prologo | fortuna che non ci rivedremo mai più

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Sanremo, dicembre 2022

Le mie dita erano attorcigliate tra loro, ricoperte da una patina umidiccia frutto di quell'ora e mezza passata in camerino a ripassare e a fare quegli esercizi vocali che Gianmaria mi aveva insegnato. Non ne potevo più, dovevo assolutamente togliermi quel peso di dosso. Che andasse bene o male, l'importante era superare quel momento, ritrovarmi direttamente a fine avventura con la consapevolezza di come fosse andata, con la certezza che quella serata fosse finita.
Non era esattamente quello il modo in cui avrei dovuto vivermi quell'esperienza. E ne ero, ne sono tutt'ora cosciente; tuttavia, la mia ansia sociale aveva sempre la meglio. Riuscivo sempre ad auto sabotarmi, riuscivo sempre a provare quel vuoto nello stomaco che non mi faceva godere nemmeno le cose più belle che mi capitavano nella vita. Riuscivo sempre a sentire quel forte desiderio di tornare a casa, nella mia comfort zone, fra le mie quattro mura.

Quando un addetto al dietro le quinte, un uomo di carnagione scura con capelli lunghi e folti, chiamò il mio nome – «Anita» accompagnato da quel tono interrogativo di chi non sa davvero a chi si stia riferendo – e mi disse che a breve sarebbe stato il mio turno, sentii il sudore aumentare e il cuore fare mille volte su e giù come una giostra scadente di un luna park abbandonato a sé stesso.
Annuii impercettibilmente, e quando mi accorsi che l'uomo cercava con lo sguardo una risposta più sicura di quella che gli avevo appena dato, pronunciai un debole «sì».

-

Le prove andarono bene, meglio di quanto mi aspettassi. Il soundcheck durò più tempo del previsto, ci fu un problema tecnico con il mio microfono – ovviamente – ma alla fine riuscì tutto alla perfezione. Nessun intoppo, nessun groppo in gola, nessuna stonatura, nulla. Chissà se sarebbe andata altrettanto bene in diretta. Ebbi modo di ascoltare tutti i ragazzi presenti per quell'ultima selezione. Il palco di Sanremo era davvero a pochissima distanza da me, era un'opportunità più unica che rara, non potevo lasciarmela sfuggire.

Già. Peccato non dipendesse solo da me. Ma quel giorno volevo illudermi, sembrava che per una volta tutto girasse a mio favore. Ricevetti i complimenti di Amadeus durante le prove, lui era davvero una persona splendida e molto alla mano, si assicurò tantissime volte di come stessimo e ci passò un bicchiere d'acqua tra una prova microfono e l'altra. Quando a prova ultimata mi sedei sul mio sgabellino, sentii la mano di Gianmaria accarezzarmi delicatamente la spalla.

«Quanto cazzo sei forte, Nita!»

Mi aveva affibbiato quel soprannome da quando ci eravamo conosciuti, durante i primissimi provini. E mi piaceva!

«Detto da te è un complimentone», gli risposi sorridente, facendogli poi un occhiolino. Lui alzò la testa, mimando un "ma va!" con lo sguardo.

Sobbalzammo quando sentimmo partire d'improvviso la base del brano di un altro ragazzo, un tipo altissimo, magro, capelli ricci. Ci venne da ridere, Gianmaria sollevò le mani e si tappò le orecchie. Risi ancora di più guardandolo.

La canzone di quel ragazzo non mi piaceva per nulla, soprattutto il ritornello. Commentai la cosa con il biondo accanto a me.

«Se sento di nuovo quel tururutururu giuro che spacco qualcosa»

Ero convinta che nessuno – a parte Gianma ­– mi avesse sentito.

«Dai, scema!» rispose il veneto.

Dopo pochi minuti, le prove terminarono.

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Ironia della sorte, durante la diretta di Sanremo Giovani andai al duello finale proprio con Mida, il ragazzo alto la cui canzone non mi piaceva. Cantammo i nostri brani, Amadeus ci fece i complimenti ma, come fece con tutti gli aspiranti Big in precedenza, ci rammentò subito che sarebbe passato o solo uno di noi oppure nessuno. Non entrambi. Il conduttore diede un'occhiata a una busta che gli fu portata dalla produzione. La richiuse e ci guardò negli occhi. La tensione era alle stelle.

«Anita, Mida. Purtroppo, non è passato nessuno di voi due»

Sentii una leggera fitta allo stomaco. Il dispiacere era tantissimo ma da una parte me lo sarei dovuto aspettare.

«Siete entrambi bravissimi, ragazzi. Davvero» ci disse Amadeus, sorridendoci. Intanto, era partito un applauso dal pubblico del Casinò di Sanremo. «Sono sicuro che avrete tantissime altre opportunità. Non mollate!»

Mida e io annuimmo.

«Grazie di tutto, Ama» risposi, salutando il conduttore.

Ci ritrovammo nel backstage, due fonici ci "smontarono" il microfono. Guardai il ragazzo davanti a me, palesemente deluso.

«Mi dispiace» gli dissi. Non ci pensai troppo, mi uscì spontaneo. Lui ricambiò in un modo che non mi sarei mai aspettata. Esalò un risolino sarcastico, tagliente.

«Come no!» pronunciò poi.

«Scusa?» inarcai il sopracciglio.

«Siamo dietro le quinte, non ci sono telecamere, puoi anche smetterla di fingere»

Mi diede le spalle e fece per andarsene, ma io lo bloccai.

«Ma che stai dicendo?»

«Mi riferisco a oggi. C'era il riverbero del microfono, ti ho sentita mentre commentavi la mia canzone»

Rimasi immobilizzata. Aveva tutte le ragioni del mondo per avercela con me, ma il mio dispiacere per il suo non essere passato ai Big era sincero. Mettendo da parte i gusti musicali, eravamo tutti ragazzi giovanissimi, con un sogno in comune. E umanamente era brutto anche per me vedere qualcuno ricevere una porta in faccia.

«Scusa. Non volevo essere maleducata»

«Guarda che non me ne frega niente, puoi anche risparmiarti le scuse» disse, alzando gli occhi al cielo. «Solo, la falsità proprio non la reggo quindi la prossima volta evita di dire "mi dispiace" quando non lo pensi»

«Questo non è vero.» cercai di ribattere. «Sì, la tua canzone non mi piace ma sono comunque disp–»

«Te lo ripeto: non me ne frega niente» mi zittì acidamente.

«Ora sei te maleducato.» lo rincorsi per il lungo corridoio che portava ai camerini, mentre in sottofondo riuscivo a percepire Amadeus complimentarsi con Gianmaria, che aveva vinto Sanremo Giovani e si era guadagnato un posto di diritto nei Big.

«Fortuna che non ci rivedremo mai più» mi urlò dall'altro capo del corridoio, senza neanche guardarmi in faccia.

Lo vidi allontanarsi e a quel punto mi arresi definitivamente.

*

Salve, gente, e benvenuti in questa nuova storia!  Forse qualcuno di voi mi conosce già, sono l'autrice di "rave, eclissi", una storia su Samu ambientata nell'universo di Amici22 che trovate sul mio profilo, se non la conoscete e se vi va di leggerla :) Chissà, magari qualche protagonista di quella storia potrebbe apparire anche in questa... 👀

Come sempre, non pretendo nulla da questa nuova ff, scrivere mi è sempre piaciuto e lo faccio al di là di views e commenti! Se vi capita di passare di qui, spero la storia vi piaccia e vi strappi anche un sorriso, chissà.

A presto!! <3

𝘷𝘪𝘵𝘢𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚𝙢𝙤𝙩𝙤 | Amici23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora