ventinove

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Oggi ci sarebbe stato lo speciale di Natale, eravamo solo noi nello studio ma era comunque una cosa carina da poter fare sia per noi che per intrattenere il pubblico a casa.
«Giu tocca a te, presenta Sofia» disse Mida
«È giunta l'ora di presentarvi una ragazza speciale, nonché mia compagna di stanza, che spesso tende a scoraggiarsi e a sottovalutarsi un po' troppo ma oggi più che mai sono certa che con questa esibizione, ci lascerà tutti senza parole. Balla "Ghost" di Bieber» con lei mi ero trovata subito, lei c'era sempre per me e viceversa.
Iniziai a ballare ricordandomi quante cose erano cambiate dall'ultima volta che avevo fatto questa coreografia.
Tutte le emozioni negative e positive che avevo provato.
Dopo aver concluso l'esibizione c'era una domanda a cui dovevo rispondere e fatta dai fan sui social proprio per l'occasione.
«A che età ho iniziato a ballare? intanto grazie Sara per la domanda, onestamente se non mi ricordo male dovrebbe essere stato all'età di 5 anni» Risposi così e nel frattempo era arrivato il mio turno per presentare Francesco.
«Non nascondo la mia emozione in questo momento, perchè questa canzone che ci canterà Francesco è un po' il nostro inno ma non per il significato ma in quanto ci riporta a dei momenti vissuti insieme. E ti voglio dire grazie,ci canti "Tananai" .» dissi prima di abbracciarlo e lasciarlo suonare con il piano.
Lo speciale andò avanti per un'ora tra esibizioni e giochi.

                                L'indomani

«Hai la mano piccola» dissi incrociandola con quella di Francesco, eravamo sotto al plaid che mi aveva mandato mia mamma a vedere un film
«mi sa che sono più piccole le tue»
«vabbè ma le mie sono piccolissime» mi poggiai sulla sua spalla
«stasera dormi di nuovo con me? ho bisogno di più di questo» disse tutto ad un tratto, anch'io volevo di più stava diventando estenuante non potersi vivere al cento per cento ma ero comunque preoccupata per le telecamere
«lo sai quanto lo vorrei ma le telecamere e poi
Mida e Matthew nella stanza...»
«in qualche modo faremo e per Mida e Matthew possiamo mandarli sempre sul divano» sorrise
«che sei pazzo?»
«ho delle priorità io»
«oi raga» entrarono proprio Mida e Matthew
«venite un po' qui che dobbiamo parlare»
«abbiamo capito tranquillo» Mida fece
l'occhiolino
«ti conosciamo talmente tanto che aspettavamo questo momento»
«che imbarazzo ragazzi!» dissi io urlando
«divertitevi va ma con prudenza» mi alzai per tirargli meglio il cuscino.

Dopo cena, feci una bella doccia rilassante per poi tornare in camera e sistemare un po'.
«quindi mi abbandoni?» domandò Mew
abbracciandomi da dietro
«amoremio dai tu sarai sempre the first per me»
«che succede qua?» disse Francesco entrando in camera
« bro ritieniti fortunato che te la lascio»
«buono a sapersi.»

                                       ...

Appena entrati in camera ci baciamo a lungo sulla porta e mi accarezza dolcemente la guancia, io non posso che accompagnare il suo gesto appoggiandomi alla sua mano, chiudo gli occhi e mi godo il suo tocco delicato, passionale. Percepisco il suo respiro sul volto, è caldo e rassicurante, il suo corpo mi attrae, come una calamita. Lentamente ma con tutta l'eccitazione sento la sua mano scendere e passare sul lato del mio collo, accarezzandomi come se stesse studiando attentamente come sia fatto il mio corpo, non appena arriva sulla mia spalla fa scendere la spallina della mia sottoveste scoprendo leggermente un mio seno, ripercorre con le dita il bordo della scollatura fino ad arrivare all'altra spallina e facendole fare la stessa fine di quella opposta.
«sei così fottutamente bella, forse non ti merito»
«forse tu sei proprio l'unico che mi merita» mi avvicino ulteriormente cercando un contatto più diretto, profondo.
Poggio una mano sul suo petto, mentre con l'altra prendo la sua mano libera e me la porto alla bocca. Bacio le dita, una ad una, venerandole, da sempre il mio punto debole su di lui, passo poi al palmo della mano e infine al dorso.
Riapro gli occhi e li punto sui suoi, attenti a guardarmi, lentamente mi porto il suo indice nuovamente alle labbra ma questa volta le schiudo appena per farcelo entrare e succhiarlo.
«cazzo» sospira.
E al mio gesto mi abbassa la sottoveste del tutto lasciandomi nuda se non per le mutandine.
Con l'altra mano mi afferra un seno e lo stringe, quasi a tastarne la consistenza, per passare poi al capezzolo che stringe tra due dita, esercitando una pressione sufficiente a provocarmi un brivido che mi percorre tutta la schiena.
Mi inarco verso di lui mentre continuo a succhiare il suo dito e lo fisso negli occhi, preme sulla mia lingua con l'indice, facendomi aprire di più la bocca, lo fa scorrere dalla punta della lingua fino alla base della gola, osservando il tutto incantato.
Lo lascio fare, nel mentre però sento il mio clitoride pulsare insistentemente e le mutandine che iniziano a bagnarsi. Vederlo così concentrato su di me, intento ad osservarmi e compiacersi di quello che mi fa, mi eccita. Mentre continua a farsi succhiare il dito sposta la mano che era sul capezzolo fino alla mia intimità, preme appena sul clitoride e allarga le grandi labbra per avere più accesso. Ha le mani grandi, in contrasto col mio corpo minuto, disegna cerchi concentrici e lenti, muovendo in modo fluido il polso.
Allargo leggermente le gambe per permettergli di muoversi più agilmente. Col pollice sposta le  mutandine e appena lo fa il mio sesso si contrae al contatto diretto con aria circostante, porta le dita verso il centro del mio sesso per bagnarle della mia stessa eccitazione, spostandosi poi di nuovo sul clitoride. Succhio più avidamente il suo dito e cerco di prendere anche il medio in bocca, quando me lo concede prendo entrambe le dita più a fondo possibile per ringraziarlo. I suoi movimenti sul clitoride si fanno più insistenti, decisi, rudi e io rispondo di conseguenza facendo versi di apprezzamento e succhiando le sue dita. Dal basso ventre si irradia un calore che mi arriva fino a
sotto lo sterno e mi attraversa tutto lo stomaco, divarico le gambe ancora per il piacere sempre maggiore che mi pervade. I nostri occhi sono legati, comunichiamo. Tremo sotto le sue mani, il mio respiro si fa sempre più
concitato, mi aggrappo a lui temendo di perdere l'equilibrio. Lui insiste, continua a muovere le sue dita in modo abile, sa dove mi piace essere toccata e come. I suoi movimenti si fanno più veloci, sono meno delicati.
I nostri corpi sono scossi dai movimenti e dalle emozioni che sentiamo, dato dal suo muovere la mano in modo concitato e dai respiri sempre più brevi dati dallo sforzo fisico. Sempre più la mente si annebbia, non sento altro se non le sue mani sul di me, il ritmo con cui mi tocca, non lo sto più guardando a causa dell'estasi che sale ma lo immagino nitidamente.
Le gambe cedono e a quel punto toglie le dita
mi accascio su di lui, mollemente, mentre continuo ad ansimare e implorandolo di non smettere. E lui non lo fa. Sempre più veloce, sempre più forte, insiste sul mio sesso
finché non mi irrigidisco. Sento le pareti del mio sesso contrarsi e al contrario di
queste spalanco ulteriormente le gambe, mi appoggio ancora di più su di lui, afferrando la sua maglia. Lui non demorde, continua a masturbarmi come se non stessi avendo un potente orgasmo. Ne voglio ancora, non riesco a dirgli di fermarsi. Ma il mio corpo inconsciamente reagisce all'eccessivo piacere,
portandomi a chiudere le gambe decidendo da solo che per adesso ne ho avuto abbastanza.

un amore in gioco || holy franciscoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora