~Capitolo 6~

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Minho pov:

L'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento sarebbe stato strozzare il mio migliore amico, nonché il solo e unico Hwang Hyunjin.

Ero in un "ristorante" di ramen nel cuore della notte, con a fianco Hyunjin a destra e Han Jisung a sinistra.

Si poteva vedere il disagio di quest'ultimo da milioni di chilometri di distanza. E io non ero da meno.

Intanto che quel Felix e Hyunjin parlavano come se fossero amici da chissà quanto, io e Han stavamo aspettando i nostri ordini.

Ammetto di essermi fermato a guardarlo più volte. Era così piccolo e carino, con quelle sue guanciotte piene, e quei capelli biondi, dall'aspetto così morbidi e setosi.

Stavolta mi fermai più del dovuto a fissare i suoi occhi piccoli e tondi di un colore marroncino chiaro, e quest'ultimo se ne accorse guardandomi poi abbastanza perplesso.

"Stavolta sono io che ti chiedo se serve qualcosa" disse sorridendo ampiamente, facendo riferimento a qualche giorno fa quando è stato lui a fissarmi per primo.

Che bel sorriso, fu l'unica cosa che pensai in quel momento e mi fermai a fissare le sue labbra di un rosa carne acceso.

Il più piccolo arrossì immediatamente e girò la testa dall'altra parte.

Stavo per dire qualcosa ma arrivò il cameriere con i piatti di ramen che avevamo ordinato qualche minuto prima.

Iniziai a mangiare, e l'unico rumore presente in quel luogo era Felix e Hyunjin che continuavano a parlare.

"Da come ti ho visto in giro e da come raccontano le persone pensavo fossi uno di tante parole..." dissi alzando subito dopo lo sguardo su di lui "ma a me non sembra che parli molto"

Non sono mai stato tipo da iniziare una conversazione, ma tutto quel imbarazzo mi stava uccidendo e non riuscivo più a sopportarlo.
Han con le guance piene mi fissò sconvolto e rosso in volto. Si sbrigò a mandare giù il boccone di cibo che aveva in bocca per poi parlare.

"Si hai ragione. Sai di solito non sono così....muto diciamo. Non ho la più pallida idea del perché io mi senta così in questo momento" disse tutto d'un fiato.

Lo guardai con il gomito appoggiato sul bancone e la mano che mi sorreggeva la testa sorridendo "così come?"

Lo sentì schiarirsi la gola per poi girarsi del tutto verso di me "non ti mentirò anche perché non ne sono ben capace. Sai in realtà la prima volta che io ti ho visto è stato quando ero in un locale con i meie vari giorni fa. Non so se tu mi abbia visto..... comunque" prese un grande sospiro per poi ricominciare a parlare "sei davvero bello e questa cosa mi crea questo grande muro che mi blocca. Non ho la più pallida idea del perché ma appena ti ho visto mi sono sentito mancare il fiato"

A quelle parole il sorriso che avevo in volto fino a pochi istanti prima scomparve come se non ci fosse mai stato. Certo, capisco. L'ennesima persona che mi nota solo per il mio bell'aspetto. Ma dopotutto cosa mi aspettavo. Non mi aveva mai parlato prima e soprattutto visto, solo ora che mi aveva notato ha iniziato a starmi intorno. Dovevo accorgermene fin da subito. Questa cosa mi è successo così tante volte che ormai ho perso il conto. La gente veniva da me solo per il mio bell'aspetto e nient'altro. Dopo aver preso quello che volevano se ne andavano soddisfatti, però il mio cuore soffriva ogni volta perché io ci tenevo davvero a quelle persone. L'unico che è sempre stato con me non per il mio aspetto è sempre stato solo hyunjin.

Dopo questo mi alzai e presi la mano di Hyunjin fregandomene se stesse ancora mangiando o parlando con Felix. lo portai fuori dal locale con lui che continuava a tempestarmi di domande, di cui non diedi una risposta neache a una di esse.

Perché ci stavo così male? In fondo non lo conoscevo nemmeno, era una semplice e stupida persona come tutte le altre, che mi volevano solo per l'aspetto. E allora perché mi vennero gli occhi lucidi? Forse perché almeno stavolta ci credevo, perché mi sembrava diverso. Beh, mi sbagliavo a quanto pare.

Dopo un po' non sentii più la voce del mio amico e mi fermai guardandolo.

"Min...anche lui...?" mi chiese avendo probabilmente già capito.

Annuì senza dire niente, ricominciando poi a camminare verso casa sua.



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