Capitolo 22º

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Jace , Domiziano e Maia procedevano veloci attraverso la foresta. «La troveró, lo giuro. Fosse anche l'ultima cosa che faccio», disse il cacciatore biondo. «Tieni molto a lei, vero? Non vi conosco molto bene, ma ho visto che il legame che vi tiene uniti è indistruttibile ... Profondo. È come se i vostri cuori fossero legati da un filo di acciaio... Se uno di voi due si allontana, l'altro sanguina per il dolore», commentó Domiziano, tagliando con una spada angelica un ramo che gli ostruiva il passaggio. Jace sorrise di nascosto e per un secondo gli tornarono in mente tutti i momenti piú belli che aveva trascorso insieme a lei, alla sua piccola Clary. Il solo pensare che si trovava da sola , in pericolo e , forse , disarmata , lo metteva in ansia e non voleva far altro che mettersi a correre per trovarla il prima possibile. «Non ti sbagli, darei la mia vita in cambio della sua», disse poi il biondo, guardando Domiziano. Maia ascoltava in silenzio il dialogo dei due cacciatori . Da quando lei e Domiziano si erano baciati, non aveva smesso di pensare a lui e a quanto le sue labbra fossero morbide. Si malediceva per questo , non voleva innamorarsi di nuovo. L'amore ti feriva a morte , lei lo sapeva bene ed aveva imparato a trasformare il suo cuore in una macchina capace di distruggere tutte le emozioni. Si sentiva strana, troppo strana. Si era persa nei suoi pensieri e ,solamente quando avvertì una mano posata sulla sua spalla destra, si destó da quello stato di trance in cui era caduta. «Hey, mi hai sentito?», le chiese Domiziano, guardandola curioso. La ragazza socchiuse e labbra e velocemente annuì «No, ad essere sincera no... Scusami, ho la testa per aria». «Ti senti bene?», le domandó il cacciatore, mollando la presa dalla spalla di lei. La licantropa annuì e lui le spiegó cosa aveva detto. «Riesci a vedere quella informe colonna di fumo rosso? Bene, vogliamo raggiungerla. Forse è lì che si trova la Cacciatrice . Per te è un problema?», le domandó il moro. «La vedo... Per me non c'è alcun problema, andiamo», rispose Maia , trasformandosi velocemente in lupo.

Raphael correva veloce come il vento, non si dava pace. Doveva trovare Lucrezia e salvarla in qualche modo da quell'Inferno. Il labirinto aveva dei cunicoli stretti ed infinite vie. Di certo quel posto era tappezzato di trappole ed insidie e doveva stare sempre in guardia. Doveva sopravvivere... Doveva lottare per proteggere Lucrezia. Stava continuando a correre, quando sentì uno rumore sinistro provenire da dietro di sè. Il vampiro si voltó velocemente , ma un grosso demone lo colpì in pieno volto . Sbalzó per qualche metro e rotoló sul terreno ciottoloso. «Dios ... Cominciamo», si lamentó, facendo schizzare i suoi canini fuori dalla bocca. Il demone avanzava versodi lui strisciando e il vampiro sentiva l'istinto della caccia farsi sempre più potente. Non riuscì a trattenersi e si scaglió contro quel viscido serpente infernale. Dopo una zuffa senza esclusione di colpi , Raphael riuscì ad avere la meglio. Si era stancato un po' , ma non poteva permettersi il privilegio di fermarsi a riposare. Dopo essersi sistemato , ricominció subito a correre.
Dall'altro lato del labirinto , Lucrezia procedeva a passi incerti. Teneva la spada angelica stretta nella mano destra e lo stiletto nell'altra. Aveva il cuore in gola e sapeva di essere spacciata. "Anche i più forti possono cadere", le diceva sempre suo padre, quando lei ,sentendo le notizie riguardo agli Shadowhunters , rimaneva basita per la notizia della morte di valorosi Cacciatori. Gli umani sono deboli, nessuno é forte ... Nessuno ce la fà se è da solo. Un lampo , all'improvviso , la riportó alla realtà e si rese conto di trovarsi davanti ad un bivio. «Destra o sinistra?», si chiese. La sinistra era la via del cuore , era quella la strada che doveva intraprendere.
Mentre camminava in quel cunicolo stretto, puzzolente e spaventoso , continuava a ripetersi che sicuramente non ce l'avrebbe fatta e si sentiva tremendamente in colpa per non aver dato il bacio d'addio a Raphael, l'ultima pacca sulla spalla di Domiziano e l'ultimo abbraccio ai suoi genitori. «Basta ...», sussurró , accucciandosi a terra. Era inutile lottare, aveva preso una decisione e non avrebbe cambiato idea. Sarebbe rimasta lì ad aspettare un qualche demone che l'avrebbe uccisa. Chiuse gli occhi e respiró lentamente. Una strana sensazione la stava avvolgendo. Si sentiva svuotata, felice e non si stupì di sentire una carezza sul volto. «Hola , amor ... », sussurró qualcuno. Lucrezia aprì piano gli occhi e vide Raphael . «Raphael ... », sussurró la giovane. Non aveva le forze per alzarsi , ma lui si inginocchió davanti a lei e la strinse a sè. «Mi sei mancato», affermó lei abbracciandolo. Il ragazzo non rispose e scostó il capelli della fanciulla dal collo .
«Raph?», lo chiamó lei.
«Zitta».
Lei fece per scostarsi da lui e guardarlo negli occhi , ma il vampiro la bloccó e la ragazza sentì una fitta dolorosa sul collo.
«Raphael!», gridó lei.
«Non sono Raphael...», rispose quell'individuo, mutando il suo aspetto.
Lucrezia chiuse gli occhi e si abbandonó a quel mostro

Shadowhunters - Cittá di cristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora