nemmeno la presenza di mia nonna e di Niall, che si era fermato a dormire sul divano, riuscirono a farmi stare meglio.
Pensai di chiedere a Montgomery una giornata di riposo, perché l'ultima cosa che volevo quel giorno era vedere Harry e ripensare a quanto successo la sera precedente, ma sapevo che se fossi rimasta a casa, mia nonna mi avrebbe trattato come una bambina bisognosa di affetto ed allora mi diedi una svegliata e mi preparai per uscire di casa.Avevo provato a convincere i miei amici a rinunciare a festeggiare quella sera, ma Luke sarebbe venuto apposta approfittando del mio compleanno per passare il weekend con la sua famiglia e Brooke non aveva voluto sentire ragioni.
Il tragitto in metropolitana fu più estenuante del solito, specialmente per il martellante dolore alla testa che non accennava a diminuire e nemmeno il doppio caffè che mi ero presa al bar mi aveva aiutata granché.
Arrivai al dodicesimo piano della Montgomery's Publishing House con l'idea di non parlare con nessuno, chiudermi nel mio ufficio e uscirci solo la sera, ma i miei piani andarono in fumo non appena Madison mi bloccò appena fuori dell'ascensore per trascinarmi nella sala break.
Mi costrinsi a sorridere quando vidi una piccola torta sul tavolo ed un paio di candeline accese ed allora mi avvicinai per soffiarvi sopra sforzandomi di ringraziare i miei colleghi dopo che mi ebbero fatto gli auguri.Non ci speravo molto, ma passai comunque in rassegna i volti di tutti i presenti e nonostante non mi fossi aspettata di vederlo, il mio cuore sprofondò ancora un po' di più nel baratro quando non lo trovai lì insieme a tutti gli altri.
Riuscii a chiudermi nel mio ufficio solo dopo aver assecondato Sam a leggermi una poesia davvero patetica che mi aveva scritto e dopo aver aperto un regalo inutile di Madison, mettendo su l'aria più convincente che avessi per fare finta che avessi apprezzato entrambi i gesti.
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Sinners [H.S.]
FanfictionSEQUEL DI INNOCENCE [...] La guardai poi passarsi una mano fra i capelli e girarsi verso di me, aprì la bocca un paio di volte prima di scuotere la testa e tornare a sedersi composta sui sedili, prima ancora che potessi chiederle a cosa stesse pensa...