Lacrime e sangue

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"Toni', 'o ssaje che deceva papà? Ca je tengo 'a guerra 'ncapa, ma isso tene 'a capa pâ guerra."

Le giornate passavano lente, sembravano interminabili.
Alle sette in punto Maddalena cominciò ad urlare con l'intento di farci svegliare, così sospirò e si sedette sul bordo del letto, una volta sveglia.
La cella era vuota... L'aveva scelto lei.
Quando fai parte della Camorra, persino le richieste più bizzarre vengono realizzate;
Per interesse o forse... Per timore.

Si mise una mano tra i capelli, scompigliandoli leggermente.
Una volta raggiunto il bagno si preparò di fretta e furia, indossando un leggins di pelle e una semplice maglietta con dei dettagli dorati.
Afferrò un piccolo cellulare dalla sua tasca, telefonando uno dei suoi uomini.

"Chella piazza è a mij... La affido a te O'Track.
La cocaina d'ora in poi si venderà ad un prezzo più basso, la gente a Napoli non se la passa bene."
Disse lei, per poi annuire alla risposta del suo soldato, chiudendo poco dopo la telefonata.
Gettò il telefono per terra facendolo aprire in due, in quel momento tirò fuori la sim, gettandola nel wc.

Legò i suoi capelli in una coda, camminando lungo i corridoi.
Il suo capo era chinato, era silenziosa.
Con una sigaretta in bocca raggiunse il cortile, sedendosi su una delle panchine di ferro.

Ciro Pov:
Dopo essersi svegliato proseguì verso il bagno, posando una mano sul viso, notò le sue occhiaie assumere una tonalità violacea.
Gli affari non andavano più bene, le piazze lì venivano continuamente sottratte, persino sotto gli occhi.
Era giovane ed ingenuo, nessuno gli insegnò prima d'ora di come gestire lo spaccio in un intera città.

Con il pettine sistemo perfettamente il suo ciuffo laterale, per poi sistemare alcune ciocche con della cera per capelli.
Posizionò una sigaretta sull'orecchio, facendo scivolare l'accendino nella tasca.
Dopo aver indossato un jeans e una tra le tante magliette firmate che possedeva, spruzzò una notevole quantità di profumo.

"Edoá si pront?"
Lì domando, guardando il suo compagno accomodato sul bordo del letto, impegnato a fumare uno spinello.
Aprì la cella per poi proseguire fino al cortile, luogo in cui salutò il resto della sua compagnia.

Si guardò attorno, come era suo solito fare, notando diverse ragazze in gruppo.
Per sopravvivere all'interno di quel carcere, era quasi necessario far parte di un clan.
Solo poco dopo notò la bruna, impegnata a leccare una cartina in disparte.
Era oramai detenuta da giorni, ma non fece amicizia con nessuno... Si limitava ad isolarsi.

Dopo aver ricevuto un buffetto sul viso da parte di Edoardo, entrò nel campo di calcio a giocare, sebbene la sua testa era continuamente tormentata da milioni di pensieri.

Maria Rita Pov:
Gettò il mozzicone della sua sigaretta a terra, per poi alzarsi dalla panchina, incamminandosi verso i bagni.

Aprì una delle tre porte che si trovavano in bagno, entrò al suo interno per poi chiuderla.
Abbassò i suoi pantaloni, per poi sedersi.
Dopo una manciata di secondi sgranò gli occhi, mettendosi le mani sul collo, circondato oramai da una fune.

Aprì la bocca cercando di respirare, diventando paonazza in viso.
Iniziò a scalciare contro il muro, reggendosi dalla fune avvolta sul suo collo.
Cercò innumerevoli volte di allungare le mani nella tasca del suo jeans, per estrarre la lama che portava sempre con sé.
Dopo diversi secondi la prese in mano, tagliando gran parte della fune, cadendo immediatamente a terra ansimando dal dolore.

Con la sua arma fra le mani uscì immediatamente dal bagno, riuscendo ad intravedere il suo aggressore.
Era impossibile non riconoscerlo... Possedeva un fisico robusto e i suoi capelli erano legati in un codino.

"Omm 'e merda!"
Urlò lei, dando un pugno contro la porta, cercando di mantenere la calma.

Ciro Pov:
Non appena vide il suo amico raggiungerli, si tranquillizzò all'istante.
Aggrottò le sopracciglia, avvicinandosi a lui.

"Nun è morta... Cirú, nun t'agitá. Pe piacer!"
Disse Pirucchio da preoccupato, sapendo ciò che gli aspettava.

Digrignò la mascella, facendo sbattere il suo compagno contro la rete da calcio, graffiandoli il viso.
"Ma che cazz sta rcenn? Chell t'accir..."
Urlò, una volta dopo aver perso il controllo.

Blessed / Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora