Buongiorno e buon ultimo giorno dell'anno a tutti!
Ho pensato che per concludere questo 2023 ci volesse un bel capitolo un po' più felice rispetto ai precedenti.
Spero che questo anno sia stato per voi ricco di felicità e di cose belle e che il prossimo 2024 vi riservi altrettante gioie e sia ancora meglio di quello appena passato.
Sicuramente, per Harry e May qui ci sarà una bella svolta, ma non vi voglio spoilerare niente!Vi lascio al capitolo sperando che vi piaccia tanto quanto a me è piaciuto scriverlo, ringrazio come sempre chi legge/vota/commenta e vi mando un grosso bacio.
Alla prossima
Sil
Mai nella vita credevo possibile di avere la forza di rifiutare Harry in quel modo. Non so esattamente cosa fosse successo nel mio cervello per far sì che per una volta nella mia vita non mi comportassi in maniera impulsiva e che ragionassi sulle cose.
Che avesse lasciato Allison era solo un qualcosa di più, ma c'erano ancora troppe cose che aleggiavano sulle nostre teste e non avrei più permesso a nessuno dei due di imbarcarci in qualcosa senza essere sicuri di quello che stavamo facendo.Avevo chiesto al tassista che mi stava portando a casa di lasciarmi all'imbocco del parco, avrei fatto gli ultimi metri verso casa a piedi, sentivo il bisogno di camminare un po' e di schiarirmi le idee, nonostante fossero quasi le due del mattino e non fosse propriamente intelligente stare in un parco a tarda notte.
Mi fermai ad un certo punto su una panchina per riposare un po' i piedi stanchi, panchina che comunque non avevo scelto a caso.
Il parco di Boston era decisamente il mio posto preferito in tutta la città e avevo così tanti ricordi là dentro che avrei potuto riempire almeno due libri interi di racconti.
La panchina sul quale mi ero seduta era vicino al laghetto delle oche dove da sempre mi era piaciuto sedermi ed osservare il panorama o semplicemente dare da mangiare agli animali.Era sempre stato un po' il mio rifugio, ogni volta che avevo bisogno di stare da sola era lì che andavo e mi aiutava a pensare e a calmarmi.
Su quella panchina mi ci ero rifugiata quando mia madre si era presentata a casa mia con Judith per mano alla ricerca di un posto dove stare, non mi era ancora chiaro come avesse avuto il mio indirizzo, ma era venuta lì raccontandomi di come non riuscisse più a stare con mio padre ed io ero semplicemente scappata via senza chiederle nessuna spiegazione in più.Harry era venuto a cercarmi dopo un paio d'ore dicendomi che l'aveva fatta entrare e aveva dato qualcosa di caldo da mangiare a Judith, chiedendomi se avessi voluto farle rimanere o altrimenti le avrebbe mandate via ed era sempre su quella stessa panchina che mi aveva ritrovato quando, appena un mese dopo, mia madre era nuovamente andata via portandosi via parte dei nostri pochi risparmi.
Quel laghetto mi ricordava tutti quei pomeriggi che avevo passato a piangere dopo che il dottore mi aveva dato quella brutta notizia ed io non sapevo proprio cosa fare. In quel parco avevo vissuto talmente tanti momenti che la mia testa faticava a cercare un ricordo sul quale soffermarsi per riviverlo ancora.
Mi alzai da lì solo quando mi resi conto che ero stata fin troppo tempo seduta e che era veramente troppo tardi per rimanere lì da sola e allora mi affrettai a tornare a casa, anche perché il mio cellulare era ormai morto e se mi fosse successo qualcosa non avrei nemmeno avuto modo di avvisare qualcuno.
Quando finalmente raggiunsi il portone di casa mia, entrai flemmaticamente nell'ascensore e mi tolsi le scarpe dopo aver schiacciato il tasto del mio piano aspettando di poter entrare in casa, svestirmi e mettermi a letto.
Per quando poi arrivai davanti alla porta, per poco non mi venne un infarto. Harry era scomodamente mezzo sdraiato contro la mia porta, la testa leggermente inclinata di lato e le braccia conserte al petto, addormentato in una posizione che a lungo andare lo avrebbe fatto svegliare con dolori in qualsiasi parte del corpo.
STAI LEGGENDO
Sinners [H.S.]
FanfictionSEQUEL DI INNOCENCE [...] La guardai poi passarsi una mano fra i capelli e girarsi verso di me, aprì la bocca un paio di volte prima di scuotere la testa e tornare a sedersi composta sui sedili, prima ancora che potessi chiederle a cosa stesse pensa...