Capitolo 16º

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Il bosco di Idris accolse il gruppo di cacciatori che caddero a terra rotolando . Erano tutti fradici e indolenziti per l'impatto con il suolo. La foresta era buia e spettrale. In lontananza si sentivano urla e rumori di vetri rotti, la battaglia infuriava come sempre. «Accidenti che botta!», si lamentó Domiziano ,alzandosi. Simon stava strillando «Mi prendete per i fondelli? Sono caduto in un cespuglio di ortica!». Isabelle rise e il suo ragazzo la guardó storto. Lucrezia era riuscita ad armortizzare l'impatto con una capriola e Raphael invece si era attaccato ad un albero. «Bene, ora che siamo tutti dobbiamo dividerci. Sicuramente la nostra bramata cacciatrice non è in città ma è qui nel bosco da qualche parte. Dobbiamo trovarla ed è molto meglio dividerci , mantenendo le coppie che avevamo già formato. Comunicheremo con i messaggi di fuoco e ci rifugeremo nelle case abbandonate dei nascosti. Quando riusciremo a trovare la Cacciatrice la consegneremo al conclave ed aiuteremo gli altri ad acciuffare l'altro/altra cacciatore/cacciatrice. Per chi è accompagnato da un nascosto, sarebbe conveniente che si tracciasse la runa dell'alleanza. Che l'Angelo vi assista», disse Jace prendendo Clary per mano e sparendo nelle tenebre. Isabelle e Simon fecero lo stesso e rimasero solamente Alec e Magnus, Domiziano e Maia , Lucrezia e Raphael. Loro dovevano traccciare la runa dell'alleanza sul braccio del loro compagno . «Dai, fiorellino mio... Leghiamoci ancora di piú», disse Magnus porgendo il braccio ad Alec. Il ragazzo arrossì e tracció la runa. «Ci vediamo ragazzi» disse, e cominció ad incamminarsi nelle tenebre , seguito da Magnus. «Maia ... Permetti?», chiese Domiziano con gentilezza. La licantropa sorrise e si fece tracciare la runa. «In bucca al lupo fratellone», disse Lucrezia ,abbracciando il fratello. Maia rise e salutó gli altri mentre Domiziano auguró la stessa cosa alla sorella. "Ora siamo soli. Io e Raphael, soli nelle tenebre". Il vampiro porse un braccio alla cacciatrice e la disse«Traccia la runa mi amor». Lucrezia prese lo stilo e cominció, con delicatezza , a tracciare le curve della runa. Quando ebbe finito si tracció la stessa runa sul braccio ed entrambe si illuminarono. «Spero di averti fatto male», gli disse lei guardandolo negli occhi. Il vampiro scosse il capo«Questo non è niente in confronto a quello che hai fatto al mio cuore. Lo hai strappato dal petto e imbottito d'amore... Ti amo», disse baciandola sulle labbra. Lei lo abbracció e, affondando la testa nell'incavo del suo collo, cominció a singhiozzare disperata. Raphael la strinze e ,accarezzandole la schiena, le domandó confuso«Che succede? Perchè piangi? Ho fatto qualcosa di male?». "No, no amore mio. Non hai fatto assolutamente nulla di male. Sono io che ho fatto un disastro, come al solito del resto..." ,pensó la cacciatrice affranta . Doveva rispondergli, dirgli che non era colpa sua se stava piangendo ma non ci riusciva. Chiuse gli occhi e lottó contro se stessa. «Ho paura... Ho paura di perderti, non me lo perdonerei mai. Tu non c'entri nulla, non è colpa tua. La colpa è mia, solamente mia. Ti ho detto ció che provavo ,che non smetteró mai di provare ,per te e ti ho incatenato a me. Ho legato i nostri cuori... Forse, avremmo sofferto di meno adesso se non ti avessi rivelato che ti amavo» , disse infine con voce incrinata. Il vampiro le prese il volto tra le mani e puntó i suoi occhi neri in quelli azzurri di lei. «Non ti azzardare nemmeno a dire che è colpa tua. Non è vero! La colpa, se veramente c'è, è di entrambi. Io ti amo con tutto me stesso e non smetteró mai di farlo... Oh per la miseria, senti che cosa sta dicendo la mia bocca. Ti amo Lucrezia Agresti, la colpa è mia, tua e di questo maledetto amore», gridó Raphael. In un nano secondo le loro labbra s'incontrarono e , a detta di entrambi, quello fu il bacio più dolce, bello ed emozionante di tutta la loro vita. Raphael d'un tratto si allontanó e la prese per mano«Dobbiamo andarcene da qui... Non è un posto sicuro». Lei annuì ed insieme cominciarono a correre veloci per il bosco . La runa dell'alleanza aveva reso più veloce e forte la cacciatrice e , in quel momento, non aveva problemi a correre alla velocità del suo compagno. Giunsero davanti ad un'abitazione ridotta piuttosto bene e si resero presto conto che era stata abbandonata. La ragazza afferró la sua strega luce ed illuminó l'entrata. La porta era aperta e , cautamente, entrarono. C'erano libri impilati agli angoli delle stanze, pozioni rovesciate e sedie distrutte. «Chiunque abitasse qui, credo che sia scampato ad un'uccisione» , commentó Lucrezia illuminando una parete sporca di sangue. Raphael annuì e le disse che era meglio nascondersi lì per quella notte. Lei accettó e continuó a perlustrare la casa finchè non sentì un rumore provenire dall'esterno. Estrasse un pugnale e si diresse verso la porta d'uscita ma Raphael la fermó«Fermati, vado io». «No, lascia che ci pensi io. Tieni la strega luce... Vado a controllare» insistette la cacciatrice. Raphael non le diede retta ed uscì fuori con lei, fu una mossa stupida e pericolosa per entrambi i ragazzi.

Maia procedeva davanti a Domiziano e lo aiutava a cercare un posto adatto a passare la nottata. «Sei contento del fidanzamento di tua sorella?», gli domandò curiosa. Lei non sopportava Raphael per diversi motivi: in primis per il fatto che era un vampiro. "Bella domanda..." pensó lo Shadowhunter. «Bhe... Diaciamo che se lei è felice , lo sono anch'io. Se quel vampiro la farà soffrire gli staccheró la testa» , rispose infine. Maia sorrise nel buio della notte e si fermó per un secondo. «E tu invece, cacciatore? Il tuo cuore batte per qualcuno» , gli domandó ancora . Domiziano arrossì violentemente e per un secondo credette di essere sul punto di svenire. «Io... Emm... Bhe... Oh per l'Angelo. Non l-lo so», balbettò. La locantropa scoppió a ridere e si posizionó davanti a lui. Il cacciatore strinse i denti e sentì una goccia di sudore solcargli la fronte. "Sono nei guai fino al collo... Maia allontanati o ti bacio" pensó. «A me puoi dire tutto», disse con voce calma la ragazza. Accadde tutto in fretta, troppo in fretta perché potessero rendersi conto di quello che era accaduto. Entrambi, nello stesso istante, avevano avvicinato i loro visi e avevano lasciato che le lobbra si toccassero . Un bacio casto, a stampo, non era niente di più ma per Domiziano significó tanto. Aveva capito tante cose e stava per dirle che la ragazza per cui il suo cuore batteva era lei ma non potè farlo. Un grido disumano, femminile e familiare squarciò la quiete notturna. Tutta la magia di quel momento svanì e l'espressione di affetto, che aveva sul volto Domiziano , si tramutó in una maschera d'orrore e terrore. «Lucrezia!», gridó.

Shadowhunters - Cittá di cristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora