Ora facciamo i Conte

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"Agg' campato tutta 'a vita mia c'a morte vicino a mme! Nun tengo paura 'e muri'!"

Maria Rita Pov:
Non appena udì le urla di Nunzia, si lamentò per poi aprire gli occhi.
Si sedette sul suo letto, per poi stropicciare gli occhi col palmo della mano.
Sbuffò non appena vide il giovane nel letto accanto al suo dormire beatamente, con una ciocca di capelli che le cadeva sulla fronte.
Dopo averlo ammirato per una manciata di minuti, si alzò all'impiedi, sgattaiolando velocemente in bagno.
Una volta dopo aver chiuso a chiave la porta iniziò a prepararsi, indossando un jeans attillato a vita alta e un top alquanto scollato.
Infilò i suoi anfibi, per poi truccarsi delicatamente il viso, lasciando i suoi lunghi capelli sciolti.

Ritornò subito dopo in camera, lanciando un libro addosso al ragazzo che ancora dormiva.

"Ma c cazz fa...? Si asciut pazz?"
Ringhiò lui, sobbalzando dal letto.

"Com scass o cazz tu, nun o' fa nisciun!"
Sbruffò lei, per poi incamminarsi nei corridoi.
Non appena vide la compagnia di Ciro, assottigliò lo sguardo, individuando poco dopo Edoardo Conte.
Si avvicinò a lui, sfilandoli la sigaretta dalla bocca.

"Di Marzio... L'affar vann buon?"
Disse il ragazzo, sorridendoli leggermente.
"La roba è buona, proprio come quella che vendeva tuo zio... Salvatore Conte. Ma ricordati che fine fece, non appena si mise contro mio padre."

Edoardo cambiò subito dopo espressione, guardando altrove.
Suo zio era deceduto da ormai moltissimi anni, dopo essere stato sgozzato nella stessa chiesa che aveva acquistato lui stesso.

"Maria Rita, c'è un colloquio... Ti chiamano."
Urlò Liz dall'altra parte del corridoio, facendole cenno di avvicinarsi.

La bruna aggrottò le sopracciglia, camminando lentamente verso di lei.
Era confusa, non era solita a ricevere visite, i suoi uomini la telefonavano appena le cose andavano storte.
Liz le sorrise a trentadue denti, aprendo la porta della piccola sala.

C'era odore di sigarette, spente e accese mille volte.
La stanza era buia, alquanto umida.
Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata, non appena lo riconobbe.
Il suo inconfondibile profumo alla menta, il cranio perfettamente rasato e lucido.
I suoi grossi occhi marroni si riempirono all'istante di lacrime, facendola accasciare sulla sedia dall'agitazione.
Suo padre le venne incontro, stringendola fra le sue grossa braccia.

"Non può essere vero... Tu sei morto."
Mugolò lei, tra un singhiozzo e l'altro, mentre le lacrime le bagnavano continuamente il viso.

"È over."
Disse l'uomo, per poi baciarle le guance.

Ciro Pov:
Dopo essersi sistemato meticolosamente i capelli, si spruzzò innumerevoli quantità di profumo.
Con una sigaretta in bocca si diresse verso la sala ricreativa, accomodandosi accanto a Viola.

"Edoá c tien?"
Lì domandò lui, mentre palpeggiava il corpo della rossa, mordendole poco dopo il lobo dell'orecchio da divertito.
Il suo amico non lì rispose, sapeva che fosse una delle sue domande retoriche.
Dopo una manciata di minuti tutti i loro compagni, li raggiunsero da allarmati.

"L'immortale è turnat."
Bisbigliò Milos, cercando di non farsi sentire da nessun'altro.
Ciro spostò immediatamente il corpo di Viola dal suo, alzandosi all'impiedi da stizzito.

"Ma che cazz sta ricienn, Milos! Chell è muort."
Esclamò il giovane da nervoso, passandosi una mano sul suo ciuffo, oramai scompigliato.

"È over..."
Mormorò poco dopo Edoardo, guardando negli occhi il suo caro amico.

Blessed / Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora