Il mare è un amante volubile, sa cullarti tra i suoi flutti e sfamarti con le sue delizie, ma nel giro di un istante può mutare il suo umore, scaraventandoti addosso la furia della tempesta o la violenza delle sue creature più spaventose. Nessuno lo conosceva meglio di Thoromir. Dopo anni lontano dalla sua terra, aveva trovato tra le onde una casa, imparando ad amare e rispettare ogni sfumatura di quel mondo così affascinante e spietato.
La vita di un marinaio che accettava di imbarcarsi su una nave pirata dipendeva completamente dalle decisioni del suo capitano. L'ex sovrano di Arkania, abituato a comandare con il pugno di ferro, cominciò da subito a tener d'occhio il nuovo arrivato. Il vecchio e temuto comandante ricordava vagamente a Dankan il suo amico Vellerux, per i modi burberi e il timore che sapeva incutere nei suoi sottoposti. Era entrato fortuitamente in possesso di un tridente in acciaio, destinato a un gladiatore, attaccando una nave mercantile diretta verso Hardes, e ne aveva fatto un simbolo capace di incutere paura in chi si aggirava per quelle acque.
Il resto della ciurma, tutti Leviatani, era composta in gran parte dagli abitanti dell'isola che avevano abbandonato il villaggio la notte della fuga, più qualche rimpiazzo preso dalle navi abbordate, che negli anni aveva sostituito chi aveva trovato il suo eterno riposo negli abissi. Wormungard era il nome del vascello da guerra di Thoromir, un Dakari la cui forma si ispirava a un leggendario serpente marino. Una volta raggiunto il largo, si affidò alla grande vela quadrata, composta da pelli di animale cucite insieme, per filare velocemente sospinto dal vento, mentre i lunghi remi venivano riposti all'interno, dando all'equipaggio la possibilità di riposarsi o dedicarsi ad altro.
Ogni marinaio aveva a disposizione una cassapanca, su cui sedersi quando doveva remare e all'interno della quale teneva tutti i suoi effetti personali. Dankan, non avendo portato con sé nulla, ereditò quelli del defunto ammutinato di cui aveva preso il posto. Nel baule trovò una coperta per coprirsi la notte, un'ascia, un coltello, una ciotola e un boccale per mangiare. Accanto alla cassa c'erano degli scudi circolari colorati in legno-ferro da applicare sulle ali, oltre a un arpione con la punta in metallo per pescare o combattere.
Elektra, l'unica femmina a bordo, passava gran parte del suo tempo appollaiata sul pennone, spiccando di tanto in tanto un volo di ricognizione e controllando così eventuali pericoli in agguato o possibili tesori da arraffare che si trovavano nei paraggi. Tra la giovane e il mezzo Gorgone era nata una forte simpatia, che preferirono tenere nascosta per non creare instabilità nella ciurma e non scatenare la gelosia del padre di lei, che già era costata la vita ad altri.
Senza contare, che Dankan non aveva alcuna intenzione di restare a lungo sul quell'imbarcazione, giusto il tempo di raggiungere un porto che gli avrebbe permesso di proseguire il suo viaggio. Purtroppo per lui, i pirati non erano dello stesso avviso. Sarebbero approdati a terra solo una vota che avessero accumulato un bottino sostanzioso da poter spendere in dissolutezze.
Subito dopo aver lasciato Arkania, il gladiatore ebbe un assaggio di ciò che lo aspettava. La giovane mezzosangue avvistò un Knari che si era spinto molto oltre le solite rotte commerciali e si precipitò a informare il capitano:
«Nave in vista, un mercantile carico, cinque leghe a babordo.»
A Thoromir si illuminarono gli occhi, sterzò il timone ed esclamò:
«Branco di canaglie, preparatavi all'arrembaggio!»
Quell'ordine mise tutti sull'attenti e ognuno si precipitò al suo posto, imbracciando i remi e organizzandosi per lo scontro. La maggiore velocità garantita dalle energiche vogate dell'equipaggio permise loro di raggiungere facilmente il cargo. Appena si trovò a tiro, una serie di arpioni si scagliò sullo scafo, fermandone la fuga e permettendo ai pirati di abbordare la nave.

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Transcendental Worlds - Inferno
FantasyIl progetto che ho deciso di realizzare si divide in sette libri. Ho scelto questo numero perché ha sempre avuto un significato mistico sin dall'antichità: come sette sono i chakra, così sette sono i peccati capitali, sette i colori dello spettro vi...