Bill
<<Tanto lo sappiamo tutti che finirete per scopare>>.
<<Dopo tutto quello che ho detto, l'unica cosa che sei in grado formulare è che 'finiremo per scopare'?>>, sbraito contro mio fratello.
<<Insomma Bill, come sei melodrammatico... prendila sul ridere; probabilmente domani Iris se ne sarà già dimenticata>>.
<<Ines, Tom. Si chiama Ines>>, lo correggo.
<<Ecco, vedi! Vi conoscete benissimo, sei già innamorato e quindi...>>, si interrompe battendo le mani <<finirete per scopare!>>.
<<Che stai dicendo!? E' già tanto se mi rivolgerà ancora la parola. Adesso di sicuro mi detesterà. E non la biasimo, assolutamente>>.
Tom si volta verso Gustav e Georg e dice <<Scommetto 5 euro che andranno a letto insieme>>.
♪♪♪
<<Ragazzi nella stanza numero 5 dovreste trovare Ines che vi aspetta; se mi cercate, mi trovate nella 12 con Haleney, va bene?>>, chiede David.
<<Va bene>>, rispondiamo tutti e quattro all'unisono.
Ci incamminiamo verso la camera menzionata poco prima dal nostro manager, ma nel momento in cui mi trovo dietro la porta mi blocco.
<<Che aspetti?>>, mi sollecita Georg.
Avvicino la mano sulla maniglia, l'afferro ma esito per girarla.
Dopo qualche istante, mi faccio coraggio e spalanco la porta.Ines è seduta a gambe incrociate su un Chesterfield di pelle bordeaux, posto innanzi ad un tavolino di vetro circondato da tre poltrone in velluto beige.
Nella piccola stanza non c'è altro, a parte una finestra che offre una vista mozzafiato sull'oceano. Lei mi fissa con sguardo felino. I suoi occhi scuri si aprono sotto una fronte aggraziata, a pochi centimetri dalla scura e lunga cascata di capelli lisci. Indossa una normalissima tuta nera con cappuccio.
<<Mammina non vi ha insegnato a bussare?>>, chiede sarcasticamente.
Non sono passati nemmeno 5 secondi e l'aria si è già fatta pesante.<<Che fate? Rimanete lì impalati?>>.
Tom si fa avanti e si accomoda sulla poltrona centrale, di seguito George e Gustav occupano le due laterali, obbligandomi quindi a sedermi sul divano, accanto ad Ines.
Lancio un'occhiataccia ai miei amici.
Dopo un lungo momento di imbarazzo Ines interrompe il silenzio <<Allora, vi siete già fatti un'idea dell'oggetto della canzone?>>.<<Se dobbiamo essere sinceri, no; però vorremmo rimanere sul genere rock>>, interviene Gustav.
<<Potremmo scrivere una canzone che parli dell'amore; così da fare una specie di "botta e risposta" sfruttando la voce maschile e quella femminile>>, dice Ines.
<<Si, hai ragione; inoltre potremmo approfittare della tua voce, prettamente più acuta, per raggiungere tonalità più alte>>, propone Tom.
Sento gli occhi gelidi di Ines perforarmi il petto.
<<Mi dispiace Tom, ma credo che questo non sia possibile; rischierei di stonare...Dico bene, Bill?>>.A quell'allusione, mi si stringe lo stomaco.
Sento Gustav ridacchiare sotto i baffi mentre Tom non prova nemmeno a nasconderlo.
<<Io suono il pianoforte; suggerisco di usarlo in modo tale da creare un forte contrasto con il ritornello, rendendolo più vivace. Che dite?>>, dice Ines.
<<Si potrebbe partire dal piano e man mano aggiungere gli altri strumenti creando intervalli semi-silenziosi tra il ritornello e le parti restanti>>, aggiunge Tom.
Cala improvvisamente un silenzio tombale.
Georg e Gustav si osservano stirando un sorriso forzato, Ines incrocia le braccia e scruta in modo alterno me e mio fratello; quest'ultimo invece ha lo sguardo altrove e ha in viso un'espressione piuttosto seccata...<<Pronto? Siete connessi al mondo? Nessuno ha da aggiungere qualcosa? Non posso scriverla da solo questa canzone!>>, strepita Tom.
<<Io sto provando a dare qualche spunto, ma aimè la seconda voce qui, non collabora!>>, sputa acida Ines.
<<Ascolta, mi metti a disagio e mi sento in soggezione; io non riesco a ragionare sotto stress!>>, ammetto con fare irrequieto.
<<Sotto stress?>>, replica divertita.
Tom si alza dalla poltrona sulla quale era seduto, gira i tacchi e mentre si allontana dice: <<Vado a bere qualcosa>>.
Georg prende dalla tasca il suo cellulare e annuncia in modo non molto credibile: <<Io invece devo proprio risolvere una questione con la mia ragazza, scusate>>, abbandona anche lui la stanza.
<<Oh...ehm...io vado a fargli da supporto morale>>, borbotta Gustav.
Anche Gustav lascia la camera, il che significa che siamo rimasti solamente io e Ines.
Non appena realizzo la situazione, sento all'istante un tedioso groppo in gola.
Lei gira il capo verso di me e mi squadra dall'alto in basso.
Sembra che stia aspettando che le venga detto qualcosa.<<Ines, non possiamo continuare così, per me è psicologicamente impossibile; ti chiedo scusa per tutto quello che ho detto sul tuo conto e ti invito alla compresenza pacifica>>, dico tutt'un fiato abbozzando un sorriso.
Lei fissa il vuoto per un istante, poi ritorna su di me; di punto in bianco sembra pressoché demoralizzata, esattamente l'opposto di quello che appariva pochi minuti fa.
<<Mi chiedi scusa non perché ti penti di quello che hai detto, ma perché sei obbligato a lavorare insieme a me e quindi non vuoi rogne che ti impediscano di fare ciò che devi. È questo che non mi va giù>>.
Sospira.
<<So bene che anche se ti dicessi che le voci che girano su di me sono false, non ci crederesti. Però sappi che tu, più di tutti, dovresti capire che non tutte le notizie che vengono divulgate riguardo a noi personaggi pubblici sono veritiere; ma molto spesso si creano soltanto delle dinamiche che le fanno sembrare credibili>>.L'ascolto a bocca semiaperta, tormentato da un vago senso di colpa.
Detto questo, si solleva dal divano e impassibile, esce dalla stanza.
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𝙏𝙃𝙀 𝙈𝙐𝙎𝙄𝘾 𝙏𝙃𝘼𝙏 𝘾𝙊𝙉𝙉𝙀𝘾𝙏𝙎 𝙊𝙐𝙍 𝙃𝙀𝘼𝙍𝙏𝙎 [Bɪʟʟ Kᴀᴜʟɪᴛᴢ]
Fanfiction>, dice il cantante. >, commenta seccato ma divertito. Georg si accorge di me e cerca di distogliere lo sguardo, imbarazzato, mentre Tom emette una risatina borbottando: >. >, chiede stranito Bill. Gustav mi indica con l'indice. >. Bill volta legger...