11. solo io e lui

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il sole splendeva illuminando tutta quell'enorme stanza oltrepassando le tende grige.

c'era molto silenzio, troppo per i miei gusti;
amavo la pace.. questo era troppo.
volevo tornare a casa..

da bella..
da bill.

*

<signorina keller, prenda questo>

un'infermiera posò un vassoio con la colazione indicandomi poi uno strano farmaco.

<scusi.. cos'è?>

<oh, naloxone>

<mmh..>

<prendilo ti farà bene>
mi fidai..

aveva ragione, appena aprì gli occhi un forte mal di testa mi prese alla sprovvista stordendomi praticamente..
beh.. tutto questo era finito in meno di trenta secondi.

<fai colazione cara, verso l'una un certo kaulitz ti verrà a prendere>
un sorriso mi si formò in volto.

*

<si prepari signorina tra poco la dimettiamo>

ne ero felicissima, finalmente questo inferno sarebbe finito, il solo pensiero di trovarmi in un luogo dove la gente stava male quasi sul punto di morire mi faceva venire la pelle d'oca.

mi fecero accomodare in sala d'attesa..
ed eccolì lì..

quel ragazzo era semplicemente perfetto..
lineamenti perfetti, occhi perfetti e..

quel sorriso..

quel maledetto sorriso.

<nicole!>

mi corse in contro abbracciandomi talmente forte da farmi quasi mancare fiato.

<andiamo bill perfavore>
dissi guardandolo dritto negli occhi

<certo piccola>
rispose lui sorridendo.

i dottori mi fecero le solite raccomandazioni e mi diedero vari farmaci nel caso di una piccola ricaduta, li ringraziai e mi diressi in macchina aiutata da bill..
a malapena mi reggevo in piedi.

*

appena arrivata a casa tutti i ragazzi mi saltarono letteralmente addosso continuando a ripetermi quanto fossero preoccupati e quanto gli fossi mancata..

i miei ragazzi..

bill mi portò in camera..
stranamente bella non si fece viva,
ammetto di esserci leggermente rimasta male..
ma d'altronde mi aveva vista ad un passo dalla morte.

*

<riposa>
consigliò bill avvicinandosi alla porta

<non lasciarmi sola..>
lo fermai

<vieni qui..>
dissi ancora.

avevo bisogno di lui, più di chiunque altro al mondo.

notai che mi stava solo vicino con il fiato sul collo senza sfiorarmi di un millimetro..
un ragazzo d'oro.

chiusi gli occhi dalla stanchezza

<non puoi capire quanto mi hai fatto stare male..>

continuò

<mi sentivo un nodo in gola, non riuscivo a smettere di piangere, non riuscivo ad iniziare a parlare..>

<non immagini il vuoto che ho sentito durante quella chiamata..>
era abbastanza;

Sforzati finché riesci - Bill Kaulitz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora