Il ruggito della leonessa

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"Sul quanno te toccan 'o sang se ver chi si' overament. Io l'agg visto e iss ha vist a me. Perciò iss è cchiù d'o sang mio!"

Maria Rita Pov:
Le giovani ragazze si diressero verso la loro cella, posando i presunti abiti che avrebbero indossato sulle loro brandine.

"Che ne dici?"
Domandò Silvia, infilandosi un jeans di pelle nero a vita alta e un top del medesimo colore, con una piccola scollatura che lasciava intravedere il seno.

"Comm si bell!"
Esclamò Nad, sorridendo alla sua amica.

La bruna scelse una maglietta alquanto lunga, che le fungeva da vestito.
Infilò i suoi anfibi neri e la sua solita collana d'oro, che le scendeva fino al petto.
Lasciò i suoi capelli lunghi e mossi, da sciolti, pettinando delicatamente le punte.
"Abbiamo già fatto tardi... Speriamo che le guardie non ci daranno problemi."
Mormorò lei, osservando le lancette del suo orologio dorato, mentre si accendeva una sigaretta.

Si incamminarono nei corridoi, fino a raggiungere la stanza che i ragazzi le avevano indicato, scrivendoglielo su un pezzettino di carta.
"È chest."
Disse Silvia, per poi bussare.

Uno dei detenuti le aprì la porta, fischiando alla loro vista.
"Aspettavamo solo a voi, bambolí..."
Mormorò Micciarella, guardando il sedere di Silvia non appena si voltò.

"Ciro dov'è?"
Domandò la bruna, innalzando un sopracciglio da incuriosita.

"Si sta chiavando la rossa, nun 'o saje?"
Le domandò Edoardo, facendole cenno di accomodarsi accanto a lui.

Lei cercò di trattenere la rabbia, così si accomodò e respirò regolarmente.
Guardò con attenzione un ragazzo, che appena si scolò una birra, mise la bottiglia in centro al cerchio che avevano formato.
Il primo giro lo fecero Nadtiza e il Chiattillo, che scelsero di baciarsi con foga.

Dopo una manciata di minuti fece ritorno Ciro, incamminandosi verso di loro mentre stringeva i suoi jeans con una cintura.
La rossa camminava ritmicamente accanto a lui, sistemandosi il rossetto oramai sbavato e i capelli scompigliati.

"Sta zoccl!"
Urlò la bruna, afferrando la bottiglia dal centro del tavolo, per poi spaccarla contro il suo cranio. La ragazza cadde a terra, perdendo immediatamente i sensi.

"Ma si pazz..."
Esclamò Nadtiza, guardando la scena da preoccupata. Sapeva che a causa di questo gesto, le conseguenze sarebbero state deleterie per la sua cara amica.

Uscì immediatamente dalla stanza, dando un calcio contro la porta.
Sì incamminò frettolosamente verso la sua cella, mettendosi le mani fra i capelli, il cranio le sembrava esplodere.

Ciro Pov:
Sgranò gli occhi alla vista di quella scena, rimanendo completamente turbato.
Non appena Maria Rita varcò quella porta, si affrettò a seguirla, raggiungendo ben presto la loro cella.

"Maria Rí... Guardame!"
Esclamò lui, afferrandola da un braccio, spingendo il suo corpo esile contro la parete.
Quando ormai le sue pulsioni divennero ancora più forti, premette le labbra contro le sue.

La bruna disgustata da quel gesto, afferrò la pistola che aveva adagiato nel suo comodino, puntandogliela sotto il mento.
"O saje che piens 'e te? Ca si ancora na creatura... Non sarai mai degno di essere a capo del sistema e questo....
o saje mejj 'e me."
Disse, facendo piccole pause, di tanto in tanto.

"E chi dovrebbe essere a capo del sistema.. na femmna?"
Domandò lui, per poi ghignare da soddisfatto.

Maria Rita Pov:
Si allontanò immediatamente da lui, nauseata dalle sue parole.
Infilò il resto dei suoi abiti nelle valige, attendendo che i suoi uomini l'avessero scarcerata il pomeriggio stesso.
La prigione non faceva per lei... Percepiva l'esigenza di stare alla destra del padre, di controllare assiduamente gli affari.

Con l'aiuto di Nunzia, portò tutte le valige all'interno dell'auto, svanendo da un momento all'altro sotto gli occhi di tutti.
"Grazie..."
Bisbigliò alla donna, porgendoli una busta, colma di denaro.

"Pccrè... Andiamo!"
Urlò uno dei suoi uomini, aprendole la sportiera.
Regalò un ultimo sorriso alla donna, gettando un sospiro di sollievo non appena entrò in auto.

L'uomo guidò senza sosta per trenta minuti, per poi parcheggiare in una delle vie di Scampia.
La bruna sentì il cuore batterle più velocemente, si sentiva finalmente a casa.
Il novanta percento dei suoi ricordi, era strettamente legato a quel luogo... al grande appartamento dorato, che suo padre comperò per lei e sua madre.

Non appena mise piede in quella che era casa sua, una lacrima le rigò il viso.
Con il suo trolley attraversò il lungo corridoio, raggiungendo la sua camera da letto.
Iniziò a disfare le valige e a piegare minuziosamente i suoi abiti, infilandoli infine nel suo armadio.

"Stasera ci sarà un importante convegno, sarebbe bello se venissi anche tu."
Disse Pietro, nonché suo amico di infanzia, figlio di Azzurra e Gennaro Savastano.

"Non dovresti uscire allo scoperto... Sai quale sarebbero i rischi."
Lo rimproverò la bruna, alzandosi all'impiedi.

"I Savastano non corrono nessun rischio. 'O saje.."
Concluse il ragazzo, accomodandosi di fianco a lei.

Blessed / Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora