Capitolo quattordicesimo *Chloe*

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La classe scoppiò in un applauso che decretò la fine della lezione del professor Banner, che lasciò l'aula tra il rumore delle sedie che striscivano sui pavimenti.

"Mangiamo insieme questa sera?" mi chiese Becca, raccogliendo le penne sparse sul banco davanti a lei e riponendole nella borsa.

Mi sciolsi la coda alta che tenevo da ore e passai le dita tra i miei ricci, chiudendo per un istante gli occhi: quella giornata era stata infinita e mi scoppiava la testa.

Mi sarebbe piaciuto molto cenare con la mia amica, ma la mia mente andò a Clarisse, sola, triste e tumefatta in camera e seppi all'istante di non poterla abbandonare.

"Magari, Becs, ma ho promesso a Clarisse che sarei stata con lei"

Ci incamminammo insieme verso l'uscita dell'aula e nel corridoio brulicante.

"Nessun problema, dii a Clarisse che la saluto"

Il telefono della mia amica trillò e lei lo estrasse dalla tasca, piegando la bocca in un sorriso involontario non appena lesse il messaggio.

"Oh oh, chi è che fa sorridere in questo modo la mia migliore amica?" le chiesi subito, dandole una leggera spallata.

Lei si mise a ridere e agitò emozionata il caschetto ramato.

"Cyril biondosexydamorire Thomas" rispose poi con tono euforico.

Spalancai la bocca a quel nome e lanciai un gridolino eccitato.

"Vi scrivete? Quindi le cose tra di voi sono andate molto bene ieri sera"

"Diciamo che prima che Luke decidesse di dare spettacolo da sbronzo, eravamo molto vicini a baciarci"

A quelle parole il mio sorriso si spense, ma la mia amica alzò le spalle con noncuranza.

"Cavolo, Becs, mi dispiace" mormorai.

"Non preoccuparti, non l'avrei baciato comunque la prima sera che lo conoscevo: il ragazzo deve meritarselo. E tu non scusarti per Luke, non è una tua responsabilità"

Aveva ragione, eppure sembrava che non facessi altro che difendere sempre le sue azioni sbagliate davanti agli altri.

"Ho bisogno di un caffè. Visto che mi hai dato buca, questa sera mi aspetta una lunga sessione di studio" aggiunse poi, svoltando l'angolo diretta alla caffetteria.

La seguii all'interno e il familiare vociare di quel posto si aggiunse alle pulsazioni dolorose della mia testa.

"Vado ad ordinare, tu cerca di trovare un tavolino libero" esclamò Becca sopra la confusione.

Annuii e mi feci largo tra gli studenti verso i posti a sedere della caffetteria, quando d'un tratto addocchiai la squadra di football, sparpagliata fra due tavoli ed ancora in divisa.

In mezzo a loro c'era Dave, che rideva forte ad una battuta di un compagno di squadra.

Senza pensarci due volte mi diressi verso quella direzione, prima che avessi tempo di riflettere ero già lì.

"Posso aiutarti, dolcezza?" chiese subito uno di loro, con i capelli ricci ed un sorriso lascivo sotto due baffetti scuri.

"Chloe" si intromise la voce di Dave, venendo verso di me.

"Ciao... posso parlarti solo per un secondo?" gli chiesi sommessamente, notando come con la coda dell'occhio ci stesse fissando tutta la squadra.

"Si, andiamo" rispose lui, facendomi strada verso un angolo leggermente più appartato.

"Innanzitutto ci tenevo a scusarmi con te. Mi sono comportata davvero male e darti buca alla partita di questa mattina è stato il peggio del peggio" iniziai.

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