Capitolo 8 - Le notti di Zefyron - 2°parte

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Con il passare dei giorni, la pancia di Elektra si faceva sempre più grande, finché non riuscì quasi più a muoversi. Dankan cominciò a passare più tempo nel nido, accudendola e vegliando su di lei, poi qualcosa cambiò. La giovane iniziò a stare male, faticava a respirare, sentendosi stanca e spossata. Il suo corpo sembrava consumarsi mentre la creatura al suo interno non smetteva di crescere, raggiungendo dimensioni preoccupanti.

Lylaiza venne a sincerarsi delle condizioni della figlia e, vedendola in quello stato, prese il mezzo Gorgone da parte per parlargli:

«Dankan, non mi piace per niente quello che vedo. L'uovo sta crescendo troppo, assorbendo la forza vitale della madre e comprimendo i suoi organi interni. I polmoni non si riempiono a sufficienza e lo stomaco non riesce a contenere il cibo di cui ha bisogno. Se continua così, non so se reggerà fino al parto e anche se ce la facesse, lo sforzo la ucciderebbe.»

Il gladiatore rimase impietrito da quelle parole, il cuore gli si fermo in petto, mentre il cervello cercava disperatamente un'idea che potesse tirarlo fuori da quella situazione. Le gambe tremanti quasi non reggevano più il suo peso e la bocca impastata non riusciva a deglutire. Nella vita si era trovato ad affrontare momenti difficili, ma mai nulla di paragonabile a quello. Quell'evento doveva essere il più importante delle loro vite e si stava trasformando in una tragedia.

Sentiva che il mondo gli stava crollando addosso perché quella ragazza era diventata davvero tutto per lui. Per lei aveva rinunciato alla vita di prima e il solo pensiero di perderla lo aveva annientato. Così si rivolse alla Sacerdotessa, nella speranza che potesse aiutarlo:

«Ti prego, dev'esserci qualcosa che possiamo fare per salvarla!»

La Vampira, vedendo la disperazione nei suoi occhi, disse:

«Forse... ma non posso garantire nulla...»

Dankan, risoluto, esclamò:

«Dimmi di che si tratta? Farei qualunque cosa pur di salvarla!»

Lylaiza, a quel punto, vuotò il sacco:

«Vedi, lei è per metà Vampiro... se non può assumere abbastanza cibo solido per tenersi in forze, forse potrebbe migliorare le sue condizioni ingerendo del sangue. Il problema è che nessuno le ha mai insegnato a farlo. Ci vogliono anni per imparare a controllarsi, bevendo la giusta quantità per sfamarsi senza uccidere il donatore. La verità è che chiunque venisse morso da lei metterebbe in serio pericolo la propria vita.»

Il Gorgone, quasi sollevato, affermò:

«Bene, allora basterà convincerla a bere il mio sangue.»

La madre di Elektra ribadì:

«Forse non hai capito... Con la fame che ha, ci sono fortissime probabilità che ti uccida. Senza contare che, anche se si riprendesse, non ci sono garanzie che possa sopravvivere al parto. La creatura che ha dentro è qualcosa che non si è mai vista prima e potrebbe richiedere un sacrificio enorme per venire al mondo.»

Il gladiatore, consapevole del rischio, ribatté:

«Se non ci sono idee migliori, vorrà dire che proveremo questa. Non posso pensare di perderla senza tentare nulla!»

Lylaiza, pensierosa, aggiunse:

«Forse ci sarebbe un'altra strada... Ho sentito che il veleno di Gorgone sulle gestanti, prima che l'uovo abbia formato il suo guscio, possa indurre l'aborto. Non so se sia una soluzione che possiate prendere in considerazione, ma era giusto dirvelo.»

La Vampira si allontanò dal nido, lasciando Dankan alle sue riflessioni e, mentre Elektra sdraiata supina sul suo giaciglio respirava affannosamente, lui riprese posto al fianco della compagna. Lei notò subito che qualcosa non andava. Il mezzo Gorgone si stava struggendo, cercando di capire quale fosse la scelta migliore, quando la giovane gli prese una mano e sussurrò:

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