capitolo 29 | stai incasinando tutto

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Ho sognato un campo minato
e tutto il mondo mi guardava
ed aspettava io camminassi.
Forse ancora non l'ho capito,
mi ha ricordato casa mia
con i fantasmi dei tuoi passi.

Le mie dita scorrevano veloci fra le corde della chitarra, mentre cercavo di ricordare le parole della canzone di Tananai e Ariete. Non ero una chitarrista eccellente, avevo studiato quello strumento ai tempi del liceo grazie alla mia scuola che per un paio d'anni offrì dei corsi gratuiti.

Cuori si intrecciano nelle stazioni dei tram
ed il mio l'ho già perso da un po'.
E se un giorno tornerai alla stessa fermata
non saprò mai dirti di no.

Presi un respiro, prima di intonare il ritornello.

Dimmi, dimmi, dimmi, dimmi, dimmelo ancora.
Dimmi, dimmi, dimmi, dimmi, dimmelo adesso.
Dimmi che non posso, fa lo stesso e passerà!

(sì, vabbè)

Bacia, bacia, bacia, bacia, baciami adesso
e salta, salta, salta, salta, saltami addosso:
ho le braccia forti, non ti farò cadere.

La melodia fu interrotta da Anna, che aprì piano la porta della Sala 3 salutandomi.

«Ah, però! Non male» esclamò la mia insegnante, entrando e poggiando il suo telefono sulla cattedra. Era in compagnia della vocal coach Lalla.

«Ciao, Anna. Ciao, Lalla. Ingannavo il tempo nell'attesa» mi giustificai, adagiando piano la chitarra alla sua postazione.

«Sai suonarla, quindi?»

«Mh, insomma, sono un po' arrugginita. Ho preso qualche lezione ai tempi del liceo ma poi ho dovuto lasciare perché... non potevo permettermi delle lezioni serie, diciamo così.»

«Capisco,» la bionda mi lanciò un'occhiata. «in ogni caso non sei affatto male, sarebbe bello se perfezionassi anche l'uso di questo strumento. Con il pianoforte hai imparato in fretta, qualcosa mi dice che potresti fare un lavoro simile con la chitarra.»

«Magari!»

Dopo altri convenevoli, Anna mi informò che il mio nuovo inedito era praticamente pronto, mancavano giusto degli ultimissimi ritocchi a cui avremmo potuto dedicarci con calma. Mi chiese di cantarlo e io eseguii, dopodiché passammo alla lezione teorica con Lalla e alla cover che avrei cantato alla prossima registrazione, che si sarebbe tenuta di lì a due giorni.

Dopo un'ora e un quarto lasciai la sala, salutando Anna e Lalla. Percorsi il corridoio e mi imbattei in Christian, che usciva dalla palestra.

«Che ci facevi lì?» gli sorrisi.

«Ieri ho saltato l'ora di ginnastica e l'ho recuperata adesso» feci per avvicinarmi ma lui mi respinse. «meglio che non mi abbracci né mi baci, ho sudato come un maiale» spiegò, scatenando una mia risata.

Mi sedei sulla panchina della sala Relax, nell'attesa che lui si lavasse e si cambiasse. Non appena mi raggiunse notò subito il mio sguardo perso nel vuoto.

«Tutto okay?» prese posto accanto a me. «È da qualche giorno che ti vedo strana.»

Scossi leggermente la testa. «Sono solo un po' stanca, in questi giorni fra inedito e cover non mi sono fermata un secondo.»

«Sicura?»

I suoi occhi neri mi trafissero l'anima. Mi sentii sporca, debole sotto il suo sguardo. Ma come potevo spiegargli il casino che albergava nella mia testa? Mi accucciai a lui, allacciando le braccia intorno al suo busto e stringendolo forte. Lui ricambiò la stretta e mi lasciò dei piccoli baci fra i capelli.

𝘷𝘪𝘵𝘢𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚𝙢𝙤𝙩𝙤 | Amici23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora