A tutti coloro che amano il silenzio
La vostra voce è forte
Potete sconfiggere il silenzio<<Amélie tesoro, non vuoi parlare un po' con la mamma?>> quelle parole non erano dette da mia madre, bensì dalla psicologa infantile dalla quale ero stata mandata quando a sette anni feci il cosiddetto "sciopero della parola", da quel giorno avevo smesso di parlare, la mia voce si sentiva così raramente che pure io ne avevo dimenticato il suono .
Certe volte provavo a parlare, ma era come se la mia lingua di rifiutasse di collaborare.
Tutti odiavano il silenzio, l'idea di rimanere soli con i propri pensieri li terrorizzava, invece io ero così abituata al silenzio che avevo paura de rumore, delle persone che parlavano ad alta voce.
La psicologa diceva che era strano, i miei genitori e mio fratello mi amavano, avevo dei bravi amici e la mia infanzia era stata felice .A cos'era dovuto, allora?
Avrei voluto risponderle, le avrei risparmiato ore di lavoro e soldi ai miei genitori.
Mi sentivo come se a nessuno importasse ciò che avevo da dire.
Come se tutte le voci fossero più forti della mia .
Come se stessi urlando ma nessuno mi sentisse.
Essere una bambina muta e soprattutto in sovrappeso non mi aveva resa la più popolare della scuola, erano tutti lì a insultarmi con il solo intento di farmi sentire inferiore e c'erano pure riusciti, con gli anni avrei odiato il mio riflesso tanto da arrivare al punto in cui avevo detto a mia madre di non voler specchi in camera mia o in nessun'altra parte della casa.
Ogni giorno mi alzavo dal letto cercando la forza per andare avanti, piangevo in silenzio dicendo a me stessa che tutto sarebbe finito e che in qualche modo avrei trovato delle persone che mi amavano tralasciando i miei amici d'infanzia, che erano stati obbligati dai genitori ad imparare il linguaggio dei segni, mia madre diceva sempre che non me ne doveva importare nulla del parre degli altri ma io volevo che tutti mi amassero e che lasciassero perdere il mio mutismo e il mio sovrappeso.
Poi essere una romanticona non ha aiutato.
Avevo aspettative troppo alte sui ragazzi che ogni volta mi portavano a rendermi conto che ai ragazzi non sarei mai potuta piacere, ero troppo in carne per essere trovata attraente da chiunque, anche se nessuno me lo diceva.
Nessuno che mi amasse me lo diceva.
<<Amélie, principessa mia non c'è niente che vuoi dire?>> avrei voluto dire tante cose a mio padre, avrei voluto chiedergli se un giorno avrei trovato pure io qualcuno che mi guardasse nello stesso modo in cui lui guardava mia madre ma le parole non uscivano.
<<Sono preoccupato per lei Chanty>> fu quando sentí lo zio Dylan, migliore amico di mia madre ed eterno Peter Pan, che capì come le cose dovessero cambiare.
Non andavo fiera di quello che avevo fatto quel giorno e molti a venire, ma almeno avevo perso peso e uno dei due grandi problemi era risolto.
Il mutismo selettivo rimaneva un macigno tale dal spaccarmi la schiena.
Non potevo spiegare ai miei genitori quello che Ra successo quando avevo 15 anni, mio padre era uno dei leader della banda di criminali dei Serpents, controllava tutta San Francisco e sapevo che avrebbe ucciso coloro che mi avevano fatta soffrire, ma non era solo quello il problema perché avevo smesso di parlare da molto più tempo e sebbene la psicologa pensasse che in qualche modo l'adozione di mio cugino Cairo centrasse qualcosa non era così, era stato adottato prima della mia nascita e lo vedevo come un fratello a tutti gli effetti.
Non indovinavano mai il motivo perché era troppo oscuro per essere capito, una volta la zia Gracie, un'amica di mio padre, mi fece vedere Skins e mi ricordai sempre quello che Michelle chiese ad Effy <<Perché non parli Effy? Te l'hanno mai chiesto? A nessuno importa?>> tutti nella mia vita mi chiesero perché non parlassi ma nessuno era stato così intelligente da voler approfondire bene, forse avevano paura di quello che avrebbero scoperto.
Tranne lui.
Ace Volkov non aveva paura di nulla e come diceva il suo nome aveva sempre un asso nella manica.
Giocava sempre una partita a carte solo che non sapevo quanto avesse puntato su di me
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Guardami in silenzio
Random"Tutti avevano paura del silenzio" Amélie Johnson ha smesso di parlare, da anni non si sente più il suono della sua voce e la ragazza si è chiusa in un mondo che le impedisce di soffrire, sebbene Amélie sogni la classica storia d'amore sa bene che p...