Canto 3 - Il fielìn e la Baba Yaga (Seconda parte)

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Si risvegliò Alman con basso singulto.

Nero era ancor fuori dalla finestra

il cielo. Ma giunsero presto i primi

raggi portando il giorno. La mattina

Alman con Bàlandor s'allenò, prove

di scontro con magia, ma pur azioni

più semplici, come spostar oggetti

e controllar l'aria e gli altri elementi.

Presto dal buonumore del fielìn

fu soverchiato, la concentrazione

vacillò e perse pur la precisione.

Quel pomeriggio, durante una pausa,

seppe Alman dell'arrivo di altri nixen;

s'affrettò quindi a incontrarli e andò lesto

nella sala in cui poteva trovarli.

Nell'anticamera ecco, una visione

lo colse, favola di tempi antichi:

la più bella fanciulla là sedeva,

al collo il suo monile d'oro bianco

fervido scintillava, e intanto i lisci

capelli d'oro in ciocche pettinava.

Con pettine dorato li lisciava,

cantando intanto una malia che irruente,

meravigliosa melodia celava.

Nel cuore di Alman esplose un sussulto,

quasi avesse rinvenuta memoria

antica, e d'un tratto lo colse il dubbio

d'avere già veduta tal figura.

"Che tratti familiari... Mi ricorda...

Certo! Anche se nix, che sia Lorelai?"

Alman s'avvicinò a lei sì fervente.

«Ciao, sei una dei nixen ora arrivati?»

Levò appena lo sguardo la fanciulla

dai capelli, rispondendo: «È così

messere. Non la riconosco, lei

già da tempo soggiorna in questa villa?»

«Sì, ormai da alcuni giorni.» «Ben comprendo.

I nixen miei compagni rappresento,

qui di parlare col professor Sanjid

attendo. Mi sa dir che tipo sia?»

«È un uomo serio e severo, ma esperto

e pronto a porgere aiuto al suo prossimo.»

«Bene.» Ella a pettinar riprese attenta.

«Ho una domanda. Sei tu Lorelai

D'Ardàn?» Già la mano della fanciulla

si bloccò e calma e aggraziata levò ella

il capo incrociando di Alman lo sguardo.

Erano i suoi occhi assai intensi e profondi,

scintillanti di pensieri nascosti.

Sostenne Alman la fiamma di tal sguardo

finché ella lo distolse e poi rispose:

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