Nella gioia e nel dolore

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"Tu ci credi in Dio? Quel Dio che tutto vede e tutto sa? Je ce credo, credo ca è tutto nu disegno suoje. Quanno tu me purtaste a spara' chillo cristiano pâ primma vota e po' m'hê protetto cu mio padre, Dio sapeva ca l'ira sparato tu e no je! Quanno Salvatore Conte è turnato, quanno Danielino è muorto, Isso 'o sapeva. Isso sape tutte cose! Sapeva pure ca oggi je e te stevema dinto a sta machina, nuje sapimmo chillo ca vulessemo fa', ma solo Dio sape comme va' a firni' veramente sta storia!"

Ciro Pov:
Si passò una mano in viso, leccandosi poco dopo le labbra secche.
Dopo aver firmato una lunga serie di documenti, li infilò sgarbatamente nel cassetto, facendo spazio per suo padre all'interno del suo piccolo ufficio.

"Che ma ricir?"
Domandò lui, puntando i suoi occhi scuri, contro la figura massiccia e possente che possedeva suo padre.

"L'affari nun vann buon... 'O saje mejj 'e me!
Amm parlá con Di Marzio, ta spusá a figlia."
Disse con aria seria, posando le mani contro il tavolo dorato, respirando regolarmente.

"M sta ricienn ca na femmna..."
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, alzandosi immediatamente all'impiedi.

"A capit buon, Cirú."
L'uomo fece lo stesso, estraendo dalla tasca un piccolo pezzo di carta, con su scritto il contatto telefonico del famoso camorrista.

Maria Rita Pov:
Sezionò la paga di ogni singolo scugnizzo, che aveva lavorato all'interno delle sue piazze.
Le sentinelle, chi distribuiva le sostanze stupefacenti, chi vendeva siringhe e utensili appositi, venivano ripagati con grossi pegni; soldi liquidi, appartamenti, gioielli.

Infilò le mani nelle tasche, camminando lentamente nelle vicoli delle sue piazze, cercando di aiutare i più bisognosi che in cambio le offrivano protezione per le guardie.

Con una sigaretta in bocca, sfilò il suo cellulare dalla tasca, sentendo il suo telefono squillare ripetutamente.
Lo accese leggendo un numero sconosciuto, così da incerta rifiutò la telefonata.

Il suo telefono le cadde immediatamente dalle mani, una volta dopo che la spinsero all'interno di un furgone, la legarono con prepotenza.
"Il proiettile da parte di Malammore, u ta bastat Maria Rí?"
Domandò Edoardo Conte, guardandola con aria seria. Alle sue spalle comparve Wanda Di Salvo, che fumava da soddisfatta.

"E chest crè? L'alleanza di strunz e Napulè?"
Domandò la ragazza, divaricando leggermente le gambe, guardandoli con un sorriso stampato sul viso.

Wanda le diede uno schiaffo in viso, bruciandole la pelle con la sigaretta ancora fumante.
"Ciro Ricci questa volta non può salvarti, Di Marzio... Prendete il sedativo!"
Urlò ai suoi uomini, per poi allontanarsi da lei.

La bruna deglutì forzatamente, ansimando leggermente dal dolore non appena le infilarono una siringa all'interno del braccio, colma di sedativo.
Il suo corpo cadde immediatamente per terra, addormentandosi all'istante.

Ciro Pov:
Il tempo scorreva velocemente e intanto la bruna non si rifaceva viva, la tempestò di chiamate, tutte prive di una risposta.
Si passò una mano fra i capelli, respirando affannosamente.

"E nun v preoccupat... Magari si è fatta un giro con le amiche."
Disse uno dei suoi scugnizzi, cercando di calmarlo.

"Maria Rita nun tiene né amiche e né amici!"
Esclamò a sua volta, oramai colmo di rabbia.
"Girat tutta Napulè se è necessario, l'agg truvá."

I suoi uomini obbidirono all'istante, così iniziarono a cercala ma con scarsi risultati.
Don Salvatore e Pietro Ricci raggiunsero mediatamente il giovane, oramai preso dal panico.
"La stanno cercando per tutta Napoli... Dovevate aspettarvelo dopo l'aggressione ai Conte."
Confessò Pietro, per poi chinare il capo.

I suoi occhi si illuminarono di speranza, facendolo dirigere immediatamente all'interno della sua auto.
Guidò senza sosta, fino a raggiungere una vecchia abitazione di cui Edoardo gliene aveva parlato per mesi.
Parcheggiò per poi bussare bruscamente contro la porta, urlando il nome di Edoardo ripetutamente.
Donna Wanda lì aprì la porta, guardandolo con aria seria.
"Sei venuto p te pigliá a zoccl?"
Lì domando, aspirando poco dopo del fumo.

Uno degli scugnizzi dei Di Salvo lì gettò fra le mani oramai gelido della bruna, ghignando da soddisfatto.
"Pazziava a fa' a forte...!"
Urlò da divertito, chiudendo infine la porta.

Il giovane sgranò immediatamente gli occhi, correndo verso la sua auto.
Adagiò il suo corpo senza vita all'interno dell'auto, cercando disperatamente di animarla.
Una volta che arrivò in ospedale, adagiarono il corpo gelido della donna, lungo una barella.
Il medico le stracciò immediatamente gli abiti da dosso, preparandola per la defibrillazione.

Il giovane così chinò il capo, passeggiando ripetutamente per il corridoio.
Sentì delle lacrime bagnarli il viso, aveva timore.
Non si era reso conto prima d'ora, di quanto si fosse affezionato a lei nel corso dei mesi, nel corso dei giorni; Di quanto la amasse.

"Libera...!"
Urlò il medico, tentando per la quarta volta di rianimarla, ma con scarsi risultati.
Diede l'ultima scossa, che fu cruciale per la giovane ragazza, il suo cuore ricominciò miracolosamente a battere.
Il giovane sbatté
le mani contro il vetro della sala,
per poi dirigersi immediatamente verso di lei.

Erano giovani, ricchi e pieni di potere, niente e nessuno poteva fermarli... Avevano il mondo nelle loro mani.

"Comm a fatt Ciú Ciú...?"
Le domandò lui, mentre le lacrime li rigavano continuamente il viso.

"Pecchè noi immortali, non muoriamo mai."

Blessed / Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora