Capitolo 9º

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Domiziano , Jace e Simon ,appena ricevettero la chiamata di Isabelle , si precipitarono a Central Park.
Non impiegarono molto tempo a raggiungere le ragazze e quando arrivarono le trovarono letteralmente sconvolte. C'era un forte tanfo di demone e il terreno sembrava essere stato bruciato. Domiziano , confuso da tale scenario, si avvicinó e notó che il manto d'erba, oltre ad essere completamente carbonizzato, era interamente ricoperto da piccoli diamanti neri. «Che diamine sono questi?» domandó guardando Clary ed Isabelle. Nessuna delle due ragazze sapeva dargli una risposta, non sapevano neanche loro da dove provenissero e che cosa fossero. «Credo che siano di natura demoniaca e che siano state proprio queste stane pietre ad aver bruciacchiato il prato...» disse Izzy . Non era pienamente convinta delle sue stesse parole ma cercava in tutti i modi di trovare una spiegazione. Simon provó a raccoglierne una per esaminarla più da vicino ma Jace lo bloccó e ,con voce irritata, lo ammonì«Non toccarli. Non sappiamo che cosa diamine sono, raccoglierli con le mani nude non sarebbe una buona idea ma se vuoi morire ,prego... Accomodati pure». Isabelle e Clary guardando male il biondo. «Ti sembra il momento Jace?» gli domandó Clary incrociando le braccia al petto. Lo Shadowhunter non rispose e lasció il braccio di Simon. «Dobbiamo raccoglierli in qualche modo e portarli da Magnus... Forse ci potrà aiutare» comcluse Simon. Dominziano annuì«Ha ragione. Non possiamo ignorare queste strane pietre... Questa luce viola che emanano non mi convince . C'è qualcosa di losco sotto e dobbiamo capire di che cosa si tratta... Ho il sospetto che siano collegate in qualche modo ai demoni che attaccano la città». «Va bene... Prendiamone qualche pezzetto ma ci serve un contenitore di vetro in cui metterle. Chiamo Maia e le dico di portarcelo» disse Jace componendo il numero della licantropa.

Maia stava osservando il gatto di Magnus che mangiava allegramente la sua pappa. Lei odiava da morire i gatti e da quando era diventata una lupa mannara la sua avversione verso quelle bestioline era peggiorata. Il suo cellulare squilló e lei rispose prontamente. «Pronto Jace, che succede?» chiese con voce annoiata. «Maia potresti raggiungerci a Central Park? Devi portarci un contenitore di vetro...abbiamo trovato delle strane pietre di origine, molto probabilmente demoniaca, e dobbiamo metterle da qualche parte» le disse il cacciatore. Maia disse di si e corse a prendere un contenitore. Avvertì Magnus ed Alec e raggiunse a passo svelto gli altri.

Lucrezia era seduta sul bordo del letto e guardó l'orologio a parete che era nella sua camera. Erano le 16:45 e nessuno era ancora rientrato. "Non voglio marcire qui dentro..." si disse. Si alzó e cominció girovagare per l'Istituto. Era sola e non sapeva cosa fare per scacciare la noia , così, decise di andare ad esplorare l'ala destra dell'Istituto. Mentre procedeva guarda con ammirazione i quadri che erano appesi alle pareti. Molti raffiguaravano scene di battaglie tra Cacciatori e demoni , altri invece ritraevano l'angelo Raziel. Dopo un po' , giunse davanti ad una porta vecchia e sgarrupata. L'aprì e si ritrovó dentro al Santuario. In quel luogo potevano entrare tutti i Nascosti, anche i vampiri. Sarnutì per via della polvere che c'era in quel luogo e continuó a camminare. "Potrebbero dare una pulita almeno..." si disse passando un dito su di una piccola poltroncina nera abbandonata in un angolo della sala. «Non riesci proprio a startene ferma, è?» le domandó una voce. La ragazza si irrigidì e cercó il suo interlocutore «Dove sei?» domandó. Fece per girarsi ma si trovó faccia a faccia con Raphael.
Le prese un colpo e si poggió una mano sul petto per calmarsi. «Tu! Mi stai pedinando per caso?!» gli domandó. Lui non fece nulla , si limitó ad alzare un sopracciglio «Assolutamente no» rispose. "Questo è matto" pensó la Shadowhunter. «È giorno, come puoi essere entrato qui?» lo incalzó la ragazza. Raphael non era un diurno e se solo un raggio di sole avesse colpito la sua pelle, sarebbe diventato cenere. «Non me ne sono mai andato da ieri notte» le spiegó lui. Quindi, dopo che era andato via con la sua moto, era tornato indietro ed era entrato nell'istituto... La ragazza sbuffó e si passó una mano tra i capelli«Va bene. Perché non me l'hai detto subito dove ti trovavi?». Il vampiro incroció le braccia al petto«Sapevo che non avresti resistito alla tentazione di alzarti dal letto, quindi non ti ho detto nulla». La Shadowhunter allora si tolse la collana e gliela porse«Tieni...» gli disse. Lui prese un guanto da moto e l'afferró. Non la ringrazió e si limitó a riporre il ciondolo in una piccola scatoletta color ocra. "Non dice nemmeno grazie" pensó la Cacciatrice con una smorfia. Come se Raphael le avesse letto il pensiero ottenne una risposta a quell'affermazione «Non ti aspettare mai un grazie da me. Io non lo dico mai a nessuno». Era così antipatico delle volte che la ragazza aveva il continuo impulso di dargli un pugno in faccia. «Dove sono le mie cose?» domandó Lucrezia fissando Raphael dritto negli occhi. Vide quelle due iridi nere luccicare alla sua domanda «Vienile a prendere» disse correndo via. La Shadowhunter rimase un secondo a bocca aperta per poi partire all'inseguimento. Era disarmata e sentiva le gambe farle un po' male«Dove credi di andare?» urló irritata. Il vampiro era scomparso dal suo campo visivo e quindi non poteva permettersi di abbassare la guardia. Sentì un leggero e quasi impercettibile spostamento d'aria dietro di se e voltandosi colpì Raphael con un pugno in piena faccia. L'aveva colpito forte ma sembró non essersi fatto nulla, era rimasto solamente per un secondo senza dire niente poi i suoi canini schizzarono fuori attaccó Lucrezia. La ragazza cercó di liberarsi dalla sua presa ma era troppo forte. Finì per essere incastrata tra la parete e Raphael che le teneva le braccia inchiodate al muro all'altezza della ua testa. «Sei lenta-, le disse con un ghigno beffardo,- ma hai un buon destro» continuó il vampiro. "Devi allontanarlo , questa distanza è pericolosa" si disse. Vide qualcosa scintillare dentro la tasca del pantalone del vampiro e si rese conto che era il pugnale. Doveva recuperarlo, doveva inventarsi qualcosa... Ma cosa? Osservó Raphael che aveva ancora quel ghigno stampato in faccia. "Per quanto sia terribile quello che sto per fare è l'unica soluzione!" si incoraggió. Allacció la sua gamba a quella di Raphael e si morse il labbro. Era brava a recitare e forse ci stava riuscendo. Il vampiro cambiò espressione sfoggiandola una sorpresa ma al contempo allibita. «Che stai facendo?» le domandó con un fil di voce. Lei , appena sentì Raphael allentare la presa sui suoi polsi, si liberó si avvicinó ancora di più al vampiro. Gli appoggiò le mani sul petto e, dopo essersi maledetta almeno una quarantina di volte, lo bació sulle labbra. Il vampiro inizialmente non rispose al bacio ma poi si lasció andare e allacció le mani dietro al collo di lei. La ragazza ne approfittó per far slacciarsi un braccialetto e farlo cadere a terra. Si scanzó dal vampiro e fece per raccoglierlo ma volocemente estrasse il pugnale dalla tesca di questo e sgattaioló dietro di lui puntandoglielo alla gola. «Sei stolto-, lo canzonó lei,- ma baci bene» continuó ridacchiando. Raphael ringhió«Come hai fatto a prendermi in giro così?». Lei lo lasció andare e alzó le spalle«Seduzione femminile» rispose ridacchiando. Il vampiro serró e le labbra e la guardó in modo torvo. «Bella mossa, complimenti. Di solito la faccio io per conquistare le mie vittime» le disse con un'ombra di sorriso sulle labbra. La ragazza sorrise poi chiese a Raphael«Sapresti dirmi che ore sono?». Il vampiro guardó il suo orologio da polso e ,con un sospiro , le disse che erano le 17:20. "Bene... A quanto pare dovremo rimanere insieme ancora per un po' ".
La ragazza raccolse uno straccio che era posto in un secchio e lo passó sulla poltroncina di pelle per togliere la polvere . Quando ebbe finito si sedette e , tenendo lo sguardo basso, con un filo di vergogna, si rivolse al vampiro «Senti... Scusa per il bacio ma volevo riprendermi il pugnale. Non ti ho baciato perchè...» lui alzó una mano e la interruppe. Si appoggió con una spalla al muro e le disse«Tranquilla. Per me quello stupido bacio non è significato nulla. Fidati, ho baciato più di mille labbra diverse in vita mia e le tue non sono un gran che... Sono semplici labbra. Non ho pensato nemmeno per un secondo che tu potessi avermi baciato per attrazione fisica, cioè io sono bello, peró ho un brutto carattere. Ho risposto al bacio solamente perché poteva essere un divertimento...». La Cacciatrice ascoltó in silenzio e con attenzione ogni parola che quel succhiasangue le aveva detto. Sinceramente non le importava nulla di lui ma quelle parole ,un po', l'avevo ferita o scossa. Insomma, non si aspettava che lui avesse risposto al bacio per amore ma che non l'avesse fatto per puro divertimento. Cambió espressione e fulminó Raphael con lo sguardo. «Tu hai risposto al bacio solo per portarmi a letto?! Ma non ti vergogni nemmeno un po'? E se io , per assurdo, provassi dei sentimenti per te? Mi avresti ferita a morte!» sbraitó la ragazza . Perchè aveva reagito in quel modo? «Ma tu non provi nulla per me, non è così?» le domandó con indifferenza il vampiro. "Adesso basta" . La Shadowhunter si alzó dalla poltrona e gli puntó un dito contro«Sai, all'inizio mi stavi antipatico ma poi ho provato a cambiare idea ed ero addirittura arrivata a pensare che avessi un briciolo di cuore ma adesso ti odio ancora più di prima. Non hai rispetto per gli altri, pensi solo a te stesso, sei la persona più egoista che io abbia mai incontrato in vita mia» urló, poi fece per uscire dal santuario per andare in giardino e Raphael ridendo malignamente le disse «Allora ti piaccio!». «Vai al diavolo Raphael!» gridó per poi uscire e sbattere la porta.

Shadowhunters - Cittá di cristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora