La mattina Lucrezia si sveglió piuttosto tardi e , dopo essersi fatta una doccia fresca ed essersi vestita, scese in cucina a fare colazione e vi trovó solamente Clary e Jace. «Ciao» le disse la rossa sorridendole. «Ciao» rispose la castana sedendosi. «Gli altri dove sono?» domandó perplessa l'italiana. Jace le porse una tazzina di caffè fumante e le disse che Isabelle, Simon , Magnus e Alec erano andati a fare il turno mattiniero mentre Maia e Domiziano erano appena usciti per una passeggiata. La ragazza finì in silenzio la sua colazione poi corse in palestra ad allenarsi. Tirava pugnali verso i bersagli e li centrava, sferrava calci e pugni ai materassini e si allenava con le balestre. La mattinata passó in fretta ma pensava di tanto in tanto a Raphael. A ció che era accaduto la notte prima e ad uno scambio di battute in particolare: "Pensi che ci sia qualcosa di normale in me oppure sono totalmente fuori dal comune?" , "Questo, se non parliamo, non lo sapremo mai". Voleva sapere qualcosa di lei? Voleva parlare con lei e magari provare a diventare suo amico? Non lo sapeva ed era piuttosto confusa. Poi, un'altra frase le ritornó in mente, proprio mentre stava tirando un pugnale ad un manichino posto accanto alla porta di entarata: "ho improvvisamente capito che ho bisogno di qualcosa... Ma quel qualcosa non potró mai averlo". Che cosa non potrà mai avere ? Che cosa aveva improvvisamente capito grazie a lei? Si struggeva a questo pensiero e con rabbia, causata dal fatto di non riuscire a capire, scaglió in pugnale contro il manichino ma sbaglió mira e il coltello passó ad un millimetro dal volto di Simon che stava entrando in palestra. «Per l'Angelo!» strilló Lucrezia coprendosi la bocca con una mano. «Simon, stai bene?» domandó preoccupata correndo verso il ragazzo. Era diventato bianco come un cencio e una goccia di sudure, proveniente dalla sua fronte, cadde sul pavimento. «Credo di si... Tu invece stai bene?» le domandó il nerd raccogliendo l'arma dal pavimento. Stava bene? "Mi sento bene? Bhoo, non lo so nemmeno io". «Si, benissimo... Come mai questa domanda?» mentì la giovane cacciatrice. Simon alzó le spalle e ,rigirandosi l'arma tra le mani,le disse«Jace mi ha detto che sei entrata qui circa quattro ore fa e che non sei mai uscita». "Sono entrata quattro ore fa?!" pensó agitatissima. Il tempo era volato e guardando l'orologio si rese conto che erano le 14:20 . Aveva una fame da lupi così accennó un sorriso a Simon e gli auguró una buona giornata. Andó in cucina e si preparó la pasta con il pomodoro che faceva impazzire sia lei che suo fratello . Era sola a quanto sembrava, i turni erano lunghi e non avevano molto tempo libero. Lasció un po' di pasta al frigo in modo tale che se qualcuno avesse avuto fame , non avrebbe dovuto far altro che accendere i fornelli e riscaldarla. Un suono acuto la fece trasalire e si rese conto che era il suo cellulare. Aveva ricevuto un messaggio da suo fratello ed uno da un numero sconosciuto. Aprì prima quello di Domiziano.
"Il mio turno finisce quando cominci il tuo, un bacio".
L'altro invece la lasció perplessa.
"Buongiorno Cacciatrice, avevi intenzione di massacrarti in palestra?"
Chi poteva aver scritto un messaggio simile? In palestra era sola, non aveva visto nessuno oltre Simon.
"Chi sei?" scrisse risalendo le scale dell'Istituto per andare in camera sua.
"Vai in camera tua" fu la risposta. Cominció a preoccuparsi e cautamente aprì la porta della sua stanza. Vide una busta posata sul suo letto e accanto a questa una scatoletta rossa. Si avvicinó ed aprì la busta. C'era un piccolo biglietto bianco con una scrittura raffinata sopra: "Per Lucrezia".
Aprì il biglietto e lesse velocemente.
"Ció che troverai dentro quella scatola ti appartiene. Inoltre, non credo che potrebbe servirmi: non indosso di certo quella roba, ci vediamo".
Un dubbio le balenó in mente e quando aprì la scatola scoppió a ridere. C'era la sua giarrettiera . "Caro Raphael Santiago, potrei sapere chi ti ha dato il mio numero?" scrisse nel messaggio.
Attese per due minuti poi lesse la risposta. "L'ho letto dal cellulare di tuo fratello, lo ha lasciato incustodito per un po' ieri sera. Adesso riposa, quella che ci aspetta sarà una lunga notte".
La ragazza sorrise e si sdraiò sul letto. Doveva riposare se voleva essere in forze per la serata. Chiuse gli occhi e si addormentò.
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Shadowhunters - Cittá di cristallo
FanfictionDopo la sconfitta di Jonathan Morgenstern una nuova minaccia incombe sul mondo degli Shadowhunters ,una minaccia ancora piú pericolosa. Jace ed i suoi compagni chiederanno aiuto ad una potente famiglia di cacciatori italiani che si unirà a loro per...