«Voi siete dei pazzi!»
Matthew ci guardò con un'aria sorpresa ma allo stesso tempo felice, Valentina e io ci scambiammo uno sguardo complice. Eravamo state noi ad architettare quella festa nei minimi dettagli; anzi, più precisamente Valentina fu la mente e io il braccio. Fummo aiutate dalla produzione che ci recapitò, oltre a varie vivande come pizzette, patatine e dolcetti, una torta a tre piani con un "23" depositato in cima e decorata con note musicali, una chitarrina elettrica in plastica da esibire accanto alla torta e palloncini neri con cui riempimmo la sala da pranzo.
«Tanti auguri, Matteino» mi precipitai tra le braccia del festeggiato, stringendolo forte e scoccandogli un bacio sulla guancia. «spero ti diverta, Vale ha pensato a ogni cosa!»
I due piccioncini si abbracciarono e baciarono, e io mi allontanai lievemente imbarazzata. Il loro legame si stava rafforzando sempre di più, era bello vederli così complici. Ormai li consideravo i miei "genitori".
«Sì regà tutto molto bello, tanti auguri Matt cento di questi giorni... ma mo' se pò magnà?»
Un improvviso coro di risate riempì la stanza dopo quell'esternazione di Petit.
«Mamma mia Petit, tu non aspettavi altro!» esclamai dandogli una leggera pacca sulla testa.
«Eh regà c'ho fame» rispose il romano, che subito dopo aprì le danze afferrando una quantità spropositata di pizzette.
Passammo un pomeriggio bellissimo, mangiammo insieme e improvvisammo anche dei balli di gruppo, alcuni di noi ne approfittarono per conoscere meglio qualche compagno con cui non aveva avuto modo di approfondire il legame, come feci io proprio con Petit. Chiacchierai con il ragazzo mangiando le mie pizzette e le mie patatine, a un certo punto sentii la bocca arsa dalla sete. Dunque mi alzai e mi diressi verso la cucina, ma nel momento in cui la mia mano afferrò la maniglia del frigorifero, andai a sbattere contro qualcuno che mi accorsi in un secondo momento essere Mida. Era davvero ironico notare come lui e io entrassimo in "comunicazione" solo tramite incidenti.
«Oddio, scusami. Di nuovo.»
«No, stavolta è colpa mia» rispose il riccio, che strappò un pezzo di Scottex dal rotolo per pulire del succo che nell'urto si era rovesciato sul parquet.
«Aspetta,» intervenni, allontanandomi momentaneamente da lui. «ti conviene usare questo» gli passai subito il mocio, che il ragazzo afferrò facendo inavvertitamente scontrare le nostre dita.
Nel frattempo io mi versai dell'acqua e bevvi a grandi sorsi. Nonostante avvertissi la sua presenza dietro di me non ebbi mai il coraggio di voltarmi e finii, quindi, a fissare il vuoto. Poi, però, quando iniziò a parlarmi, fu inevitabile guardarlo negli occhi.
«Senti, volevo chiederti scusa per l'altro giorno, in corridoio. Sono stato un po' cafone.»
Lo guardai abbozzando un'espressione che nemmeno io sapevo decifrare, per poi annuire in maniera impercettibile.
«Anzi,» proseguì l'allievo di Lorella Cuccarini. «in realtà sono stato sempre cafone con te. Anche in quella clip, effettivamente ci sono andato giù pesante. Mi dispiace...»
«Anche io ti devo delle scuse» lo interruppi. «A cominciare da quel giorno a Sanremo, mi sono davvero comportata male.»
«Questo non giustifica il mio comportamento», rimarcò lui.
Gli sorrisi. «No, è vero... però ci stiamo chiedendo scusa, questo è già qualcosa.»
«Sì.»
Avvitai il tappo alla bottiglia e la depositai dentro il frigo, dopodiché mi riavvicinai a Mida in maniera decisa.
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𝘷𝘪𝘵𝘢𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚𝙢𝙤𝙩𝙤 | Amici23
FanfictionAnita è vita. Christian è terremoto. Ma ci sono dei momenti in cui Christian è la vita, mentre Anita è il terremoto. Apparentemente non hanno niente in comune, a parte la passione per la scrittura e per la musica. "Sono entrambi fuoco, incendiano l...