Il suono dei suoi gemiti di sofferenza mi sveglia sudato nel cuore della notte.Sono le quattro del mattino e credo che la temperatura sia salita ancora.
È lì, che usa il mio braccio come cuscino e il suo respiro decisamente troppo caldo mi sfiora il petto facendomi sentire chiaramente il mio cazzo bucare i pantaloni.
Decido di controllarle la temperatura e spostandole i capelli con la mano poso le labbra sulla sua fronte.
La temperatura è abbastanza alta da stendere una belva feroce.
Sfilo piano il braccio e mi alzo cercando un pezzo di stoffa da poter bagnare con acqua fredda e un contenitore.
Li trovo , riempio una ciotola, immergo il panno e lo spremo gettando via l'acqua in eccesso.
Mi siedo sul bordo del letto e lo appoggio sulla sua fronte sperando possa darle almeno un po' di sollievo.
La vedo mugugnare sofferente qualcosa nel sonno mentre probabilmente cerca quel poco di sollievo da ciò che le ho appena posato sulla fronte
Non posso fare a meno di notare quanto sia gracile, per lei non deve essere facile lottare contro una febbre simile.
Le prendo il polso, è molto debole.
Cosa dovrei fare?
Inizio a rimuginare qualcosa nella mia testa per trovare una soluzione, non è che io abbia a che fare con questa roba tutti i giorni e onestamente non ho la più minima cazzo di idea di come comportarmi.
Completamente assorto sento la flebile voce venire da lei.
"Ehi..."non ha nemmeno la forza di parlare.
"Come ti senti?" chiedo cercando di non essere ironico anche se penso di conoscere la risposta. "Molto.. strana" continuo a guardarla e non so cosa dirle quindi decido di tenere la conversazione stabile "Hai la febbre alta".
"Capisco" dice accennando un piccolo sorriso.
"Erwin sta cercando un medico." Esorto mentre le prendo la stoffa dalla fronte con l'intenzione di bagnarla nuovamente.
"Levi... è notte fonda, non arriverà nessun medico."
La sua voce è tremante e i suoi occhioni mi guardano con un'espressione che non riesco a decifrare.
L'espressione sul suo volto mi arrapa ancora di più.
Lo so.
Lo so bene che non arriverà ma ammetto che non so se avrei preferito arrivasse o no.
"C'è un'altra soluzione." -La mia voce è ferma-"ma non credo ti piacerá." Guardo altrove mentee immergo la stoffa nell'acqua e sento i suoi occhi sulle mi spalle.
"Levi... guarda che non sono stupida, so cosa intendi. Ti ricordo che è il mio corpo, so bene di cosa ha bisogno..." i miei occhi tornano su di lei e diventa di un colore preoccupante ,lascio tutto ciò che sto facendo e mi volto totalmente guardandola dritto negli occhi.
Sa davvero di cosa parliamo? Sono sicuro che Dio mi stia giocando un brutto scherzo, non che io ci creda davvero a quella roba.
"È una tua scelta" accavallo le gambe sul bordo del letto cercando di mentire a me stesso.
Attualmente ce l'ho davvero duro, molto più di prima e non vorrei davvero sembrare uno stronzo che se ne approfitta in questo momento.
"Mi dispiace chiedertelo, ma ti prego... mi sento troppo male." -si guarda le dita che ha iniziato a torturare -"So che se sei tu va bene... pensandoci, da quando sono qui ti sei sempre preso cura di me a modo tuo, nonostante io vi serva per qualche scopo che ancora non conosco, ma non posso ignorare la situazione, e sono disposta a tutto pur di ritornare a casa." Il suo sguardo torna su di me e per un attimo la sua fronte si corruga e quasi sviene, è così debole da non reggersi nemmeno.
La prendo in tempo e la appoggio a me.
Non riesco a resistere a questa donna, e soprattutto ho davvero voglia di riempirla in questo momento. 'Se sei tu va bene' le sue parole continuano a saltare nel mio cervello da una parte all'altra come un proiettile, e non mi ci vuole troppo per cedere al desiderio di impormi su di lei.
La stendo delicatamente e mi arrampico sul letto mettendomi sopra di lei .
"Se sei tu a chiedermelo non mi tirerò certo indietro". Prendo il suo viso minuto tra le mani "sta attenta a non godere troppo uccellino" finalmente le nostre labbra si incontrano provocandomi ulteriori scintille di desiderioL'ALIENA
'Uccellino' mi ha chiamata di nuovo così, normalmente mi sarei incavolata ma il suo tono... Dio era così provocante che chiunque sano di mente avrebbe avuto la necessità di una visita dallo psicoanalista dopo aver visto lo sguardo di un simile demone mangiarti con gli occhi... quegli occhi.
Mi sta baciando e il suo tocco è delicato.
Ricambio il bacio e sono sicura di aver smesso di respirare per un attimo.
Lui aumenta la foga e lo sento arrotolarsi il mio labbro inferiore tra i denti, lo morde abbastanza forte da farmi scappare un piccolo gemito e subito dopo ci passa la lingua sopra risvegliando dentro di me una belva che desidera solo saltargli addosso.
Si stacca e in quel preciso momento tra le mie gambe iniziano a scorrere i succhi dell'eccitazione che mi sta dando quest'uomo così enigmatico misto alla droga.
Prendiamo fiato e mi fa sdraiare.
Sento l'eccitazione sgorgarmi dal corpo e credo di star bagnando il letto, le sue mani vagano sul mio corpo in modo delicato come se stesse perlustrando da cima a fondo la sua preda degustandola ma non mi danno tregua quando passano sulle mie cosce vietandomi di godere del suo tocco lì dove il mio corpo lo richede.
Si cala su di me e sento il suo respiro lungo il mio corpo poi la sua lingua decide di posarsi sul mio collo e rabbrividisco alla sensazione di lui che mordicchia e lecca ogni centimetro di me mentre scende sui miei seni.
Afferra con una mano il primo e stringe mentre con la lingua in un ringhio continua a stimolare l'altro e i miei capezzoli sono così duri da far quasi male.
Continuo a gemere e con le mani accarezzo la sua testa mentre le dita si godono la morbidezza dei suoi capelli.
Si stacca improvvisamente da me e un suono di protesta esce dalla mia bocca.
Alza lo sguardo verso di me e cerco di non perdermi nei suoi occhi cerulei stizzita e quasi non mi esce il fumo dalle orecchie in un misto di rabbia ed eccitazione.
"Che cazzo Levi ti prego credo di essere giá fin troppo pronta" sulle sue labbra si forma un ghigno e avvampo nuovamente, è come se si fosse trasformato in qualcosa che attrae a se ogni mia vibrazione di eccitazione e la parte peggiore è che la amplifica .
"Uccellino non posso certo farmi risucchiare da te vestito" insinua qualcosa guardandosi e di rimando subito raccolgo quel poco di energia che mi rimane e mi butto quasi disperata su di lui aiutandolo a svestirsi mentre avverto il pizzico di una malsana risatina da parte sua.
Si alza e finalmente sfila i pantaloni , ammiro estasiata il suo corpo mentre viene verso di me e per un attimo penso di essere stata fortunata ad aver incontrato proprio lui.
Torna sul letto e a me viene quasi da sbavare mentre si comanda su di me.
È davvero un fottuto demone, ogni cosa che ha lo valorizza in tutto e per tutto, qualche piccola cicatrice qua e là rendono ancora più selvaggia la sua bellezza amplificandola a livelli mostruosi e la mascella tagliente si irrigidisce mentre sale su di me.
Le cosce massicce e muscolose mantengono bene lo sforzo delle sue grandi spalle e l'addome scolpito, sulle sue braccia alcune vene camminano minacciando di esplodere mentre scendono sulle sue grandi mani.
Si posiziona su di me e non riesco a fare a meno di andare su di giri nel vedere la sua V contrarsi mentre si contorce leggermente per tirare su di noi la coperta.
Mi afferra subito violentemente i fianchi e mi bacia di nuovo avido inebriandomi del suo profumo di cuoio e sapone.
Le sue mani tornano ad esplorare ogni parte di me ma in un modo famelico che mi lascerà sicuramente con non pochi lividi.
Mi prende i polsi e me li porta sulla testa.
"Dimmi uccellino" -sibila a denti stretti mentre sento il suo cazzo sfiorarmi il ventre e poi posa la sua fronte sulla mia gelandomi il sangue appena noto il suo sguardo brillare di rabbia.-"dove ti ha toccato quel bastardo?"
Jeremy.
"Perché lo vuoi sapere?" Dio perché mi vuoi male? Cosa ti ho fatto? Quando hai scelto con che carattere farmi nascere cosa esattamente non è andato secondo i tuoi piani?
Il suo labbro si inarca in un ghigno pericoloso
"Rispondi uccellino o mi curerò di prolungare la tua attuale agonia senza nemmeno darti la gioia di farti fottere da me".
Non so esattamente cosa vuole sentirsi dire ma so che lo voglio dentro di me o impazzirò di sicuro.
Questo suo enigmatico modo di essere attrae il mio cervello contro la mia volontà e il suo fottuto corpo richiama il mio.
Non riesco a sfuggire a questo magnetismo nemmeno volendolo.
"Ovunque." Dico infine e lo vedo torturarsi il labbro "Ti ha solo toccata?" La sua presa diventa più forte e se non sapessi che non vuole farmi del male penserei che ha voglia di spaccarmi i polsi. Mi faccio coraggio, guardo alla mia destra intravedendo il comodino tra le nostre braccia e decido di essere sincera."Mi ha infilato solo le dita" sento la morsa attorno ai miei polsi indebolirsi fino a quando non mi lascia "Figlio di puttana." Esulta serrando la mascella. Mi fa paura."Levi calmati." Gli prendo il volto tra le mani e i suoi occhi si piegano ai lati sembrando più dolci.
"Sta pur certa che mi calmerò quando ti avrò sentita stringerti intorno al mio cazzo, uccellino" espira in una voce roca e profonda e il solo immaginare la scena i miei succhi inondano nuovamente le mie cosce. Sto letteralmente sgocciolando.
I miei fianchi si sollevano cercando sollievo nel piccolo movimento che riesco a compiere inchiodata dal suo corpo e quasi gemo. "Maledetta droga." Mugugna tra se e se mentre comincia finalmente a far scivolare le sue mani su di me.
Mi contraggo sotto al suo tocco, finalmente sento le sue mani sfregare contro il mio clitoride e lascio andare un urlo liberatorio.
"Cazzo sei fradicia." Pronuncia con voce roca e piena di desiderio, le lacrime di piacere si depositano agli angoli dei miei occhi e le guance iniziano a bruciare.
Sento il suo dito medio penetrarmi e dopo pochi movimenti ne aggiunge un secondo.
Le sue dita entrano ed escono dalla mia fessura in modo continuo e i miei liquidi aiutano a farle scivolare più in fretta, non passa molto prima che mi lasci andare gemendo in un violento orgasmo e le mie gambe si stringono tremanti tra le convulsioni intorno a ciò che mi ha provocato così tanto piacere.
Schiudo gli occhi e vedo Levi che mi guarda sorpreso "non avevo certo intenzione di farti venire con due misere dita uccellino" si porta una mano alla bocca e lecca le dita intrise della mia euforia mentre io tento di riprendere fiato ma sento di essere ancora più eccitata di prima.
Appena finisce vedo Levi scendere subito tra le mie gambe, le afferra salde e sento i suoi denti mordicchiarmi il clitoride.
Un'ondata di piacere mi travolge e mi alzo sui gomiti per godermi lo spettacolo di avere un'essere così perfetto tra le mie gambe.
Lo vedo succhiare, baciare e leccare, il tutto mentre alza gli occhi e incontra i miei.
Ancora quello sguardo.
Aumenta il ritmo e mi costringe ad inarcare la schiena buttando duramente la testa all'indietro e con una mano spingo la sua testa più giù mentre le gambe cercano di intrappolarlo.
Dio è così che hai deciso di farmi morire?
Dopo meno di un secondo durato un'eternità vengo nuovamente e le mie gambe si stringono ancora di più intorno al suo volto, ma lui prontamente le tiene ferme con le mani e succhia tutto il nettare che ha faticato a produrre.
Mi sdraio esausta mentre fisso un punto indefinito della stanza e prendo fiato.
"Levi..." sussulto alla sensazione del suo braccio che passa sotto la mia schiena e lui si riposiziona tra le mie gambe.
"Hai davvero un buon sapore"- si avvicina al mio orecchio in modo pericoloso-"uccellino."mi lecca il collo e d'istinto porto una mano sull'orecchio.
"Sta zitto maniac-" mi interrompe girandomi come un sacco di patate e le mie gambe rimangono chiuse intrappolate tra le sue.
L'unica cosa che ricopre la mia visuale in questo momento è il cuscino su cui avevo la testa poco fa e le lenzuola sotto di noi.
Sento il suo peso incombere sulla mia schiena, si sta chinando su di me mentre le sue mani posano il suo peso sul letto ai lati dei miei fianchi.
Sento il suo respiro sull'orecchio e un alone di calore mi pervade "Adesso tocca a me uccellino, non ti guarderò quindi piangi di piacere quanto vuoi."
STAI LEGGENDO
L'isola dei demoni. {Levi Ackerman}
Fanfiction"Outside the Wall" Sentirsi fuori posto, come un alieno atterrato su un pianeta che non gli appartiene minimamente. La capacità di adattamento è propria della vita. Come un uccello che si libera in volo dopo aver passato una vita in cattività. Così...