5. guardati!

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appena uscita da quella stanza mi recai dagli altri che stavano fumando in tutta tranquillità.

sul tavolo vidi roba buona

<posso prenderlo?>

chiesi guardando i ragazzi uno ad uno dritto negli occhi.

<tosta la ragazza>
rispose tom seguendo con lo sguardo il mio dito che puntava dell'eroina.
volevo solo sniffare una dose..

<se la devi sniffare, tanto vale che la mandi giù>
esclamò d'untratto georg

<se la devi mandare giù, tanto vale mettersela in vena>
aggiunse bill guardandomi storto.

io avevo paura degli aghi..
il solo pensiero che quella merda da lì a poco avrebbe toccato la mia pelle mi faceva rabbrividire..

ci detti dentro comunque.

fu come una lunghissima ondata di calore per tutto il corpo quella che mi avvolse tra le sue braccia, quasi strangolandomi a se.
ogni senso di dolore, di tristezza, di colpa venne completamente spazzato via.

ora mi sentivo come completa.

<dammela, nicole>
bill mi implorò di passargli lo stesso ago che neanche cinque minuti prima ero conficcato nel mio braccio.

a lui sembrava non fare effetto, l'unico cambiamento era l'espressione che emanava tranquillità.

sul tavolo vidi un'altra cosa..
pareva una pastiglia.

<cos'è?>
dissi indicandolo.
erano tutti troppo fatti per rispondermi.

<ketamina nick.. ketamina>
rispose frettoloso gustav
era in pastiglia.. la provai.

l'effetto fu immediato.. avevo vertigini, a stento riuscivo a tenermi in piedi..
caddi al suolo.
un'incredibile ondata di freddo raggiunse il mio corpo facendomi rannicchiare con le ginocchia appiccicate alla fronte provando a riscaldarmi e poi..
una figura.. non riuscivo bene a capire chi fosse,
questa era una delle prime droghe che assumevo che mi dava così tanti effetti nell'arco di soli pochi minuti,
mi sentivo bene con me stessa.

appena stavano iniziando a riprendersi i ragazzi salirono in auto aspettando me che goffamente mi diressi verso essa.

<come stai?>
mi chiese bill evidentemente preoccupato

<benissimo>
risposi accennando un sorrisino spontaneo.
si vedeva lontano un chilometro che ero sotto gli effetti di qualche sostanza.

per non rischiare mi portarono velocemente a casa.

*

<bill>
sussultai il suo nome appena mi voltò le spalle per andarsene dalla stanza.

<bill>
ansiamai ancora con voce quasi assente

<cazzo nick..>
l'unica cosa che disse fu questa prima di avvicinarsi nuovamente al mio letto e fissarmi in quegli occhi spenti e rossi.

lo presi per il colletto della maglia e lo tirai a me

<bill..>
lo chiamai ancora

<non ora nicole.. non così>

disse lui, a cosa si riferiva?

in quel momento non capivo nemmeno perché io lo volessi così tanto vicino a me.

lo tirai di nuovo per il colletto..
ora eravamo faccia a faccia, pochi centimetri di distanza mi separavano dalle sue labbra.

mi avvicinai e in modo brusco iniziai a baciargli il collo, presi qualche altra pasticca che si trovava sul comodino e lo portai in bagno.

vestita mi fiondai sotto la doccia, presi una siringa, mi iniettai una sostanza.. nemmeno io sapevo quale,
per poi, con lo stesso ago iniettarla anche a lui.
lanciai cadere siringa e accesi l'acqua.

delicate gocce bagnavano i nostri corpi uniti inzuppandoci i vestiti senza mai farci distogliere lo sguardo l'uno dall'altra.

non capivamo neanche per un istante ciò che stavamo facendo.

continuai a baciargli il collo per poi passare più su verso le labbra.
proprio nel momento in cui stavo per baciarlo spense l'acqua e mi riportò in camera fradicia.

come poteva questo ragazzo supportare così bene la droga?

<puoi prendermela?>
chiesi riferendomi a dell'erba

<no nicole.. hai fatto abbastanza oggi..>
chi si credeva di essere? un padre per me?

mi alzai di scatto, presi una pistola e mi diressi fuori casa.

proprio in quell'istante passò una donna sui trent'anni circa, senza alcun rimorso o preoccupazione le sparai alla tempia.

<NICOLE CAZZO!>
mi urlò bill dopo aver visto tutta la scena.

<GUARDA CHE CAZZO HAI FATTO!>
mi urlò ancora..

era stato lui d'altronde a farmici finire così.

<è tutta colpa tua!>
urlai gettando la pistola al suolo per poi incamminarmi verso il suo rigido corpo.

<è solo colpa tua!>
dissi nuovamente piangendo a dirotto

<sono nella merda per colpa tua!>
lo spinsi

<guardami, mi hai creata tu!>
lo spinsi ancora piangendo

<porca troia!>
questa volta gli diedi una spinta talmente forte da farlo cadere al suolo.

in poche secondi si rialzò, mi si avvicinò e mi mollò una manata dritta sulla guancia.

sussultai dal dolore, ma ormai era una delle mie ultime preoccupazioni.

<smettila, smettila, smettila!>
non faceva altro che fissarmi con occhi infuriati.

<mi stai uccidendo..>
dissi ora tra un singhiozzo e l'altro.

mi prese di peso, mi portò al piano di sopra, spalancò la porta del bagno per poi piazzarmi davanti allo specchio.

<guardati!>
mi urlò contro

<guardati negli occhi!>
mi prese per la nuca avvicinando il mio volto allo specchio

<guarda che mostro che sei diventata!>
ripetè strattonandomi il braccio per poi gettarsi al suolo piangendo.

rimase lì, immobile a fissarmi..

cazzo.. aveva completamente ragione..
eppure era questa la sensazione che stavo cercando da tutta la vita..
era troppo tardi per cambiare ormai..

drogarsi e fumare faceva parte delle mie giornate.

ormai sono così, non c'è più futuro differente per me..

bill, dolce bill.. aiutami a cambiare se questo ti renderà migliore..

sono così grazie a te.

Sforzati finché riesci - Bill Kaulitz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora