Dmonia, la città più grande e maestosa dell'Averno, era stata costruita all'interno di un vulcano ormai spento, scavata nell'imponente montagna che si era venuta a formare, molto in profondità rispetto al cratere principale. Si trovava all'altezza di un camino secondario, che sfociava all'esterno sul fianco dell'immane cono vulcanico. L'entrata era protetta da un enorme portone in metallo con spuntoni, sui quali erano infilzati teschi come monito per coloro che avessero voluto introdursi senza invito. Seguiva un ampio tunnel allagato per metà della sua altezza, con acque sulfuree e maleodoranti, dalle quali si innalzavano colonne di vapore bollente provenienti da geyser sul fondale. La galleria poteva essere attraversata senza rischiare di finire bolliti solo con un'imbarcazione appositamente adibita a questo scopo, la Keronte, rinforzata con lastre metalliche sulla chiglia e tirata in entrambe le direzioni da catene.
Una volta arrivati dall'altra parte, lo spettacolo era impressionante: una voragine a forma di cono rovesciato, sulle cui pareti, avvolto come le spire di un serpente, si snodava un sentiero illuminato che si dirigeva verso il basso, formando una spirale composta da sette cerchi, dal più grande in cima al più piccolo in fondo. La volta a cupola era sorretta da strutture metalliche e il camino principale, da cui un tempo fuoriusciva il magma, veniva ora utilizzato per alimentare il sistema di aerazione. Attraverso una serie di tubi, l'aria fresca veniva portata in ogni parte della città, mentre l'aria calda veniva espulsa. Dalle abitazioni scavate nella roccia lungo il sentiero, si potevano vedere luci provenienti da fiaccole, candele e lampade a olio che brillavano, illuminando l'intera città costantemente immersa nel buio. Il frastuono delle voci e dei rumori generati dalle attività quotidiane degli abitanti echeggiava in tutto il baratro.
Nella parte superiore si trovavano i Succubi, la classe più povera della popolazione, composta da Dragoni di diverse razze che si erano riscattati dalla schiavitù, ma non potevano abbandonare la città, oltre agli schiavi e i Demoni caduti in disgrazia. I cerchi più in profondità erano occupati dagli Incubi, i Figli della Fiamma che appartenevano a una casta superiore. Nel primo anello risiedevano artigiani e commercianti di vario genere, che scambiavano materie prime o le rivendevano dopo averle lavorate. Qui si potevano trovare carni, vestiti, gioielli, armi e strumenti di ogni tipo, spezie raffinate, bevande alcoliche, droghe, polveri, metalli e minerali preziosi. Vi erano botteghe di macellai, fabbri e conciatori di pelli.
Il secondo anello era la dimora di meretrici, mercenari e bettolieri, caratterizzato da vivaci e rumorose locande, pidocchiose osterie e sudici bordelli. Nel terzo anello suddiviso in quattro parti, alloggiavano i banchieri, la pubblica amministrazione, gli organi di giustizia e gli schiavisti. Nell'Averno, beni e servizi si scambiavano solo con il denaro, coniato dalla banca imperiale, e chiunque avesse bisogno di un prestito poteva rivolgersi a loro, saldando la cifra maggiorata degli interessi o diventando schiavo per ripagare il debito. Gli schiavisti, oltre a coloro che si erano indebitati, acquistavano anche i superstiti delle incursioni all'esterno delle truppe militari e li rivendevano una volta addestrati, come minatori, domestici, gladiatori o prostitute.
Il quarto cerchio era il cuore della città, la sede del culto dedicato alla dea Namah, l'anello di congiunzione tra Succubi e ceti privilegiati. Qui risiedevano Maghi e Stregoni, si immolavano vittime sacrificali, si creavano pozioni magiche e polveri esplosive, si compivano riti propiziatori e si irretivano le menti dei più deboli. Nel quinto cerchio abitavano e si allenavano i soldati delle milizie dell'Incubo, con le loro cavalcature da combattimento, gli Xerberux, dei Raptor propriamente addestrati per la guerra, con cui compivano le loro scorrerie per saccheggiare villaggi, riportare a casa schiavi e catturare animali da far combattere nel circo.
Il sesto cerchio era la casa dei più abbienti tra i Demoni: nobili, generali, politici e le alte cariche istituzionali e religiose, le figure più influenti di Dmonia. Provenivano da casate antiche ed erano proprietari di tutto ciò che contava davvero. Tra di loro, con violenza e giochi di potere, veniva designato il signore dell'Impero. Nel settimo e ultimo cerchio, al centro, si trovava la dimora del Luxfer, il portatore di luce, colui che regge la fiamma eterna, il sovrano dell'Averno. Era una piramide inespugnabile a base triangolare con i lati di tre colori: uno nero come la notte, il secondo rosso fuoco e il terzo dorato. In cima a essa bruciava perennemente una fiamma. Lì oltre all'Imperatore e alla sua famiglia, risiedevano la guardia imperiale, i consiglieri e la servitù. Il Senato si riuniva nella grande sala alla base e tutto era mantenuto sempre in perfette condizioni grazie alle tasse riscosse ai cittadini.
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Transcendental Worlds - Inferno
FantasyIl progetto che ho deciso di realizzare si divide in sette libri. Ho scelto questo numero perché ha sempre avuto un significato mistico sin dall'antichità: come sette sono i chakra, così sette sono i peccati capitali, sette i colori dello spettro vi...