Capitolo 8

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Come promesso, ecco il nuovo capitolo! Vi avevo detto che sarei stata più veloce a caricarli ed intendo mantenere la promessa. 

Questo è stato un capitolo un po' difficile da scrivere, spero di essere riuscita a farvi percepire tutte le emozioni che volevo mostrare sia da parte di May, ma soprattutto da parte di Harry. 

Spero che il capitolo vi piaccia, come sempre ringrazio chi legge/vota/commenta la storia. 

Buona lettura e alla prossima

Sil


Spensi il computer e mi strofinai gli occhi stanchi dopo quella lunga giornata di lavoro. Quel giorno mi sembrava di non aver staccato gli occhi dallo schermo un solo secondo, tra il finire di lavorare ad un libro di Sam e iniziare a lavorare al libro di Harry per il progetto, sembrava che non avessi avuto un momento di pausa.

In generale, era stata una settimana stancante e stressante. Avevo finito la bozza del software ed il prototipo che avevo costruito sembrava supportarlo bene, ora non restava che piazzarci dentro il libro e lavorare a tutte le feature che io ed Harry avevamo pensato di implementare.
Oltre al lavoro, poi, c'era tutto il resto della mia vita che mi stressava terribilmente, tuttavia, negli ultimi giorni qualcosa era almeno ritornata a posto.

Qualche sera dopo la nostra seconda litigata, infatti, mi era quasi venuto un infarto quando avevo trovato Niall sdraiato sul mio letto dopo essere uscita dalla doccia.
Non mi aspettavo di certo che si sarebbe presentato senza preavviso, né che lo facesse per chiarire la situazione. Eravamo entrambi orgogliosi, forse troppo, quindi gli fui estremamente grata quando decise di essere lui a fare il primo passo.

Mi ero seduta sul letto di fianco a lui ed eravamo rimasti in silenzio per diversi minuti prima che si avvicinasse di più a me per stringermi in un abbraccio.
Avevamo parlato, ci eravamo chiesti entrambi scusa. Lui per come mi aveva trattata, io per avergli tenuto nascosto di essere andata a letto con Harry e aver complicato ancora di più le cose. Rimaneva comunque dell'idea che dovessimo parlare, prima o poi, e di questo non potevo dargli torto, ma era stato anche gentile nel dirmi che mi avrebbe supportata se e quando avessi deciso di farlo.
Gli avevo poi chiesto di parlarmi un po' di lui, di dirmi cosa fosse successo dopo la mia partenza, ma si era categoricamente rifiutato di farlo e non potei biasimarlo neanche per questo, d'altronde dirmi qualcosa che Harry fino a quel momento aveva deciso di non dirmi, sarebbe stato come andare da lui e spifferargli tutto quanto. Per questo non insistetti più di tanto.
Potevo quindi ritenermi soddisfatta di quella settimana, il lavoro stava procedendo e almeno un pezzo della mia vita era tornato a posto.

Dopo aver tirato un'occhiata all'orologio decretai che fosse ormai ora di andare a casa, anche perché la fine del turno di lavoro era passata da un pezzo, ed allora raccolsi le mie cose e mi misi la giacca pronta ad uscire finalmente da lì senza vedere l'ora di potermi sdraiare sul divano e rilassarmi.

Spensi le luci ed uscii dal mio ufficio, mi ero ormai abituata in quei giorni ad essere praticamente l'ultima ad andarmene, solo Harry talvolta si fermava più di me ed infatti non mi stupii vedere la sua luce ancora accesa.
Di solito sarei entrata nel suo ufficio e lo avrei salutato, ma quella sera la sua porta era aperta e alcune risate riecheggiavano all'interno delle mura silenziose del dodicesimo piano del palazzo.

Sentii chiaramente la voce del riccio dire «Dammi ancora qualche minuto e ce ne andiamo». Così come sentii il chiaro schiocco di un bacio subito dopo quella frase.
Decisi allora di rinunciare a salutarlo per quella sera e mi diressi a passo svelto verso l'ascensore, solo per venire bloccata da una voce che chiamava il mio nome proprio mentre passavo davanti alla sua porta.

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