Capitolo 10 - Ritorno a casa - 1°parte

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Xartan si ritirò nelle sue stanze in cima alla piramide e diede ordine di non essere disturbato, neppure Xerpe, la sua compagna, doveva avvicinarsi. Negli anni, il loro rapporto era andato deteriorandosi, anche se la fiamma dell'amore non era del tutto spenta, il fatto di non aver avuto figli aveva segnato la loro relazione. Le femmine di Demone sono soggette a complicazioni durante il parto e lui non voleva si ripetesse la tragedia vissuta con la madre, ma soprattutto temeva che si avverasse quella stramaledetta profezia.

Rimase molto turbato nell'apprendere di aver già avuto un figlio a sua insaputa e, per di più, un dannato mezzosangue. Certo, l'incontro con la Gorgone lo ricordava bene: erano entrambi giovani e dopo lo scontro con il Raptor nella grotta, anche molto eccitati. Però mai avrebbe pensato che le trame del fratellastro lo avrebbero portato a concepire un bastardo, che oltretutto si era rivelato un combattente eccezionale. Tanto da dargli del filo da torcere, già la prima volta che, quasi per gioco, si erano affrontati.

Del resto, non c'era da meravigliarsi: nelle vene di quel meticcio scorreva il sangue degl'Imperatori. Era scontato che si sarebbe distinto nell'arena, ma battersi con Xartan, il più grande guerriero che l'Impero avesse mai visto, sarebbe stata tutta un'altra storia. Anche se ormai non aveva più il vigore della gioventù, si era sempre tenuto in allenamento e, sfruttando la sua esperienza, avrebbe certamente potuto uscirne vincitore.

Ma c'era la profezia, quella che aveva temuto tanto da lasciare che avvelenasse la cosa più bella e genuina della sua vita, privandolo anche di un degno erede. Solo adesso si rendeva conto di aver vissuto sempre nella paura, come suo padre prima di lui. Ora, però, era arrivato il momento di affrontarla. Nella vita non si era mai tirato indietro davanti alle sfide e se c'era qualcuno in grado di sconfiggere il fato, quello era lui, il Luxfer, l'ultimo baluardo a difesa dei Figli della Fiamma, in un mondo sempre più affollato di selvaggi e razze inferiori.

Nel frattempo, Dankan era tornato alla taverna, dove si sentiva protetto, circondato da amici e da buona parte dell'esercito rivoluzionario. La vittoria in Senato aveva scatenato i festeggiamenti nei primi due gironi della città e ovunque si beveva e si intonavano canti goliardici. Tsemira e le altre due veggenti erano al sicuro in una delle stanze, una delle ragazze al servizio di Tseran si prendeva cura di loro. Dopo aver ragguagliato la madre sull'incontro avuto con Xartan, il mezzo Gorgone si presentò nella sala comune della locanda.

Pseidan si trovava al tavolo con alcuni Succubi facoltosi e un paio di senatori a discutere sul futuro dell'Impero. Zurylde, intanto, beveva insieme ad alcuni gladiatori, mentre Tseran girava per i tavoli, controllando che tutto filasse liscio. Quando il mezzosangue fece il suo ingresso, tutti si girarono a guardare, esplodendo in un boato di euforia che investì il loro eroe. Il padrone della taverna offrì un giro gratis di bevute a tutti i presenti.

I tre amici di Dankan si unirono a lui per passare insieme qualche ora, prima di andare a riposare in vista del grande evento, bevendo e raccontando aneddoti divertenti sulle loro vite prima di incontrarsi. La Vampira, non essendo abituata all'alcol, fu la prima a dare segni di cedimento. Tseran si offrì di accompagnarla nella sua camera, mentre il Leviatano ne approfittava per presentare il gladiatore ad alcuni personaggi importanti.

Quando finalmente il mezzo Gorgone riuscì a raggiungere la sua stanza, cominciò a pensare a cosa l'avrebbe aspettato il giorno seguente. Certo odiava quell'essere con ogni fibra del suo corpo, ma era pur sempre suo padre e una piccola parte di lui avrebbe comunque voluto incontrarlo in circostanze meno avverse. Un sonno inquieto lo accompagnò quella notte e la mattina, mentre gli altri ancora riposavano, lui era già in piedi, agitato all'idea che finalmente avrebbe visto il giorno in cui si sarebbe compiuto il suo destino.

Uscendo dalla stanza, si imbatté in Tseran, che, venendo fuori di soppiatto da una delle porte lì vicino, lo guardò un po' imbarazzato mentre si incrociavano lungo il corridoio. Poco dopo, dalla stessa porta sbucò Zurylde, che mezza svestita si affacciò, per poi richiuderla frettolosamente dietro di sé. Dankan rimase sorpreso nel capire che quei due avevano passato la notte assieme e non avrebbe certo perso l'occasione di schernirli non appena avesse potuto.

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