Capitolo 6

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Buongiorno a tutti! So che non è domenica, ma visto che ho saltato l'aggiornamento ho deciso di mettere oggi il capitolo. 

Ovviamente ora la storia diventa un po' più movimentata, spero che i prossimi capitoli vi piacciano e soprattutto che non abbiate voglia di ammazzarmi! 

Detto questo, grazie come sempre a chi ha letto/votato/commentato la storia, vi lascio al capitolo e ci vediamo alla prossima.

Un bacio

Sil


Io e Niall ci conoscevamo da ormai più di vent'anni e da quando eravamo diventati amici non c'era mai stato nessun tipo di segreto tra di noi.
Per tutta la mia vita era stato il mio punto fisso, la persona da cui andavo ogni volta che qualcosa andava storta o sempre il primo a sapere qualsiasi cosa che mi riguardasse.
Non avevo mai sentito la necessità di mentirgli o di omettere qualcosa e non perché avessi qualche tipo di regola morale che mi impedisse di farlo, ma semplicemente perché si sarebbe accorto da solo che lo stavo facendo.

Non c'erano mai stati segreti tra di noi, né il pudore che ci dovrebbe essere nel raccontare determinate cose ad un tuo semplice amico per di più del sesso opposto.
Anche quando eravamo lontani, lui a Boston ed io dall'altra parte del mondo, ci chiamavamo tutti i giorni fregandocene completamente del fuso orario.
Niall era sempre stato sinceramente il migliore amico che avessi mai potuto avere, non mi aveva mai giudicato nemmeno una volta, certo non si era mai nascosto in finte parole di conforto quando credeva che sbagliassi e non mi aveva mai difesa se non pensava che fossi dalla parte della ragione, e forse era proprio questo il fulcro della nostra amicizia, ma non si era mai permesso di giudicare nessuna delle mie scelte o delle mie azioni.

Per questo quando una sera che aveva deciso di venire a casa mia ed usare le chiavi che gli avevo dato per le emergenze e lo avevo trovato sdraiato sul mio divano appena ero tornata a casa dal lavoro, e mi resi conto che non gli avevo detto nulla di ciò che era successo proprio su quel divano appena qualche sera prima, mi sentii tremendamente in colpa, così come mi sentii in colpa di non avergli confessato tutte quelle volte in cui io ed Harry ci eravamo provocati fino a quando non era successo l'irreparabile.

Lo salutai e andai velocemente in camera da letto per indossare qualcosa di più comodo, lo ringraziai quando mi disse che aveva ordinato una pizza per entrambi e mi sedetti sul divano di fianco a lui che non perse tempo ad appoggiare la testa sulle mie gambe mentre continuava a guardare una puntata di un quiz televisivo.

Avrei potuto dirglielo, comunque, avrei potuto raccontargli di come Harry mi aveva presa su quel divano, di come il nostro rapporto in ufficio si fosse raffreddato ancora di più, ché ora non ci guardavamo nemmeno in faccia quando ci incontravamo casualmente. Avrei potuto dirgli che da quella sera non facevo altro che pensare a lui, che mi aiutasse a trovare il coraggio per confessare la verità al riccio e sperare che le cose si sistemassero o del dolore che provavo nel vederlo tutti i giorni e di come mi trattasse con indifferenza tenendo fede alla sua promessa di fare finta di nulla, come se fosse stata una serata di sesso occasionale con qualsiasi altra persona.

Rimasi però in silenzio, perché Niall era il mio migliore amico, ma era anche il migliore amico di Harry e anche se i nostri rapporti erano totalmente differenti, sapevo che dirgli tutto quanto lo avrebbe messo in una posizione scomoda e allora decisi che forse era meglio, per una volta, tenere quel piccolo segreto per me.

Per quando arrivarono le pizze e ci sistemammo in cucina, però, ero ormai certa che ci fosse qualcosa che non andava. Non mi aveva praticamente rivolto la parola, non mi guardava in faccia ed aveva semplicemente risposto a monosillabi a qualsiasi domanda gli avessi posto.

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