Warren's pov
SabatoAttendo ansioso l'arrivo di Jam, l'autista è stranamente in ritardo, decido di chiamarlo ma non mi arriva risposta.
Poco dopo sento il telefono squillare, vedo un numero sconosciuto e rispondo.
"Pronto" sento delle sirene in lontananza.
"Salve sono l'agente federale Emma Kais, sono riuscita a contattarla tramite la targa dell'auto GSV-140".
"Cosa succede?" Aggrotto la fronte e un brivido di panico mi pervade per un momento e devo concentrarmi per rimanere calmo.
"Ho qui con me il suo conducente, ha avuto un incidente davanti al silent park l'abbiamo trovato a diversi metri dall'auto." Rimango spiazzato e schiarisco la voce.
"Un incidente? E Jam? Sta bene?"
"Mi scusi non credo di capire, c'era un'altra persona col suo autista?"
"Si, l'autista doveva portare un'amica qui dove sono ora."
Infilo due dita nella cravatta e mi sembra di non respirare.
"Mi dispiace signore temo di doverla avvisare che qui a parte lui non c'è alcuna traccia di una donna." I miei piedi cominciano a puntare verso l'uscita e inizio a camminare a passo svelto.
"In due minuti sarò da voi"
Riaggancio e il panico prende definitivamente il sopravvento.
Esco velocemente dal ristorante e prendo l'auto che ad alta velocità mi porta al luogo dell'incidente.
Vedo diverse auto della polizia e accosto poco prima, scendo e corro verso il suv capovolto, non ci posso credere...
Cerco di avvicinarmi all'auto ma degli agenti mi fermano "La prego stia lontano è pericoloso!" Tento di scrostarmi dalla loro presa.
"LASCIATEMI.JAM! JAM DOVE SEI?" Inizio ad urlare cercandola ma non ottengo risposta.
Mi giro e mi dirigo verso l'ambulanza dove trovo il mio autista seduto col sangue alla testa e un'agente bionda accanto a lui.
"Signor Warren? Sono Emma" dice avvicinandosi e porgendomi la mano.
La guardo per un attimo ancora intontito e rispondo "certo salve" continuando poi a cercarmi intorno.
"Se la donna-"
"Jasmine...si chiama Jasmine"
La interrompo
"Certo Jasmine, se Jasmine fosse qui lo sapremmo, ma non ce n'è traccia, la prego lasci fare a noi la troveremo non può essere andata lontana."
"Lo spero" dico guardandola.
Poi mi giro e intravedo la fitta foresta di fronte al parco.
Jam dove sei andata..?L'ALIENA
Le prime luci del sole filtrano attraverso la finestra che dava al balcone svegliandomi.
Infilo la testa sotto al cuscino, ho troppo sonno, dopo poco a malincuore mi tiro su, ormai sono sveglia e non riuscirò a riaddormentarmi.
Mi alzo dal letto ed esco dalla stanza, sbadigliando mi dirigo in bagno cercando di non far rumore, suppongo che Levi stia ancora dormendo.
Arrivo alla porta del bagno e apro la porta ancora con gli occhi semichiusi.
Appena la porta si apre la prima cosa che mi trovo davanti è Levi che fa la doccia, nudo come mamma l'ha fatto.
Il sonno svanisce in meno di una frazione di secondo e il panico misto all'imbarazzo si impossessa di me.
"Buongiorno a te uccellino, vuoi entrare?" Dice ironico e in tutta risposta richiudo la porta così forte da far quasi venire giù l'intera casa.
'Buongiorno' la sua voce rimbomba nelle mie orecchie e appena sveglio è ancora più roca e profonda del solito.
Nella mia testa avrei voluto fosse un invito reale, sarei entrata con molto piacere ma mi dà ancora troppo sui nervi quell'uomo, è il mio corpo che risponde a lui in questo modo, ed è semplicemente perché sono sessualmente inattiva da troppo tempo.
Non ammetterò mai a me stessa che in realtà questi giochetti mi eccitano non poco.
Il suo carattere freddo e distaccato un pò mi ricorda Warren.
Chissà cosa avremmo fatto dopo la cena quel sabato se tutto non fosse andato a rotoli...
Avvampo e non mi rendo conto di essere rimasta fuori la porta per almeno 5 minuti.
La porta si riapre davanti a me e lui esce con un asciugamani attaccato in vita e un altro sulla testa che agita con le mani cercando di asciugare i capelli.
"Adesso è libero." Dice passandomi accanto senza nemmeno guardarmi.
"Non sapevo fossi già sveglio." Dico dopo essermi schiarita la gola mentre lo seguo con lo sguardo.
"Adesso lo sai." Fa scendere l'asciugamani intorno al collo e si gira leggermente verso di me dandomi il cento per cento del suo profilo. "Fà presto dobbiamo andare al quartier generale." Conclude continuando a camminare verso la porta di camera sua.
Entro in bagno e tolgo la camicia e la biancheria.
Entro nella vasca e comincio a lavarmi.
Rimugino su ciò che ha detto ieri Levi, a proposito di qualcuno che potrebbe volermi morta.
In effetti è la teoria più logica da seguire.
Lo so bene... l'ho sempre saputo, ma non ho mai voluto ammettere che la gente mi odiasse.
È da quando la mia famiglia è morta che non ricevo altro che astio e odio.
Esco dalla doccia e mi avvolgo in un asciugamani, ne prendo un altro e inizio a tamponare i capelli, oggi sembra esserci una bella giornata quindi si asciugheranno in fretta.
Esco dal bagno e mi dirigo in Camera mia, indosso la biancheria e la divisa che ho preparato ieri prima di andare a letto.
Afferro la maniglia della porta ma poi torno indietro e apro l'armadio.
Prendo la chiave che avevo nascosto nella borsa e la indosso come una collana nascondendola sotto la divisa.
Avendone parlato con Levi non mi sento tranquilla a lasciarla in casa, per il momento il posto più sicuro è con me.
Afferro di nuovo la maniglia e questa volta apro la porta, levi mi attende alla porta d'ingresso. "Finalmente." Si limita a dire e poi mi da le spalle aprendo la porta.
Ci dirigiamo verso la strada dove una carrozza ci attende e saliamo diretti verso il quartier generale.
"Mangia." Levi allunga la mano verso di me porgendomi qualcosa all'interno di un tovagliolo di stoffa.
"Grazie ma non ho fame." Dico freddamente.
Non riesco a guardarlo in faccia da stamattina, sono troppo in imbarazzo.
"Lo so che guardarmi fare la doccia è appagante, ma non posso permetterti di svenire in giro per il campo di addestramento capisci?" Sgrano gli occhi e avvampo alla sua affermazione. "Appagante? Chi tu? Hahaha certo come no."- afferro il tovagliolo col contenuto dalla sua mano e lo apro. -" e comunque c'era troppo vapore per vedere qualcosa." Dico cominciando a mangiare quella che credo sia una brioche.
"Allora la prossima volta cercherò di non fare tutto quel vapore." Ribatte con il suo solito tono calmo, poggia la schiena al sedile e chiude gli occhi mentre incrocia le braccia.
Dal mio canto invece devo metterci tutta me stessa per non strozzarmi alla sua affermazione mentre inizio a tossire il pezzo di brioche che mi ha fatto andare di traverso.
Il viaggio continua per un altro pò e finalmente arriviamo.
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L'isola dei demoni. {Levi Ackerman}
Fanfiction"Outside the Wall" Sentirsi fuori posto, come un alieno atterrato su un pianeta che non gli appartiene minimamente. La capacità di adattamento è propria della vita. Come un uccello che si libera in volo dopo aver passato una vita in cattività. Così...