La luce entra forte dalla finestra e mi tiro su abbassando le lenzuola.
Credo sia ora di pranzo, devo aver dormito un bel pò.
Levi non mi ha svegliata, è davvero andato via senza di me, ma non mi importa, adesso voglio rilassarmi e concentrarmi sulle mie faccende.
Mi tiro giù dal letto e vado in cucina ancora scalza.
Mi preparo del caffè e trovo dei fogli bianchi e una penna lì vicino.
Verso il caffè pronto in una tazza e prendo una manciata di fogli, mi siedo al lato della tavola in legno e lo sorseggio  mentre butto giù idee su come io sia finita qua.
Ripendo alla teoria della relatività e tra una cosa e l'altra rivivo il momento dell'incidente.
Il boato di un tuono e un fulmine, corrente magnetismo, magari Silent Hill ha qualcosa di particolare come non so, dei minerali al suo interno che reagiscono a qualcosa.
È improbabile che nessuno abbia notato una porticina nel suolo di una maledetta foresta, nonostante venga chiamato 'parco' non è che abbia effettivamente degli scivoli o delle altalene.
Ricalco la parola magnetismo sul foglio.
Cos'è che altera il magnetismo? Penso e ripenso e non trovo risposta.
La tazza rimane vuota al contrario della mia testa che è più confusa di prima a causa dei tantissimi pensieri che continuano ad aumentare.
Mi alzo, lavo la tazza e la rimetto al suo posto, mi dirigo in bagno e faccio una doccia calda, esco, vado in camera mia e mi vesto.
Passo accanto alla porta della sua camera e ricordo la sera in cui è tornato a casa ubriaco.
"È un idiota" dico tra me e me, ma i miei occhi non riescono a staccarsi da quella dannata porta e sento divampare in me il fuoco della curiosità.
Cammino a passo deciso verso il mio obiettivo e giro la maniglia, finalmente entro e chiudo la porta dietro di me.
La stanza si presenta normale, è leggermente più grande della mia, ha il
Letto al centro, un armadio, una chitarra nell'angolo e una scrivania.
È molto spoglia, semplice direi fin troppo minimalista, mi avvicino alla scrivania, sopra di essa c'è incorniciato un ritratto, è lui assieme ad Isabel e Furlan, lui sorride e penso tra me e me che è dannatamente provocante.
Istintivamente lo prendo per avvicinarlo al volto e osservarlo meglio, dalla cornice esce un foglio piegato che attira la mia attenzione.
Poso la cornice con il ritratto al suo posto e mi chino per prendere il foglio caduto sul pavimento.
Lo apro e inizio a leggere, sembra essere un contratto, spiega che i crimini di Furlan, Isabel e Levi vengano assolti a patto che loro entrino a far parte del coro di ricerca, e sotto annesse ci sono le loro firme.
Quindi in pratica loro tre non sono arruolati per propria volontà... e vorrebbe fare il moralista con me dicendo che penso solo ai miei interessi? Non vedo differenze.
Alzo gli occhi al cielo e ripongo accuratamente il documento al suo posto.
Apro qualche cassetto e vedo cose abbastanza normali, oggetti vari come candele, cinture e fiammiferi, nel secondo invece ci sono delle boccette di vetro contenenti delle erbe, l'ultimo cassetto in particolare attira la mia attenzione, all'interno c'è un coltello, sembra essere abbastanza vecchio ma sono sicura che sia ancora abbastanza affilato da poter uccidere qualcuno.
Richiudo tutto e apro l'armadio, non trovo nulla di interessante a parte vestiti vari, prettamente neri eccetto qualcosa di bianco o marrone e un altro paio di divise di ricambio.
Sospiro sconfitta ed esco richiudendo la porta dietro di me.
Vado in camera mia e mi fiondo sul letto senza chiudere la porta dicendomi che almeno passa un pò d'aria, considerando il caldo afoso saranno le cinque del pomeriggio.
Infilo la faccia nel cuscino e ripenso a casa mia, a Linda, Mark e Warren.
Chissà come saranno preoccupati per me, soprattutto Warren.
Mi sembra di risentire la sua voce, mentre mi invita a cena, quando mi chiama con quello stupido nomignolo 'bruta' e quando mi difende.
I miei pensieri cambiano gradualmente e il mio respiro è irregolare, sento il calore dell'eccitazione bruciarmi il basso ventre e le mie mani accarezzano le mie cosce e sembrano volermi dare di più.
Inarco leggermente il collo mentre mi scopro il petto e le dita iniziano a giocherellare con l'elastico delle mutandine.
Mi convinco del fatto che siano le mani di Warren e lascio scivolare un dito dentro di me lentamente e poi due.
Le immagini nella mia testa si sovrappongono, in alcuni tratti vedo lui e in altri Levi, ma non voglio fermarmi, so bene che il fatto di pensare a loro due in quel senso gli darà potere su di me, ma necessito di rilassarmi e non ho minimamente voglia di fermarmi a capire cosa mi stia succedendo.
Accompagno la mia frenesia con dei movimenti circolari sul clitoride, e poi spingo dentro e fuori prima di perdere totalmente il controllo.
Non provo a trattenere i miei gemiti e li lascio andare sempre più forti.
Sento arrivare il picco del mio piacere mentre immagino di essere con entrambi, che mi baciano, mi accarezzano e mi desiderano.
Il mio cervello ormai è andato, è come se mi fossi distaccata dalla realtà e in quel momento fossi esattamente lì insieme a loro.
"Ti prego..." supplico senza pensarci ad alta voce mentre li immagino stuzzicarmi ancora e ancora.
Salgo a cavalcioni sul cuscino e continuo a strofinarmici contro mentre stringo le lenzuola.
Finalmente vengo e sento i muscoli contrarsi in ripetuti spasmi per poi rilassarsi lasciandomi lì inerme a riprendere fiato.
Apro finalmente gli occhi e ritorno alla realtà.
So benissimo che è adesso il momento in cui devo rimettere apposto i miei pensieri e riflettere su ciò che ho appena desiderato, ma continuo ad ignorarlo, e prima che me ne accorga mi addormento.
Mi sveglio, è sera e sento odore di cibo venire dalla cucina, chiaro segno che Levi è rincasato.
Mi tiro giù dal letto e vado in cucina, lui è lì seduto a tavola mentre qualcosa bolle in pentola.
"Non ti ho sentito rientrare." Dico strofinandomi gli occhi e andando verso la pentola per curiosare.
Carne e patate, mi sposto e prendo forchette e coltelli per apparecchiare, ma sento dietro di me la sua presenza e le sue mani sono salde sul bancone della cucina mentre mi cingono la vita, i miei occhi ricadono sulle vene che decorano le braccia.
"Che succed-" non riesco a terminare la frase e sento il calore del suo respiro sul collo, respira affannosamente vicino al mio orecchio e il tutto mi manda feroci vibrazioni lungo il corpo.
"Chi ?" Mi chiede mentre mi spinge ancora più forte verso il bordo del banco, tanto da costringermi a piegarmi in due.
"Cosa significa?" Rispondo e lui mi stringe una mano intorno al collo, una pressione leggera si ma da sembrare fatale.
Il suo corpo continua a spingersi sul mio ed è questo che manda davvero a puttane il mio respiro.
" 'ti prego', sono parole tue, a chi stavi pensando mentre ti rilassavi?"
La sua voce è profonda e il tono è basso e minaccioso.
"Mi hai spiata?" Dico mentre cerco di tenere a freno l' imbarazzo.
Mi morde leggermente il lobo e sento piccoli morsi scendere lungo tutto il collo, cerco di non abbandonarmi alla sensazione piacevole.
"Rispondi."
Si ferma e la sua mano scende fino al seno cominciando a palparlo.
"Sono semplicemente entrato senza bussare e ti ho colta in un momento privato, è lo stesso che hai fatto tu."
L'altra mano mi accarezza il ventre e ci stacchiamo leggermente dal ripiano, mi tiene stretta senza lasciarmi vie di fuga, la sua mano scende tra le mie cosce e cerca il permesso per entrare nel mio punto debole.
Mentirei se dicessi di non essere bagnata, in realtà credo di essere estremamente eccitata e non muoio dalla voglia di fargli sapere che ha quest'effetto su di me.
"Non mi sembra di essere rimasta così a lungo da godermi lo spettacolo."
Mi fa perdere l'equilibrio per un istante e lui trova accesso alla mia zona più intima.
Comincia a massaggiarmi e mi mordo le labbra fino a sentire un sapore metallico per non gemere di piacere.
"Peccato che non ci sia stato alcuno spettacolo, è andata via dopo di te." La sua fottuta voce è un'arma letale, stringo senza pensare le gambe intorno alla sua mano, quasi come se non volessi fargliela togliere e al tempo stesso vorrei fargli credere di non avere il mio consenso.
La sua mano continua a muoversi fregandosene altamente, come un riflesso chiudo gli occhi  e spingo il collo all'indietro posandolo sulla sua spalla mentre un orgasmo minaccia impetuoso di arrivare da un momento all'altro.
"Mi dispiace che sia andata via a causa mia ma non sono d'accordo col prendere il suo posto."  Dico affannata cercando di non perdere totalmente il controllo sotto al suo tocco.
"Non mi importa, ma ti ho fatto una domanda e non mi hai ancora risposto, a chi pensavi mentre ti toccavi così vogliosa?"
Il ritmo della sua mano accelera e un gemito scappa dalle mie labbra.
"A nessuno." Rispondo mentre poso le mie mani sui suoi avambracci per sostenermi.
Si ferma e si stacca da me, perdo nuovamente l'equilibrio per un attimo e un brivido di freddo mi pervade le zone dove precedentemente lui mi scaldava.
"A nessuno?" Allunga una mano per spegnere il fuoco sotto alla pentola e con l'altra mi trascina vicino al tavolo.
Mi ci fa sedere sopra e si posiziona tra le mie gambe.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 13 ⏰

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L'isola dei demoni. {Levi Ackerman}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora