Canto 4 - Brema (Quarta parte)

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I thogi accanto alla testa dell'asino

due coltelli nella bocca inserirono,

oltre le labbra coriacee, e tentarono

di forzar l'apertura della salda,

tenace dentatura. Pur riuscirono

quasi a forzarla, ma Brema ferirono

sulle gengive, e essa con uno scatto

aprì e richiuse lesta le mascelle.

Si alzò da uno dei due un urlo dolente,

vide afflitto l'insanguinata mano,

a cui tre dita eran state mozzate.

Di dolore ululava, ma arretrare

neppur poté, che la testa di cane

già gli azzannò in profondità la coscia.

Grida di paura si alzaron dai thogi,

mentre possente si erigeva Brema,

sì feroce e furiosa, sovrastando

gli uomini in mole, l'altezza sua doppia.

Morde, colpisce, graffia la funesta,

più nulla della gran quiete le resta,

rompe, ferisce, squarcia ora le membra

di chi nella letal furia si ferma.

Tentano i thogi di evitarne l'ira,

indietreggiano alcuni, altri più audaci

l'affrontano, con le spade l'attaccano,

ma non scansano le sue enormi zampe.

Dilania con gli artigli Brema chiunque

di avvicinarla tenti, il cane lacera

con i taglienti denti le lor carni,

becca il gallo le teste che sì incaute

si fanno avanti, fiero soffia il gatto,

pur l'asino li tien coi morsi in scacco.

Se qualcuno alle spalle di sorprenderla

tenta, una dura zoccolata sferra.

Balza con salti immensi fra la gente,

plana con le potenti ali alle spalle

loro, li schiaccia, li scaglia e disperde.

Furente il capo gran magie borbotta,

ma nessuna i suoi scagnozzi rafforza,

Brema sempre più domina la lotta,

dagli spiriti a lei attorno protetta.

dagli spiriti a lei attorno protetta

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