3. occhi d'un assassino

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troppi pensieri ormai invadevano la mia mente,
non riuscivo a pensare ad altro se non a quello strambo ragazzo.

un rumore, un'assordante rumore però mi distrasse..
un colpo di pistola,
proiettile.

c'erano dei ragazzi fuori casa nostra..
come avevano fatto a trovarci?
<ragazze cazzo, venite in garage!>
urlò terrorizzata helena.

ero come paralizzata, le mie braccia non si muovevano, le mie gambe non si muovevano, la mia mente non mi permetteva di fare un passo di più.

sentì un'altro rumore, quello di un'auto..
quelle bastarde se n'erano andate senza neanche aspettarmi.

mi affaccia alla finestra di camera mia ormai priva di vetri perché in frantumi

<fottetevi!>

era l'unica cosa che riuscivo a dire, ero troppo incazzata per far finta di nulla ma ero troppo terrorizzata per aprire bocca ancora una volta.

lo potevo percepire, erano entrati in casa.
d'istinto chiusi la porta a chiave completamente consapevole che non sarebbe servito a nulla.

<finalmente ci si rivede>
una voce maschile proveniente da dietro molto profonda mi fece rabbrividire la schiena.
mi voltai per guardare questo sconosciuto..
<chi cazzo sei? lasciami!>
urlai disperata, quest'uomo mi stava tendendo stretta a se dai fianchi, odiavo essere toccata.
<altrimenti?>
mi domandò lui come per provocarmi.
mi limitai per qualche secondo a fissare quei suoi profondi occhi nocciola pieni di ira.
<mi hai sentito?>
domandò infastidito dal mio silenzio
<vaffanculo!>
dissi aggrappandomi a quelle sue venose braccia per poi staccarmi dalla presa ed iniziare a stringere i pugni.

<che vuoi fare, piccola.. vuoi colpirmi?>
<sarebbe il minimo, maniaco>
dissi prima di ricevere uno schiaffo sulla guancia;
subito caddi all'indietro sbattendo fortemente la testa contro il muro per poi venir immobilizzata ad esso da colui che mi stava terrorizzando.
mi toccai la guancia dolorante con la mano sinistra non riuscendo più neanche a fissarlo negli occhi...

quegli occhi.. così belli ma così spaventosi,
così puri ma così crudeli,
così profondi..
gli occhi di un assassino.

mossi la testa velocemente nel tentativo di guardarmi intorno facendo svolazzare i miei capelli in faccia nascondendo il mio volto rabbioso.

<che vuoi fare, principessa?>
ignorai la domanda.

davanti a me..
circa ad un metro da me, sotto il letto c'era una pistola..
ma come fare per prenderla?
scansai il ragazzo facendolo cadere all'indietro,
era accecato dalla rabbia.

strisciai fin difronte al mio letto, mi immobilizzò a terra mettendosi sopra me cercando di bloccarmi i polsi al suolo.
riuscì comunque a prendere la pistola con molta fatica, gliela puntai nell'incavo del collo.

<ottima mossa, ragazzina>
ragazzina? odiavo questo nome.
<sono bill.. bill kaulitz>
<bene, fanculo bill!>
dissi prima di ritrovarmi io ora sopra lui schiacciandolo.

<già mi piaci, sei forte>
<zitto stronzo!>
i suoi "complimenti" non mi toccavano affatto.

<non fare così con me.. nicole..>
nicole? come faceva a sapere come mi chiamavo?

mi alzò bruscamente da terra spingendomi all'indietro, facendomi ancora una volta sbattere la testa, sta volta da in piedi.
non mi distoglieva lo sguardo di dosso.

<scansati coglione!>
dissi prima di spingerlo nuovamente.
si avvicinò a me facendo piccolissimi passi,
indietreggiai..
ero troppo spaventata per urlare ma troppo matura per stare zitta.
ero consapevole che se solo avessi urlato una piccola parola mi sarei trovata circondata o da passanti o da altri rivali..
non osai aprire bocca.

<che vuoi da me?>
non mi rispose, mi sollevò con forza appoggiandomi sulla sua spalla.
uscì di casa e mi trovai due auto parcheggiate all'esterno con tre ragazzi appoggiati al cofano di esse, tutti con le braccia conserte..
non vedevano l'ora del mio arrivo.

un ragazzo con i dread mi si avvicinò,
bill aprì la portiera e insieme mi ci buttarono dentro.
il dolore ormai non era più un problema.

<tutto bene?>
chiese bill
<mai stata meglio>
risposi ironicamente, era evidente che bruciavo dalla rabbia e dalla voglia di fare qualcosa..
qualsiasi cosa.

quello con i dread si mise alla guida,
bill nel posto accanto e gli altri due nelle altre auto e partirono.

non avevo mai visto nulla di simile, guidava come se non ci fosse alcun pericolo, ero terrorizzata.
mi prese impreparata e svoltò a destra facendomi sbattere contro la portiera.

<cazzo!>
borbottai
<bill, sei sicuro di voler proprio questa sbadata?>
<si tom, si>
rispose lui..
volere? ma che cazzo volevano da me?

il viaggio fu velocissimo, in meno di dieci minuti mi trovai in un quartiere della città mai visto.
tutti scesero dalle auto tranne io.
rimasi lì a fissarli dal finestrino,
penso si stessero per scontrare con un'altra gang.
sul sedile posteriore vidi dell'erba, non esitai nemmeno un secondo a prenderla ed iniziare a fumare.
<ben arrivati ragazzi!>
disse una voce adulta.

un'uomo molto alto, muscoloso e pauroso uscì allo scoperto seguito da altri ragazzi molto più semplici.

<tom, bastardo.. hai osato uccidere un paio dei nostri ed ora.. ora tocca a me>
disse l'uomo con ira in corpo
<staremo a vedere>
dissero tutti e quattro i ragazzi in coro.

bill era al centro nonostante volessero evidente tom..
così penso si chiamasse il tipo con i dread.

l'auto iniziò a puzzare di fumo, inizialmente era piacevole ma dopo un po'..
l'aria era irrespirabile.
abbassai il finestrino per poi cadere direttamente al di fuori dell'auto

<merda!>
sussultai.

bill mi osservò con furia e si morse il labbro inferiore dato il fastidio che stava provando nel vedermi allo scoperto.

<di chi è questa ragazzina?>
chiese quel tipo
<non appartengo a nessuno>
dissi facendomi avanti superando tutti.
improvvisamente mi puntò la pistola in fronte avvicinandosi sempre di più,
sapevo già cosa fare.

gli afferrai il braccio, gli girai intorno finendogli dietro la schiena e lo feci cadere.
a questo punto tutti avanzarono dopo aver brutalmente ucciso i seguaci.

<visto aaron, ti sei fatto tirare a calci nel culo da una donna>
ridacchiò bill guardandomi con aria fiera.

si mise sopra di lui per poi sparargli dritto in fronte facendo uscire una marea di sangue.
per me era normale vedere queste cose ma..
questi ragazzi..
mi terrorizzavano a morte.
nel mentre tutti si fissavano...

scattai.

iniziai a correre per quei bui quartieri senza sapere dove fossi.
ad un certo punto mi sentì prendere da dietro e qualcuno mi tappo la bocca.

"sono nella merda"

pensai tra me e me

"che cazzo faccio ora?"

...

Sforzati finché riesci - Bill Kaulitz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora