~Capitolo 10~

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Minho pov:

Non ho ben capito cosa sia successo qualche minuto fa, ma di certo è stato bellissimo. Non mi sentivo così bene da non so quanto tempo. Dopo un lungo periodo finalmente avevo riso per davvero. Non una di quelle risate che fai tanto per, ma una risata vera e propria, piena di gioia.

Non avevo ancora collegato che però quella risata me l'aveva fatta nascere, ancora e per ora, un totale sconosciuto. Perché si. Io e Jisung eravamo ancora due sconosciuti, che però da quanto mi è sembrato di capire, volevano conoscersi a vicenda.

Entrammo in casa bagnanti fradici  ridendo come due deficienti, e ancora con le nostre mani intrecciate.

"Jisung cos'è tutto questo casino?!" urlò quella che probabilmente era sua madre, dal piano superiore.

Vidi spuntare una testa mora dalle scale. Una donna abbastanza bassa, capelli mori e una delicata frangetta che si appoggiava sulla sua fronte. Aveva le guance piene come quelle di Jisung, lo stesso per gli occhi.

"Oh ciao. Sei un amico di mio figlio?" chiese la donna confusa. Probabilmente perché non mi aveva mai visto.

Prima che Jisung rispondesse sentì le nostre mani sciogliersi, ora non più intrecciate "oh sei a casa...si comunque lui è un mio amico" mi indicò guardandomi con un sorriso pieno "ti dispiace se mangia da noi statera?"

Lo fermai subito "nono non ce n'è bisogno, assolutamente. Non vorrei disturbare"

"Tranquillo caro resta, poi stasera il padre di Jisung non c'è per una cena di lavoro, mi farebbe piacere stare in compagnia di un suo nuovo amico" mi disse sorridendomi.

Nuovo amico? Quante persone aveva portato a casa sua Jisung?

Mi soffermai un po' su questa domanda, fino a quando il minore mi risvegliò dai miei pensieri.

"Mh...se vuoi ti presto i miei vestiti. Non penso che tu voglia stare così per tutta la sera" mi chiese senza guardarmi.

Non capivo in realtà quale fosse il suo carattere. So che è una persona molto sociale tutto, però spesso mi brava estremamente timido.

Per la seconda volta interruppe i miei pensieri, stavolta prendendomi per mano, probabilmente diretti verso la sua stanza.

"Beh come vedi mi vesto abbastanza largo quindi non penso sia un problema darti i miei vestiti" disse una volta raggiunti camera sua e lasciandomi la mano.

Era una camera decisamente bella, rispecchiava per filo e per segno il suo carattere. Le pareti erano blu scuro con vari disegni appesi su di esso, il suo letto da una piazza e mezza e si trovava a destra della stanza e con a sinistra una finestra. Erano spente ma potevo vedere una grossa quantità di led sparsi per tutta la camera, una grandissima scrivania molto in disordine, come il resto della camera dopotutto. Vicino la finestra si trovava una grossa libreria, dove si trovavano sia libri di scuola che libri suoi personali. Sul comodino vicino al letto c'erano varie foto di lui e quelli che saranno stati i suoi più cari amici.

"Tieni. Se vuoi farti una doccia dimmelo che ti dò delle mutande"

Sbuffai per la insolita domanda. Insomma...sono solo mutande ok, ma ci conosciamo ben poco. Alzai lo sguardo e lo vidi rosso, probabilmente aveva collegato quello che aveva appena detto.

"Tranquillo mi cambio solo, stai già facendo molto per me" pesi i vestiti che mi aveva dato chiedendogli poi dove si trovava il bagno per andarmi a cambiare.

Mi chiusi la porta alle mie spalle appoggiandomici. Pensai un po' a cosa era successo in quella giornata. Così tante cose in così poco tempo. Già mi fidavo poco delle persone, stavolta ero andato pure a mangiare a casa di un estraneo. Qualcosa però mi diceva che io e lui saremmo potuti diventare amici. Tutto dipendeva da me, mi sarei solo dovuto fidare e questa volta avevo alte prospettive.

a look | minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora