Capitolo 2º

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Dovevano combattere. Lucrezia cominció ad agitarsi sulla sua poltrona. Domiziano corrugó la fronte«Cosa sta succedendo?» . Domitilla si strinse nelle spalle e Marco le afferró la mano. Il Nephilim straniero si alzó in piedi e avvicinandosi ad una finestra disse«Una setta sta evocando demoni superiori che stanno uccidendo molti nascosti, Shadowhunters e cittadini. Non sono facili da trovare, agiscono di notte. Il Conclave ci ha affidato la missione e noi chiediamo il vostro aiuto. Siete una famiglia facoltosa, unita e molto forte. Siete guerrieri invincibili e ben addestrati. Vi prego, aiutateci». A quelle parole Lucrezia si sentì una stretta allo stomaco. In un attimo le passarono davanti agli occhi le immagini di un campo di battaglia con i suoi famigliari stesi a terra, nascosti che rantolavano e improvvisamente le venne il volta stomaco. "No, no!" Ripeteva dentro di sè. «Chi c'è a capo della setta?» chiese la Shadowhunter con un fil di voce. «Non lo sappiamo ancora ma sicuramente non sono dei mondani. Puó essere uno Shadowhunter o un nascosto... Dobbiamo ancora scoprirlo». Ma chi poteva essere così pazzo da evocare demoni superiori? Qualche altro matto come Valentine? Ad un tratto sua madre si alzó e si diresse verso Alec. Lo guardó con lo sguardo che usava nel momento in cui , quando Lucrezia e Domiziano erano piccoli, doveva lasciarli a casa con l'ansia che ,forse, non serebbe riuscita a tornare da loro. «E va bene , Lightwood. Se voi combatterete, noi combatteremo con voi. Quando dobbiamo partire?». Alec annuì «Ve ne siamo grati. Dobbiamo partire quanto prima possibile. Lucrezia e Domiziano dovranno venire con me all'istituto di New York mentre tu e Marco dovrete raggiungere i miei genitori ad Idris. Vi aspetterano sul lago Lyn.» «Conosco Robert , è un bravissimo cacciatore. Scommetto che i suoi figli non sono da meno. » disse Marco che nel frattempo si era alzato e aveva poggiato una mano sulla spalla di Domitilla. Domiziano guardó la sorella «Dovremmo prepararci... -disse- quanto pensi che dovremo rimanere?» . «Fino a quando uno dei due schieramenti sarà disintegrato. Io... Scusami» disse Lucrezia. Il fratello non ebbe neanche il tempo di risponderle che lei era già schizzata fuori dalla stanza. Corse veloce fino alla sua camera. Aprì la porta e la richiuse con un tonfo dietro di sè. Aprì l'armadio e prese la valigia infilandoci dentro tutto l'occorente per poter partire. Le lacrime le offuscavano la vista e si sentiva un grosso groppo alla gola . «Ma perchè? Cosa mi sta succedendo... Maledizione!» disse tra i singhiozzi la Cacciatrice. Prese tutto il suo arsenale di armi ed una foto. Quell'immagine rappresentava tutto per lei. Era stata scattata due anni prima ai Fori Imperiali, c'era tutta la sua famiglia in quel pezzo di carta. Erano tutti così felici e non si preoccupavano di nulla. Infiló la foto in tasca e riuscì dalla sua stanza ma si trovó faccia a faccia con suo fratello , che aveva fatto una bella corsa per raggiungerla. «Si puó sapere che ti è preso?» le domandó con il volto confuso . Non lo sapeva nemmeno lei, come poteva rispondergli? Degludì rumorosamente e chiudendo gli occhi gli rispose«Avevo bisogno di un po' d'aria... Hai fatto la valigia?». Il fratello si passó una mano fra i capelli e poi scosse il capo«No, vado a farla. Porta le tue cose nella sala blu, Alec ha detto che un certo Magnus teletrasporterà il tutto all'Istituto di New York... Noi attraverseremo il portale». La ragazza annuì e trascinó tutta le sue cose nel solone blu. Si stava calmando e questo era un bene . Delle volte desiderava essere una semplice ragazza mondana che guardava il mondo non come era veramente, ma vedendo persone normali passeggiare per la strada...Sentì dei passi dietro di sè e , voltandosi, vide la madre ed il padre armati fino ai denti avanzare verso di lei. «La mia bambina» disse Domitilla andandole incontro e avvolgendola con le sue braccia. «Mamma... Non fare così altrimenti finiró per piangere» disse Lucrezia stringendo forte la madre. La donna sorrise e sciolse l'abbraccio «Basta piangere. Questo è solo un 'ciao'... Ci vediamo presto». "Magari mamma, magari" pensó la ragazza. Il padre le sorrise e le strinse la mano«Forza guerriera, fatti coraggio. Ci vediamo». «Ave Shadowhunters» disse Lucrezia salutandoli con la mano. I due le rivolsero uno sguardo carico d'affetto poi se ne andarono. "Lotteró per voi" .
Nel frattempo Domiziano raggiunse sua sorella e le disse«Alec dov'è?». Lei alzó le spalle«Non lo so» rispose . «Eccomi. Siete pronti?» domandó lo Shadowhunter raggiungendoli. I due gemelli annuirono «Certo. Quale portale useremo? Quello che si trova al Pantheon o quello di San. Giovanni in Laterano?» domandó la ragazza. Alec incroció le braccia al petto meditabondo. «Forse è meglio quello del Pantheon, andiamo» disse infine ,cominciando ad avviarsi verso l'ascensore. I due lo seguirono in silenzio. Lucrezia continuava a lottare con il suo cervello che non smetteva di mostrarle immagini di guerra, distruzione e morte... "Basta! Basta!" si sgridava da sola. In poco tempo raggiunsero il Pantheon ,che era assediato dai visitatori provenienti da ogni parte del mondo. «Ce la faremo ad arrivare al portale?» domandó scettico Domiziano. «Certo che ce la faremo, dobbiamo farcela!» disse Alec ,cominciando a farsi largo tra la folla. Passavano indisturbati in mezzo alla gente , nessuno sapeva della loro presenza: erano invisibili. La runa dell'ivisibilità era molto comoda. Entrarono dentro il monumento e cominciarono a guardarsi in giro in cerca del muro dietro il quele era posto il portale. Tra poco sarebbe stato orario di chiusura e quindi potevano smuovere la pietra con facilità. Lucrezia perlustró le pareti dell'edificio ma si rese conto che il portale era posto sotto una piastrella del pavimento. «Hey, Alec! È qui sotto» disse ,chiamando lo Shadowhunter. Alec ed il fratello la raggiunsero e controllarono il pavimento. Era mobile e si sentiva una strana forza provenire da sotto. «Si, è qui. Aspettiamo che chiudano e poi lo attraverseremo» disse Domiziano. «Aspettiamo» esclamó Lucrezia sedendosi a terra. La gente le passa vicino e lei sentiva ogni cosa che dicevano«Guarda che bel posto!», «È fantastico», «Rome is a wonderful city!» e commenti del genere. Un po' li invidiava, inviadava le vite semplici dei mondani, la loro ignoranza riguardo all'esistenza dei Nascosti e dei demoni. L'orario di chiusura arrivó e gli Shadowhuntrs si alzarono per poter rimuovere la pietra. Insieme ci riuscirono e Lucrezia chiese ad Alec«Non sappiamo come sia fatto l'Istituto di New York... Come faremo ad arrivarci?». Lo Shadowhunter le sorrise e la prese per mano«Cerca me, visualizzami e ti ci porteró io» le rispose con tono tranquillo. Lei annuì«Domiziano dammi la mano e fai la stessa cosa» esclamó la ragazza rivolgendosi al fratello. Domiziano alzó un sopracciglio«Non sono sordo. Ho sentito cosa devo fare» le rispose . Lei lo ignoró e prese un bel respiro. «uno, due e tre» contarono insieme saltando su quella superficie gelatinosa e bagnata. In un batter d'occhio si trovarono immersi nell'acqua con un freddo quasi glaciale. Non ci volle tanto per arrivare ma Lucrezia non si sarebbe mai immaginata di arrivare nel luogo sbagliato. D'un tratto una forza li spinse fuori da quel vortice ed i tre ruzzolarono su di un pavimento. Lucrezia sbattè fortemente le ginocchia sul pavimento e dovette soffocare un urlo di dolore. Poco distante da lei c'era Domiziano che si massaggiava il braccio metre Alec era finito su di un divano. «Furtunato del cavolo!» disse Domiziano sedendosi sul pavimento. Sua sorella indolenzita si alzó in piedi e si guardó intorno. Quello non aveva l'aria di essere l'Istituto di New York... Sembrava una casa, e che casa! Era coloratissima, si respirava uno strano odore di lavanda. «Alec... Non mi sembra l'Istituto questo. Dove siamo finiti? Questa è una casa!» disse la ragazza spalancando gli occhi. Alec guardó il divano sul quale era seduto e arrossì «Vi prego di perdonarmi... Questa è la casa di...» ,non finì la frase perchè uno stregone dalla camicia viola cosparsa di glitter entró nella stanza «Magnus Bane... Il sommo stregone di Brooklyn» disse il tizio sorridendo a Domiziano e Lucrezia. «Oh ... Emm... io sono Lucrezia Agresti , la Shadowhunter italiana e questo è mio fratello gemello, Domiziano» disse la ragazza soffocando una risata. Alec aveva pensato al suo compagno, ecco perchè erano finiti lì. «Piacere di conoscervi. Alec, potevi avvertirmi che sarebbero arrivati ospiti!» esclamó lo stregone guardando lo Shadowhunter con aria un po' stupita. «Non era previsto il nostro arrivo qui... È stato un terribile sbaglio. Domani mattina andremo subito all'Istituto» si giustificó Alec alzandosi dal divano. Magnus annuì«Non c'è nessun problema, ho delle camere per voi due. Prego, seguitemi». I due gemelli si scambiarono un'occhiata e risero divertiti. La casa di Magnus era accogliente ma cosparsa di glitter ovunque. "Tutti questi brillantini mi fanno girare la testa!" pensó la ragazza. «Questa è una stanza» disse lo stregone fermandosi davanti ad una camera dalla porta blu elettrico. «Io prendo questa» disse Domiziano . «Va bene , ci vediamo domani mattina» disse lo stregone allontanandosi per scortare Lucrezia verso un'altra camera. «Notte fratellino» disse la ragazza salutando Domiziano. Lo Shadowhunter le fece un segno con la testa e sparì dietro quella porta. «L'altra stanza è questa» disse Magnus fermandosi davanti ad una porta rosso fuoco. «Grazie mille dell'ospitalità... Credevamo di arrivare all'Istituto ma ti abbiamo invaso casa. Scusaci» disse Lucrezia sorridendo allo stregone. Magnus fece l'occhiolino alla ragazza«Tranquilla, mi farete compagnia. A domani» disse lasciandola sola davanti alla porta. "Non è antipatico" pensó la ragazza. Lucrezia aprì la porta della sua stanza e cercó l'interruttore della luce a tastoni ma imciampó sul tappeto e cadde a terra. «Ahi!» si lamentó mettendosi di nuovo in piedi. Finalmente trovó quel maledetto pulsante e chiuse la porta. Sospiró e rimase a fissare per un attimo il muro dove c'era scritto "I love you so much Alec". Sorrise , quei due si amavano sul serio. All'improvviso qualcuno dietro di lei esclamó con un forte accento spagnolo«Dios... Non si puó stare in pace nemmeno per un secondo qui dentro!» la ragazza trasalì e si voltó di scatto. Chi poteva mai essere?

Shadowhunters - Cittá di cristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora