Capitolo 21º

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Terrore, paura, tristezza, rabbia e confusione. Ecco cosa stava provando in quel momento Lucrezia. Temeva di perdere Raphael, l'amore della sua vita. Tutto intorno a lei emanava terribile odore di morte. Cosa c'era dentro quel labrinto le era ignoto, ma aveva una certezza: sarebbero morti. D'un tratto, il muro che si trovava davanti a lei si spalancó e un nuvolone di polvere l'avvolse. La ragazza tossì e chiuse gli occhi. Quando la nuvola di terra si abbassó, strinse l'elsa del suo pugnale e cominció ad avanzare dentro quella trappola mortale. Si fermó appena varcata la soglia d'entrata, ma solo per vedere il muro ricompattarsi ed una scritta rosso sangue stagliarsi davanti ai suoi piedi. «Per me si va nella città dolente, per me si va nell'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente», lesse lei.

Raphael stava digrignando i denti e fremeva dalla malsana voglia di vendicare il danno subito. Avrebbe perso la sua ragazza, l'unica mortale che era riuscita a fargli perdere la testa. Fece qualche passo in avanti e notó un liquido nero colare da un secco e vecchio albero. «Sangue di demone...», sibiló, allontanandosi un poco. Era sul punto di cominciare a correre per cercare Lucrezia, missione alquanto ardua da intraprendere, ma qualcosa catturó la sua attenzione. Il liquido nero aveva formato una frase. «Giustizia mosse il mio alto fattore... fecemi la divina potestate la somma sapienza e il primo amore...», lesse il vampiro. No, non poteva essere vero. Dopo aver letto la frase, le sue gambe cominciarono a correre prima che lui potesse realizzarlo. Doveva trovare Lucrezia, trovarla al piú presto o sarebbe veramente finita male.

Simon camminava tremante ed insicuro , guardandosi intorno con aria sospetta. Qualsiasi cosa poteva accadere in quel luogo che puzzava di zolfo... Sentiva un tremore insolito impossessarsi del suo corpo e non poteva fare nulla per far sì che smettesse. Si sedette a terra, in un angolino, attaccandosi alla parete nella vana speranza di essere nascosto e protetto da ogni tipo di insidia. Intorno a lui c'erano centinaia di mucchi di fogliame . D'un tratto , delle foglie secche e marce si spostarono sollevate da un'inesistente raffica di vento e si posarono di nuovo al suolo , scrivendo « ... Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne... e io etterno duro...», sussurró Simon. Non riusciva a capire cosa stesse accadendo, conosceva non bene l'italiano, ma un grido di terrore in lontananza gli fece capire che se fosse rimasto da solo non ce l'avrebbe fatta.

«... Lasciate ogni speranza voi ch'entrate», mormoró Clary, portandosi una mano alla bocca. «Siamo all'Inferno... Il labirinto è una sorta di Inferno», concluse, guardando le scritta che si stagliava in aria formata da fumo nero come la pece. Intorno a lei, riusciva a percepire un sibilare costante e un puzzo di demone insopportabile. "Tieni duro, Clary. Devi sopravvivere per Jace e per la tua famiglia... Devi uscire viva da qui", si disse, camminando lentamente per i cunicoli stretti e lerci di quel labirinto.

Magnus , senza fermarsi a dare una qualche spiegazione a qualcuno, cominció a correre verso una direzione sconosciuta, ma che la sua testa gli ordinava di seguire. «Si puó sapere dove stiamo andando e ,soprattutto, chi sta tentando di evocare un demone superiore?», gridó Izzy, cercando di non cadere in una delle buche nascoste dal buio della notte e dalle sterpaglie. «Non si tratta di un comune demone superiore... Questo è il demone superiore», balbettó Magnus. Alec ed Isabelle si scambiarono un'occhiata veloce, ma entrambi capirono che si trattava proprio di quel demone superiore. «Il portatore di luce ... È di lui che stiamo parlando?», chiese ancora Isabelle. «Proprio di lui», confermó Magnus, fermandosi improvvisamente e guardando il cielo , che era diventato un miscuglio tra il rosso ed il nero. Le luminose stelle erano state nascoste da quel fumo spettrale e la notte sembrava ancora più cupa e paurosa. «Ma sono impazziti? Sapete benissimo tutti e due che cosa comporterà questa follia! Tutta l'umanità sconterà il fio di una colpa che non è la loro! Il mondo verrà distrutto!», disse Alec, indicando un punto a caso con una mano. «Nessuno si salverà se Lucifero verrà evocato ... Ma se noi lo fermeremo, forse salveremo realmente l'umanità», disse Magnus. La terra sotto i loro piedi, improvvisamente cominció a tremare e in men che non si dica una crepa enorme si formó sul suolo. Ogni singolo movimento sarebbe risultato fatale e i tre si fermarono nelle posizioni in cui si trovavano. Il ciondolo che Isabelle portava sempre al collo, cominció a pulsare in maniera sempre più veloce ed insistente , finchè inspiegabilmente esplose in mille schegge di cristallo rosse. La ragazza urló ed arretró di un passo. Il terreno sotto i suoi piedi sprofondó e la Shadowhunter riuscì ad attaccarsi al braccio di Magnus miracolosamente. «Isabelle!», gridó Alec. «Sto bene ... Tranquillo... Dobbiamo trovare quei tre , non possiamo lasciarli soli», disse la ragazza . In un modo o nell'altro , sarebbero riusciti a trovare i loro amici... In un modo o nell'altro, avrebbero sconfitto definitivamente il male




- Angolo autrice -

Hey , ragazzi! Sì, sono ritornata! Sono viva e vegeta, non temete. Finalmente sono riuscita ad aggiornare una storia e ne sono contentissima. Adesso, cominceró ad aggiornare il più velocemente possibile anche le altre. Un bacio , ciao 💕

Shadowhunters - Cittá di cristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora