Capitolo 16

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Rimasi per tutta la notte da sola, non avevo voglia di parlare con qualcuno. Cris era venuto dietro la porta e aveva pensato: stai tranquilla, ho detto agli altri che vuoi stare da sola perchè ti stai preparando mentalmente alla battaglia.

Grazie Cris. Pensai aprendo la mente.

Ero stata per tutta la notte davanti la finestra, avevo ripensato ad ogni singola parola che mi aveva detto Paul, ad ogni singolo bacio che ci siamo dati, a tutte le notti che avevamo passato assieme. Non piangevo, ma infondo al cuore, faceva ancora molto male.

All'alba mi stendetti sul letto e mi guardai intorno. Avevo perso troppo tempo, non mi sembrava ancora vero che erano passati dieci anni. Era passato troppo tempo. In quel momento Alexander bussò alla porta e mi disse: << Aurora, apri la porta, ti prego. >>

Mi alzai rapidamente e aprii la porta, Alexander mi guardò stupefatto, avevo i capelli tutti arruffati e l'aria un po' stanca, avevo la tipica aria di un umano appena sveglio.

Entrò nella stanza, ci sedemmo sul letto e mi abbracciò con forza.

<< Sei pentita per quello che è successo ieri? >> disse guardandomi negli occhi.

<< No, per niente. Non è per quello, sono preoccupata per la battaglia. Tutto dipende da me, se riesco nel mio intento tutti vinciamo, se non riesco tutti perdiamo. >>

Mi guardò, sorrise e accarezzandomi una guancia disse: << Allora è solo questo il problema? Non devi avere paura, tu ce la farai. In tutti questi anni hai trasformato la tua grazia nel ballo in abilità di combattimento. Sei agile, veloce, furtiva e scaltra, sei l'unica che può compiere questo compito. >>

<< E se non ce la dovessi fare? >> dissi preoccupata.

<< Ce la farai, basta solo allenarsi un po'. >>

<< Allenarsi? >>

Mi prese per la mano e mi tirò verso il soggiorno. Non mi diede nemmeno il tempo di salutare tutti che mi trascinò fuori dalla porta. Pensai che voleva portarmi nella foresta, ma mi trascinò dietro la casa. Nonostante ci avessi passato molto tempo in quella casa, non ero mai andata nel retro. C'era una specie di casetta per gli attrezzi, era piccolissima, ci poteva entrare massimo due persone. Alexander mi tirò davanti la porta e scesimo le scale a chiocciola che si trovavano subito più avanti. Appena le scale finirono rimasi estasiata da quello che vidi. La casa di Alice era costruito su una specie di grotta, lì sotto c'era un'altra casa. C'era molto buio, ma per noi vampiri non era un problema. Camminammo per qualche metro e poi ci trovammo di fronte ad una stanza molto più grande del soggiorno. Al centro della stanza c'era un'enorme tavolo con sopra appoggiati alcuni libri molto antichi, il muro difronte a me era ricoperto da un'enorme libreria con molti libri, erano libri sulle origini e su tutta la storia e l'anatomia dei vampiri.

<< Adesso sai dove Cris prende tutti quei libri, tutto quello che riguarda la nostra natura lo affascina. Questi sono tutti i libri del padre di Alice, ne ha più di dieci mila tutti in questa stanza. >>

<< Ma come posso allenarmi qui dentro? >> dissi stupita.

<< Ancora non hai visto niente. >>

Alexander mi prese la mano e mi tirò verso il muro spoglio alla mia destra. A pochi metri dal muro Alexander mi disse di fermarmi e lui si avvicinò ancora di più. Non capivo che stava facendo, fino a quando prese dalla sua tasca una chiave minuscola e la infilò in una serratura impercettibile ad un occhio umano. In quel momento Alexander venne indietro, mi prese la mano e il muro si aprii in due. Non potevo crederci, credevo che solo nei film esistevano varchi segreti. Ma perchè mi stupivo ancora di quello che vedevo? Avevo scoperto a soli diciotto anni che il mondo che vedevo era soltanto un'illusione, che molte cose non conoscevo. Certo che però i passaggi segreti mancavano alla mia lista delle cose da scoprire. La stanza nascosta dietro il muro non era come quella che avevo appena visto, era una specie di laboratorio. Le mura erano bianche, gli armadi erano bianchi, le lampadine emanavano luce bianca.

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