capitolo 18 | ventitré

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Quella mattina feci fatica ad aprire gli occhi, e ringraziai mentalmente il fatto che il giorno dopo ogni registrazione avessimo mezza giornata libera, senza sveglie alle sette del mattino. 

Tutta la stanchezza che sentivo addosso era dovuta al fatto che quella notte, allo scoccare del 1° dicembre, Angela e Valentina mi fecero spegnere una candelina simbolica depositata sopra una brioche. Ci lasciammo andare a un mini party nella camera arancione, ballammo e cantammo in maniera allegra, e tanti vennero a farmi gli auguri, come Tiziano, Matteo, Elia, Gaia e Martina. Quest'ultima mi fece addirittura un piccolo regalo, ovvero una nostra polaroid insieme, scattata qualche giorno prima, con sotto una scritta a pennarello che recitava: "buon compleanno, mia toscanaccia preferita!". Martina e io, infatti, stavamo iniziando a legare molto, avevamo davvero tantissime cose in comune, era una ragazza estremamente sensibile oltre che una cantante meravigliosa.

Quando mi alzai a sedere sul mio materasso mi accorsi che le mie compagne di stanza erano già uscite, per cui mi stiracchiai e mi guardai un attimo intorno, finché non notai la presenza di qualcosa proprio sul mio comodino. Mi liberai del piumone che ancora avvolgeva le mie gambe e raccolsi quel misterioso oggetto, mi diede l'idea di essere una di quelle guantiere che si portano a casa dei parenti la domenica, ed era anche così finemente incartata che quasi mi dispiacque sfilare via il nastro dorato e svelare cosa ci fosse all'interno. Trovai una serie di piccoli muffin allo yogurt e a me brillarono gli occhi; erano i miei dolci preferiti. Pensai subito che fosse opera di Valentina e Angela, dopotutto loro sapevano. Agguantai una di quelle delizie e godei del loro buonissimo sapore, felice come una bimba.

«Ma buongiorno, festeggiata!» la voce di Valentina arrivò dritta alle mie orecchie come un ultrasuono, facendomi quasi sobbalzare. Accanto a lei c'era anche Angela, che si fermò a osservare ciò che tenevo fra le mani.

«, e quelli?»

«Li ho trovati appena sveglia sul comodino,» risposi, pulendomi i lati della bocca con le dita. «non sono da parte vostra?»

Valentina scosse la testa.

«No, amò» confermò la casertana.

D'un tratto, la biondina puntò il dito sul pavimento. «C'è un biglietto lì!»

Doveva essere caduto quando avevo afferrato la guantiera. Le due ragazze, nel momento in cui avevo fra le mani il pezzo di carta privo di una firma, si avvicinarono a me da brave pettegole. C'era scritta solo un'unica e chiara frase:

"23 volte buon compleanno, nanetta!"

Sorrisi lievemente. C'era solo una persona che mi chiamava in quel modo, dunque per me fu lampante capire da chi provenisse quel regalo; e con tutta probabilità anche le mie amiche lo capirono, ma decisero di non commentare, forse per lasciarmi i miei spazi e di questo ne fui loro grata.

*

Quando Anna oltrepassò la soglia della porta della saletta mi regalò un sorriso radioso. «Buongiorno, tesoro, e buon compleanno!»

«Grazie, Anna!» mi avvicinai alla donna e precipitai fra le sue braccia spalancate. Mi strinse forte come una mamma e mi lasciò anche un bacio fra i capelli.

Quel pomeriggio ero stata convocata in sala per la consueta assegnazione della cover in vista della prossima puntata e a quanto pare persino gli addetti ai lavori avevano saputo del mio giorno speciale. Le due vocal coach che incontrai strada facendo mi fecero gli auguri, stessa cosa Giovanni Sciabbarrasi.

«Oggi ti comunico solo i brani che ho scelto di assegnarti, dopodiché farai la solita mezz'oretta di esercizio vocale con Lalla» mi comunicò Anna, indicandomi la donna seduta davanti al computer.

𝘷𝘪𝘵𝘢𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚𝙢𝙤𝙩𝙤 | Amici23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora